Analisi bilanci #3: Robocash

Con questo articolo, continuo una serie che avevo cominciato ad inizio 2020 riguardante l’analisi dei bilanci delle piattaforme e delle finanziarie che le gestiscono (o ne sono partner). Come terzo “capitolo” di questa serie, ho deciso di giocare facile e scegliere Robocash (nei prossimi le cose saranno un po’ più complesse 🙂 ).

Innanzitutto, come mai questo ritardo rispetto al secondo capitolo Analisi Viainvest? Come forse qualcuno già sa, purtroppo la pubblicazione dei vari bilanci non avviene mai ad inizio anno, ma da un periodo che va da maggio a novembre. Inoltre… quest’anno c’è stata tutta la confusione organizzativa generata dal covid, per cui questo periodo è addirittura slittato!

Ciò nonostante, ritengo comunque molto utile proseguire con questa serie, in quanto a mio avviso tale argomento è ancora molto sottovalutato dagli investitori. La salute finanziaria di chi si occupa della raccolta e gestione degli investimenti (e garantisce il buyback nei casi previsti) è fondamentale. Soprattutto in questi tempi di incertezza economica, è uno dei segnali più importanti sulla capacità futura di una piattaforma o di un loan originator di mantenere gli impegni.

Perchè dicevo che gioco facile? Perchè da quello che ho monitorato, il gruppo Robocash è uno dei gruppi finanziariamente più solidi del panorama delle piattaforme p2p estere. Negli ultimi anni i valori sono cresciuti molto e con essi, non è sempre scontato, anche i profitti. E i profitti generano riserve di liquidità, se non vengono distribuiti, o distribuiti in misura contenuta come finora è accaduto qui. Le riserve di liquidità sono a tutela dell’investitore, fanno a “garanzia” dei buyback.

IL BILANCIO DI GRUPPO ROBOCASH

Il bilancio consolidato del gruppo Robocash è stato auditato da una società di revisione, per la prima volta nel 2019. La società in questione è KPMG, una delle big4 del panorama internazionale della revisione contabile; e questo è sicuramente un plus aggiuntivo.

Ricordo che i prestiti listati nella piattaforma sono per la maggior parte originati da società appartenenti al gruppo. Quelli rimanenti, da altre finanziarie sempre collegate al proprietario Sergey Sedov.

Pubblico qui intanto gli schemi di bilancio pubblicati e poi passo alle varie note di spiegazione. I valori negli schemi sono in migliaia di dollari.

Per chi non fosse iscritto alla piattaforma e volesse testarla, lascio qui il link di iscrizione associato a p2p-italia:

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PROFIT AND LOSS

Dal profit and loss depositato si possono osservare le seguenti cose:

  • I ricavi di Robocash hanno raggiunto nel 2019 i 132 milioni di dollari di interessi incassati e + 4 milioni per fee di ritardi e altre commissioni attive, contro solo 1 milione di dollari di interessi e 4 milioni di commissioni pagati ai finanziatori ed investitori. Il significato è sia che le finanziarie del gruppo riescono a fare grossi ricarichi sugli interessi ai richiedenti prestiti (vedremo dopo in quali nazioni) rispetto a quelli che loro pagano a noi investitori, sia che molti dei prestiti che emettono in realtà hanno fonti da liquidità propria dello stesso gruppo, non richiesti quindi al mercato p2p.
  • La riga Credit Loss allowance (impairment test) è pari a 83 milioni di dollari nel 2019. Confrontati con i loans to customer netti a fine anno danno un’incidenza del 83/(44+83) = 65%. E’ una percentuale molto alta di accantonamento crediti, indice di una forte rischiosità dei mercati in cui opera il gruppo. Questa rischiosità è uno degli elementi intrinsechi del motivo per cui i ricarichi di interesse ai richiedenti sono così alti.
  • Le spese generali ed amministrative (che comprendono personale, affitti, consulenze, etc.) hanno un trend di quasi raddoppio su ogni anno dal 2017 al 2019. Questo è chiaro sintomo della grossa espansione che ha avuto il gruppo negli ultimi periodi, anche attraverso fondazione di nuove filiali nel mondo.
  • Il profitto finale 2019, dopo le tasse, è pari a quasi 16 milioni di dollari, oltre il 13% dei ricavi. Questi valori sono i più elevati fra i gestori delle piattaforme p2p in cui investo. La stessa incidenza dell’utile era stata raggiunta anche nel 2018, con un profit finale di quasi 11,6 milioni di euro. Non considero per convenzione nel calcolo le ultime righe dello schema sopra postato, che rappresentano gli effetti delle conversioni in valuta dei valori di bilancio; nel 2019 in quel caso l’utile sarebbe ancora maggiore, mentre abbasserebbe un po’ il 2018.

BALANCE SHEET

Lo stato patrimoniale del gruppo, sempre con valori espressi nello schema sopra in migliaia di dollari, mostra anch’esso gli effetti dell’espansione perpetrata negli ultimi tre anni conclusi (dal 2017 al 2019):

  • Nella riga “Loans to customers” si può avere un’idea dei volumi di investimento (presenti al 31.12) della piattaforma. Questi sono presentati al netto delle svalutazioni per rischi. In realtà, possono comprendere anche altre tipologie di prestiti finanziati, ma non sono ancora disponibili informazioni dettagliate in merito. Si può notare come anche qui il volume presenta esattamente un raddoppio su ciascuno dei tre anni considerati, passando da 11 milioni di dollari a 44 milioni.
  • Nella riga dell’equity “retained earnings”, cioè le riserve di utili portati a nuovo, si osserva come passino da 8,8 milioni a fine 2017 fino a oltre 28 milioni a fine 2019. Il rapporto di indebitamento rimane comunque stabile negli anni, segno che all’aumentare delle riserve proprie i manager hanno scelto di aumentare anche la leva di investimento. Tale rapporto rimane però fra lo 0,3 e lo 0,34, che è molto basso confrontato con le altre finanziarie che offrono il p2p.
  • L’equity totale ha raggiunto i 60 milioni di dollari.

COMPOSIZIONE DEL GRUPPO ROBOCASH

Non ho purtroppo ancora a disposizione quest’anno la suddivisione dei risultati di questo bilancio consolidato fra le varie società che compongono il gruppo. Per questo tipo di analisi quindi, devo affidarmi ai prospetti disponibili ancora per il 2018. Ho deciso di proporla comunque in questo articolo dato che in p2p-italia tale aspetto non è stato ancora affrontato e la considero un’informazione molto importante per capirne l’ambito di attività e, anche se del 2018, fornisce comunque l’idea di cui necessitiamo.

Ecco qui sotto quindi la suddivisione del profit&loss 2018, in migliaia di dollari, fra le varie entità del gruppo. Segnalo, per chi volesse farsi dei calcoli, che è normale che la somma algebrica delle singole righe differisca un po’ con le stesse righe nel bilancio consolidato, in quanto per arrivare a quest’ultimo occorre contabilmente elidere tutte le transazioni intercompany (cioè tutti i movimenti interni alle filiali del gruppo):

Da questo prospetto si vede chiaramente come la nazione di inizio attività di Robocash (Russia, i manager sono quasi tutti russi) e il vicino Kazakistan siano le due che portano la gran parte dell’attività di questo gruppo. La filiale russa apporta circa il 75% dei ricavi, quella kazaka circa il 17%. Poi, la filiale nelle Filippine (poi chiusa a fine 2019) che apportava circa il 9,5%, mentre Spagna il 5%. Vietnam ed Indonesia qui erano ancora in startup.

La cosa non sorprende noi investitori, in quanto la gran parte dei loan originator che propongono i loro prestiti nel mercato del sito hanno sede in Russia e Kazakistan. E tale situazione spiega benissimo due aspetti che ho elencato nel profit&loss. Infatti, in questi due paesi è possibile ricaricare per i microprestiti alti interessi ai richiedenti, giustificando l’ampia marginalità che si fanno queste finanziarie. Anche l’elevata (quasi esagerata a prima vista) svalutazione crediti rischiosi in bilancio è spiegata dall’alta rischiosità di questi due mercati.

Vediamo anche che in Russia si concentra la gran parte dei crediti giudicati di difficile recupero: ben 51 milioni nelle provisions, di cui la grande maggioranza è prevedibilmente accantonamento crediti.

Dello stato patrimoniale invece prendo solo le righe più rilevanti:

I crediti vs i richiedenti aperti a fine anno 2018 erano circa 14 milioni di $ in Russia e poco più di 6 milioni di dollari in Kazakistan. Confrontati con le provisions per crediti inesigibili si può intuire come il mercato russo sia stato valutato come più rischioso di quello kazako.

Per quanto riguarda l’equity invece, anche qui la filiale russa ha generato la maggior parte degli utili negli anni (e possiede la maggior parte delle riserve), come era facilmente intuibile anche dal risultato 2018 del profit&loss.

CONCLUSIONI

Riassumendo, da quello che si può interpretare dai suoi numeri, Robocash riesce con il suo business a ricavare ampli margini da mercati di prestiti p2p molto rischiosi. Questi margini riescono a sopperire a quelle che sembrano grandi quantità di insoluti a cui le finanziarie del suo gruppo devono far fronte.

Il surplus rimanente ha permesso poi di accumulare importanti riserve che sono indispensabili per poter garantire il buyback agli investitori di p2p lending in questa particolare tipologia di business. E permette anche al gruppo di fornire all’investitore la group guarantee, cioè la copertura aggiuntiva nel caso un singolo loan originator fra questi dovesse fallire.

Infine, ricordo sempre che per chi fosse interessato ad iscriversi alla piattaforma, ricordo che può utilizzare il link fornito da p2p-italia, che riporto qui sotto:

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Alla prossima analisi!

3 commenti

Trackbacks & Pingbacks

  1. […] qualche critica sulla reale profittabilità del gruppo (Paolo ha anche scritto un bell’articolo sulle analisi dei suoi bilanci, guardate qua)… inoltre qualche giorno fa è girato un Report dell’utente “P2P Bulldog” con l’Analisi […]

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