Analisi bilanci #5 – Moncera (Placet Group)
Continua con questo articolo la serie di P2P-Italia sull’analisi di bilanci delle varie piattaforme di p2p lending. In questo “episodio” mi occupo di Moncera, la piattaforma che svolge il ruolo di marketplace per il settore p2p del gruppo finanziario Placet. Moncera propone nel proprio sito prestiti promossi unicamente da questo gruppo finanziario e funge per esso da ramo di raccolta fondi da destinare ai prestiti fra privati.
Placet Group offre il buyback su tutti i prestiti che sono resi disponibili in Moncera. Si occupa quindi lui da fondo di copertura per i ritardi (o default) che tali prestiti potranno eventualmente avere nel loro decorso.
Per conoscere qualcosa di più di Moncera vi lascio comunque al mio articolo di recensione della piattaforma: Moncera review.
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PLACET GROUP E NORDECUM
Per l’investitore, quando deve raccogliere informazioni sulla solidità della piattaforma, è importante in prima battuta valutare il bilancio di chi si trova a garantire il buyback dei prestiti. E’ anche rilevante, poi, capire la sostenibilità dell’attività della piattaforma in sé, per evitare possibili futuri spiacevoli inconvenienti per quanto riguarda tutti i servizi che tale piattaforma offre (servizi di intermediario). Ma è la copertura finanziaria dei ritardi default ciò che conta è la solidità del gruppo finanziario proponente. Nel caso di Moncera, quindi, di Placet Group.
Trovo interessante comunque, con questa occasione, anche far notare quali sono le effettive differenze, nei bilanci, fra il volume di movimenti/utili/coperture di una piattaforma che fa solo marketplace e un vero e proprio gruppo finanziario che utilizza il p2p come fonte (o una delle fonti) di finanziamento. Vedrete che le differenze saranno enormi, perchè appunto molto differenti sono gli scopi del business.
A dirla tutta, se osserviamo chi offre prestiti , vediamo in realtà due soggetti: Placet Group, come detto, e Nordecum. Ma Nordecum è una filiale dello stesso gruppo Placet, partecipata al 100%. Quindi i dati che vi mostrerò di Placet inglobano direttamente anche quelli di Nordecum.
Placet Group è stato fondato nel 2005, mentre la sua filiale Nordecum nel 2010.
Placet fino a poco tempo fa listava prestiti anche in Mintos. Ed è sempre stato ai primi posti della classifica di loan originator per tale sito del conosciuto blog Explore p2p. Sarà stata corretta la loro valutazione? Vediamo.
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AUDIT
Sia i bilanci di Placet Group che di Nordecum sono revisionati da Ernst&Young. Tale società di revisione è una delle cosiddette big4 del panorama della revisione contabile mondiale. E’ quindi un valore aggiunto non indifferente per quanto riguarda le garanzie di veridicità dei dati e delle informazioni in esso contenute.
ll bilancio di Moncera invece non mi risulta ad oggi revisionato, a causa dei volumi molto minori che movimenta. Tali volumi rendono difficilmente conveniente l’operazione di revisione, visto comunque gli alti costi che comporta una revisione da parte delle big4.
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PROFIT AND LOSS
Non pubblico perchè poco significativo i dati di profit&loss 2019 di Moncera, dato che come detto stava ancora partendo e non aveva praticamente ancora valori da mostrare. Su Moncera sarà più significativo vedere lo stato patrimoniale.
Vediamo quindi qui lo schema riassuntivo di Profit and Loss di Placet group. Non essendo ancora disponibili i dati di chiusura del 2020 (lo saranno nei prossimi mesi: la pubblicazione dei bilanci non è immediata con la chiusura dell’anno), guarderemo per il 2020 i dati alla fine del terzo trimestre, cioè a fine 2020.
Per poter paragonare i dati di profit and loss 2020 con quelli del 2019, una approssimazione “accettabile” potrebbe essere quella di moltiplicare i risultati al terzo trimestre per 4/3. Non è una cosa molto scolastica, ma per chi legge può dare una stima credibile di come possa essere effettivamente andato alla chiusura dell’anno.
Ecco qui lo schema, i dati sono in €:

RICAVI
Vediamo innanzitutto che nel 2020 è previsto un aumento dei volumi di ricavi rispetto al 2019, segno che il gruppo ha aumentato la sua attività nell’ultimo anno: a settembre erano 10,5 milioni a settembre 2020 potrebbero corrispondere a circa 14 milioni a fine 2020, confrontati con i 12 milioni del 2019.
Si nota subito un fattore che era presente anche in Robocash: la differenza fra interest revenues e interest expenses. Placet Group fa moltissimo margine fra i tassi richiesti ai richiedenti (+ commissioni di servizi!) e quelli lasciati ai prestatori. Dentro questo margine, vedendo che il tasso ai richiedenti è dichiarato fra il 17 e 40% annuo, ipotizzo ci siano anche finanziamenti di risorse proprie del gruppo. Cioè risorse non raccolte tramite Moncera, o altri terzi, dove non deve pagare interessi a nessuno. C’è da dire anche che in realtà in bilancio viene dichiarato che tali tassi possibilmente applicabili arrivano fino al 75% annuo.
Nelle note del bilancio del 2019, possiamo notare dove è la zona di attività di Placet Group: circa 65% Estonia, 24% Lituania e 11% Polonia. Ben il 99% dei ricavi è dato da interessi, solo l’1% da commissioni.
COSTI
Come sapete, di solito viene fatta a fine anno una svalutazione per crediti non esigibili, come costo in bilancio indicante la perdita per insolvibilità prevista (l’impairment test). Andando a leggersi le note di bilancio, non si deve lasciarsi ingannare da quanto scritto nelle righe nello schema. Tale impairment test è compreso nella riga “miscellaneous operating expenses” ed è pari a circa 3,3 milioni di euro nel 2019, circa il 9% dell’esposizione verso i richiedenti. Non si conosce ancora tale svalutazione per il 2020. 9% è una svalutazione importante, anche se non eccessiva se consideriamo che stiamo parlando di prestiti p2p (anche se non in russia o kazakistan che come sappiamo hanno una solvibilità molto minore.
I costi di struttura sembrano restare invece stabili nel corso del tempo (es. personale, affitti e spese marketing sono praticamente stabili). Questo è un segno che la struttura non è in espansione, ma si sta parlando di una realtà consolidata. E non ci sono state acquisizioni nemmeno di altre società nel frattempo.
UTILI
L’utile netto passa da 3,1 milioni del 2019 ad uno stimato di circa 4 milioni nel 2020 (ho fatto il solito calcolo 2,995 mln/3*4). NON è dato sapere se nell’utile è già presente l’impairment test del 2020. Vedendo il volume in questo profit&loss della riga “miscellaneous expenses”, di cui l’impairment è di solito la voce più importante per questa società, potrei ipotizzare che è già compreso.
L’utile di Placet Group è poco meno del 30% dei ricavi. E’ una redditività veramente molto elevata, comparabile alle migliori finanziarie di p2p che già conosciamo.
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STATO PATRIMONIALE
Pubblico qui lo stato patrimoniale di Moncera, a dicembre 2019:

Essendo a fine 2019 appena partita l’attività, i numeri devono essere letti tenendo conto di questo fatto e quindi filtrare le considerazioni effettuabili.
Ma questo è per dire che è interessante notare come la capitalizzazione della piattaforma (5.000€) sia comunque letteralmente uno sputo rispetto a quella di Placet Group, di cui propone i prestiti. Questa è una conferma di come confrontare i volumi di bilanci delle piattaforme rispetto a quelli delle finanziarie che coprono il buyback sia concettualmente completamente errato. Stiamo comparando le classiche mele con pere.
Un bilancio del genere per una finanziaria di p2p non sarebbe sostenibile (e addirittura ci sono per delle finanziarie: ma appunto quelle le evito assolutamente!). Sono invece pienamente in linea per il semplice servizio che offrono le piattaforme, cioè organizzare il marketplace di offerta prestiti e raccolta fondi.
Vediamo per conferma invece lo Stato Patrimoniale di Placet Group, sempre con i dati del 2020 a fine settembre, confrontati con fine dicembre 2019:

Qui il confronto con il 2019 è molto più coerente. Anche se vediamo i numeri di settembre: lo stato patrimoniale è infatti sempre una situazione “statica”, non accumulata come il profit&loss: confrontare in un p&l 9 mesi con 12 non è coerente, occorre l’aggiustamento che ho spiegato prima. Confrontare cosa c’era nel giorno finale di fine 2019 con il giorno finale di fine 2020 lo ritengo invece confrontabile, per vedere le evoluzioni, senza particolari aggiornamenti.
EQUITY
L’equity è sempre il primo elemento che vado ad analizzare in uno stato patrimoniale. E’ chiara la differenza come detto con Moncera. Il capitale sociale di Placet Group è ben più consistente: 5,7 milioni versati. Ma l’intero equity, considerando gli utili accumulati negli anni di attività, arriva fino a 22 milioni a settembre 2020.
Se vi ricordate le altri analisi di bilancio (che vi invito a guardare), 22 milioni di equity è una delle situazioni migliori finora riscontrate (siamo sotto a Robocash, ma sopra Viainvest e Twino). Finora, Placet group non ha distribuito dividendi: tutti gli utili sono stati tenuti appunto a riserva.
E’ questo il motivo principale per cui ritengo Moncera (e quindi Placet) una delle piattaforme più solide nella garanzia del buyback. Il gruppo finanziario ha dalla sua ben 22 milioni di “riserve” da cui attingere nel caso le cose dovessero andare male. Faccio notare anche che 22 milioni è quasi pari a TUTTI i debiti a cui il gruppo è esposto: se per assurdo dovesse chiudere di colpo l’intero gruppo, basterebbe incassare anche solo il 50% dei crediti (qualcosa meno, considerando la cassa già disponibile) per pagare proprio TUTTI i debiti esistenti.
CREDITI E DEBITI
Altro punto positivo che voglio far notare in questo bilancio, è la situazione di confronto fra la durata media dei futuri incassi (crediti a breve o a lungo termine) e la durata media dei pagamenti che dovrà sostenere (debiti a breve o a lungo termine.
Si può vedere che il volume complessivo a fine 2020 della cassa disponibile più i crediti incassabili entro 12 mesi (current assets) è di poco meno di 8 milioni. A fronte, nei debiti ha una richiesta di pagamenti a meno di 12 mesi per circa 5,6 milioni (current liabilities). Vuol dire che se anche Placet non riuscisse incassare 2,4 milioni di crediti (cioè circa il 30% degli stessi, cioè molto se compariamo le svalutazioni per impairment di circa il 9%), essa riuscirebbe comunque a far fronte a tutti i debiti a cui si è impegnata. E’ questa un’altra forza di avere una quota equity importante!.
Placet Group riesce a finanziarsi bene a medio lungo termine: ciò gli crea meno stress finanziario (o stress da “rimborsi veloci”).
Se conoscete Moncera, la cosa vi risulterà coerente con l’esperienza di investimento. Sapete infatti che anche nei nostri investimenti in prestiti P2P essa richiede di solito un investimento a medio lungo termine: è poco frequente trovare prestiti a meno di 12 mesi disponibili (debiti per Placet Group); ancora più raro trovare a 6 mesi!.
Questo è un punto di forza ed una tranquillità in più per il gruppo finanziario stesso. Anche se ci vincola ad un investimento a più lunga durata. Un elemento di tranquillità perchè per Placet significa meno stress finanziario, meno necessità di andare a ricercare risorse magari più problematiche per far fronte ad impegni incombenti e, soprattutto per noi, molto meno rischio di veder non più garantita la liquidità nei prelievi in casi di momenti di crisi di mercato (vedasi cosa è successo ad inizio 2020 ad esempio con Bondora).
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CONCLUSIONI
Con tutta questa analisi si può vedere per quale motivo chi analizza Placet Group è sempre portato a dire che è una delle realtà più solide nel panorama del p2p lending europeo. E’ anche per queste ragioni in Mintos era uno dei loan originator valutati più positivamente, anche da siti di valutazione esterna come Explorep2p.
Una capacità reddituale di ben il 30% dei ricavi ed un equity già ad oggi accumulata (post crisi covid) di circa 22 milioni di € sono secondo me un ottima “assicurazione” sulla tenuta della stessa e per chi ci vuole investire. Chiaramente, stiamo sempre parlando di p2p lending e quindi le garanzie devono essere SEMPRE contestualizzate al rischio di questa tipologia di investimento.
Comunque è secondo me abbastanza chiaro che, sempre in questo contesto, i prestiti listati da Moncera riferiti a Placet Group hanno un grado di capacità di solvibilità, anche attraverso il buyback, fra le più alte del panorama attuale.
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