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Analisi bilanci #5 – Moncera (Placet Group)

Continua con questo articolo la serie di P2P-Italia sull’analisi di bilanci delle varie piattaforme di p2p lending. In questo “episodio” mi occupo di Moncera, la piattaforma che svolge il ruolo di marketplace per il settore p2p del gruppo finanziario Placet. Moncera propone nel proprio sito prestiti promossi unicamente da questo gruppo finanziario e funge per esso da ramo di raccolta fondi da destinare ai prestiti fra privati.

Placet Group offre il buyback su tutti i prestiti che sono resi disponibili in Moncera. Si occupa quindi lui da fondo di copertura per i ritardi (o default) che tali prestiti potranno eventualmente avere nel loro decorso.

Per conoscere qualcosa di più di Moncera vi lascio comunque al mio articolo di recensione della piattaforma: Moncera review.

PLACET GROUP E NORDECUM

Per l’investitore, quando deve raccogliere informazioni sulla solidità della piattaforma, è importante in prima battuta valutare il bilancio di chi si trova a garantire il buyback dei prestiti. E’ anche rilevante, poi, capire la sostenibilità dell’attività della piattaforma in sé, per evitare possibili futuri spiacevoli inconvenienti per quanto riguarda tutti i servizi che tale piattaforma offre (servizi di intermediario). Ma è la copertura finanziaria dei ritardi default ciò che conta è la solidità del gruppo finanziario proponente. Nel caso di Moncera, quindi, di Placet Group.

Trovo interessante comunque, con questa occasione, anche far notare quali sono le effettive differenze, nei bilanci, fra il volume di movimenti/utili/coperture di una piattaforma che fa solo marketplace e un vero e proprio gruppo finanziario che utilizza il p2p come fonte (o una delle fonti) di finanziamento. Vedrete che le differenze saranno enormi, perchè appunto molto differenti sono gli scopi del business.

A dirla tutta, se osserviamo chi offre prestiti , vediamo in realtà due soggetti: Placet Group, come detto, e Nordecum. Ma Nordecum è una filiale dello stesso gruppo Placet, partecipata al 100%. Quindi i dati che vi mostrerò di Placet inglobano direttamente anche quelli di Nordecum.

Placet Group è stato fondato nel 2005, mentre la sua filiale Nordecum nel 2010.

Placet fino a poco tempo fa listava prestiti anche in Mintos. Ed è sempre stato ai primi posti della classifica di loan originator per tale sito del conosciuto blog Explore p2p. Sarà stata corretta la loro valutazione? Vediamo.

AUDIT

Sia i bilanci di Placet Group che di Nordecum sono revisionati da Ernst&Young. Tale società di revisione è una delle cosiddette big4 del panorama della revisione contabile mondiale. E’ quindi un valore aggiunto non indifferente per quanto riguarda le garanzie di veridicità dei dati e delle informazioni in esso contenute.

ll bilancio di Moncera invece non mi risulta ad oggi revisionato, a causa dei volumi molto minori che movimenta. Tali volumi rendono difficilmente conveniente l’operazione di revisione, visto comunque gli alti costi che comporta una revisione da parte delle big4.

PROFIT AND LOSS

Non pubblico perchè poco significativo i dati di profit&loss 2019 di Moncera, dato che come detto stava ancora partendo e non aveva praticamente ancora valori da mostrare. Su Moncera sarà più significativo vedere lo stato patrimoniale.

Vediamo quindi qui lo schema riassuntivo di Profit and Loss di Placet group. Non essendo ancora disponibili i dati di chiusura del 2020 (lo saranno nei prossimi mesi: la pubblicazione dei bilanci non è immediata con la chiusura dell’anno), guarderemo per il 2020 i dati alla fine del terzo trimestre, cioè a fine 2020.

Per poter paragonare i dati di profit and loss 2020 con quelli del 2019, una approssimazione “accettabile” potrebbe essere quella di moltiplicare i risultati al terzo trimestre per 4/3. Non è una cosa molto scolastica, ma per chi legge può dare una stima credibile di come possa essere effettivamente andato alla chiusura dell’anno.

Ecco qui lo schema, i dati sono in €:

RICAVI

Vediamo innanzitutto che nel 2020 è previsto un aumento dei volumi di ricavi rispetto al 2019, segno che il gruppo ha aumentato la sua attività nell’ultimo anno: a settembre erano 10,5 milioni a settembre 2020 potrebbero corrispondere a circa 14 milioni a fine 2020, confrontati con i 12 milioni del 2019.

Si nota subito un fattore che era presente anche in Robocash: la differenza fra interest revenues e interest expenses. Placet Group fa moltissimo margine fra i tassi richiesti ai richiedenti (+ commissioni di servizi!) e quelli lasciati ai prestatori. Dentro questo margine, vedendo che il tasso ai richiedenti è dichiarato fra il 17 e 40% annuo, ipotizzo ci siano anche finanziamenti di risorse proprie del gruppo. Cioè risorse non raccolte tramite Moncera, o altri terzi, dove non deve pagare interessi a nessuno. C’è da dire anche che in realtà in bilancio viene dichiarato che tali tassi possibilmente applicabili arrivano fino al 75% annuo.

Nelle note del bilancio del 2019, possiamo notare dove è la zona di attività di Placet Group: circa 65% Estonia, 24% Lituania e 11% Polonia. Ben il 99% dei ricavi è dato da interessi, solo l’1% da commissioni.

COSTI

Come sapete, di solito viene fatta a fine anno una svalutazione per crediti non esigibili, come costo in bilancio indicante la perdita per insolvibilità prevista (l’impairment test). Andando a leggersi le note di bilancio, non si deve lasciarsi ingannare da quanto scritto nelle righe nello schema. Tale impairment test è compreso nella riga “miscellaneous operating expenses” ed è pari a circa 3,3 milioni di euro nel 2019, circa il 9% dell’esposizione verso i richiedenti. Non si conosce ancora tale svalutazione per il 2020. 9% è una svalutazione importante, anche se non eccessiva se consideriamo che stiamo parlando di prestiti p2p (anche se non in russia o kazakistan che come sappiamo hanno una solvibilità molto minore.

I costi di struttura sembrano restare invece stabili nel corso del tempo (es. personale, affitti e spese marketing sono praticamente stabili). Questo è un segno che la struttura non è in espansione, ma si sta parlando di una realtà consolidata. E non ci sono state acquisizioni nemmeno di altre società nel frattempo.

UTILI

L’utile netto passa da 3,1 milioni del 2019 ad uno stimato di circa 4 milioni nel 2020 (ho fatto il solito calcolo 2,995 mln/3*4). NON è dato sapere se nell’utile è già presente l’impairment test del 2020. Vedendo il volume in questo profit&loss della riga “miscellaneous expenses”, di cui l’impairment è di solito la voce più importante per questa società, potrei ipotizzare che è già compreso.

L’utile di Placet Group è poco meno del 30% dei ricavi. E’ una redditività veramente molto elevata, comparabile alle migliori finanziarie di p2p che già conosciamo.

STATO PATRIMONIALE

Pubblico qui lo stato patrimoniale di Moncera, a dicembre 2019:

Essendo a fine 2019 appena partita l’attività, i numeri devono essere letti tenendo conto di questo fatto e quindi filtrare le considerazioni effettuabili.

Ma questo è per dire che è interessante notare come la capitalizzazione della piattaforma (5.000€) sia comunque letteralmente uno sputo rispetto a quella di Placet Group, di cui propone i prestiti. Questa è una conferma di come confrontare i volumi di bilanci delle piattaforme rispetto a quelli delle finanziarie che coprono il buyback sia concettualmente completamente errato. Stiamo comparando le classiche mele con pere.

Un bilancio del genere per una finanziaria di p2p non sarebbe sostenibile (e addirittura ci sono per delle finanziarie: ma appunto quelle le evito assolutamente!). Sono invece pienamente in linea per il semplice servizio che offrono le piattaforme, cioè organizzare il marketplace di offerta prestiti e raccolta fondi.

Vediamo per conferma invece lo Stato Patrimoniale di Placet Group, sempre con i dati del 2020 a fine settembre, confrontati con fine dicembre 2019:

Qui il confronto con il 2019 è molto più coerente. Anche se vediamo i numeri di settembre: lo stato patrimoniale è infatti sempre una situazione “statica”, non accumulata come il profit&loss: confrontare in un p&l 9 mesi con 12 non è coerente, occorre l’aggiustamento che ho spiegato prima. Confrontare cosa c’era nel giorno finale di fine 2019 con il giorno finale di fine 2020 lo ritengo invece confrontabile, per vedere le evoluzioni, senza particolari aggiornamenti.

EQUITY

L’equity è sempre il primo elemento che vado ad analizzare in uno stato patrimoniale. E’ chiara la differenza come detto con Moncera. Il capitale sociale di Placet Group è ben più consistente: 5,7 milioni versati. Ma l’intero equity, considerando gli utili accumulati negli anni di attività, arriva fino a 22 milioni a settembre 2020.

Se vi ricordate le altri analisi di bilancio (che vi invito a guardare), 22 milioni di equity è una delle situazioni migliori finora riscontrate (siamo sotto a Robocash, ma sopra Viainvest e Twino). Finora, Placet group non ha distribuito dividendi: tutti gli utili sono stati tenuti appunto a riserva.

E’ questo il motivo principale per cui ritengo Moncera (e quindi Placet) una delle piattaforme più solide nella garanzia del buyback. Il gruppo finanziario ha dalla sua ben 22 milioni di “riserve” da cui attingere nel caso le cose dovessero andare male. Faccio notare anche che 22 milioni è quasi pari a TUTTI i debiti a cui il gruppo è esposto: se per assurdo dovesse chiudere di colpo l’intero gruppo, basterebbe incassare anche solo il 50% dei crediti (qualcosa meno, considerando la cassa già disponibile) per pagare proprio TUTTI i debiti esistenti.

CREDITI E DEBITI

Altro punto positivo che voglio far notare in questo bilancio, è la situazione di confronto fra la durata media dei futuri incassi (crediti a breve o a lungo termine) e la durata media dei pagamenti che dovrà sostenere (debiti a breve o a lungo termine.

Si può vedere che il volume complessivo a fine 2020 della cassa disponibile più i crediti incassabili entro 12 mesi (current assets) è di poco meno di 8 milioni. A fronte, nei debiti ha una richiesta di pagamenti a meno di 12 mesi per circa 5,6 milioni (current liabilities). Vuol dire che se anche Placet non riuscisse incassare 2,4 milioni di crediti (cioè circa il 30% degli stessi, cioè molto se compariamo le svalutazioni per impairment di circa il 9%), essa riuscirebbe comunque a far fronte a tutti i debiti a cui si è impegnata. E’ questa un’altra forza di avere una quota equity importante!.

Placet Group riesce a finanziarsi bene a medio lungo termine: ciò gli crea meno stress finanziario (o stress da “rimborsi veloci”).

Se conoscete Moncera, la cosa vi risulterà coerente con l’esperienza di investimento. Sapete infatti che anche nei nostri investimenti in prestiti P2P essa richiede di solito un investimento a medio lungo termine: è poco frequente trovare prestiti a meno di 12 mesi disponibili (debiti per Placet Group); ancora più raro trovare a 6 mesi!.

Questo è un punto di forza ed una tranquillità in più per il gruppo finanziario stesso. Anche se ci vincola ad un investimento a più lunga durata. Un elemento di tranquillità perchè per Placet significa meno stress finanziario, meno necessità di andare a ricercare risorse magari più problematiche per far fronte ad impegni incombenti e, soprattutto per noi, molto meno rischio di veder non più garantita la liquidità nei prelievi in casi di momenti di crisi di mercato (vedasi cosa è successo ad inizio 2020 ad esempio con Bondora).

CONCLUSIONI

Con tutta questa analisi si può vedere per quale motivo chi analizza Placet Group è sempre portato a dire che è una delle realtà più solide nel panorama del p2p lending europeo. E’ anche per queste ragioni in Mintos era uno dei loan originator valutati più positivamente, anche da siti di valutazione esterna come Explorep2p.

Una capacità reddituale di ben il 30% dei ricavi ed un equity già ad oggi accumulata (post crisi covid) di circa 22 milioni di € sono secondo me un ottima “assicurazione” sulla tenuta della stessa e per chi ci vuole investire. Chiaramente, stiamo sempre parlando di p2p lending e quindi le garanzie devono essere SEMPRE contestualizzate al rischio di questa tipologia di investimento.

Comunque è secondo me abbastanza chiaro che, sempre in questo contesto, i prestiti listati da Moncera riferiti a Placet Group hanno un grado di capacità di solvibilità, anche attraverso il buyback, fra le più alte del panorama attuale.

Analisi bilancio #4: Twino

In questo nuovo articolo della serie “Analisi di bilancio”, mi sono occupato della società che gestisce la piattaforma Twino. SIA Twino è una società che fa parte di un più ampio gruppo finanziario, ma è quella che si occupa direttamente della gestione della piattaforma twino.eu e dei contratti con gli investitori.

Il Bilancio di Twino è revisionato da una conosciuta società di auditing, BDO, che pur non essendo una delle big4, si occupa dell’audit di molte altre società finanziarie che offrono servizi di p2p lending in europa.

Il gruppo Twino aveva riscontrato nel 2017 difficoltà operative, risolte con la chiusura di alcune società in Georgia e la concentrazione della propria attività su segmenti di business più redditizi che hanno portato il gruppo a fare utili importanti. Permangono ancora però alcune aree di incertezza, vediamo quali.

Prendendo i documenti disponibili, bilancio Twino, vediamo quindi la situazione aggiornata a fine 2019 partendo dal conto economico degli utili:

PROFIT & LOSS

Ecco qui come si presenta il profit and loss per l’anno 2019, confrontato con lo stesso statement dell’anno 2018:

Ci sono molte cose da dire. Il semplice net turnover lo vediamo qui in calo e causa un netto calo del gross profit (per circa 24 milioni di €). L’utile però è alla fine in aumento, in quanto sono calati alcuni costi, che vedremo in seguito: il profit finale è variato da 3,6 a 4,4 milioni di euro.

RICAVI

Partiamo quindi dal turnover, che viene rappresentato in ribasso: da 33,3 milioni € a 9,1. Il net turnover è innanzitutto la fonte principale dei guadagni di Twino. Tale turnover contiene gli incassi da interessi e commissioni di gestione ricevuti dai richiedenti.

Il calo sembra elevatissimo, ma per capire cosa è successo in aiuto ci viene una tabella disponibile nel documento di bilancio che rappresenta la distribuzione geografica della attività della piattaforma:

Come vedete tale diminuzione è dovuta a due macro fattori: -20 milioni€ in Russia e -5 milioni€ in Georgia.

Il calo dei volumi in Russia è dovuto al fatto che, a causa di un cambiamento di legislazione russa, da Gennaio 2019 il gruppo Twino ha dovuto modificare le sue transazioni interne, per poter permettere di continuare ad offrire i prestiti russi ad investitori europei nella piattaforma web. Tali introiti non vengono più assegnati quindi al bilancio di SIA Twino, ma ad un altra società dello stesso gruppo (per dettagli maggiori si veda in fondo all’articolo) per cui sia i relativi ricavi sia i relativi costi non vengono più qui rappresentati.

Il calo in Georgia è invece dovuto al fatto che in questa nazione Twino aveva cominciato la dismissione delle proprie attività già nel 2017 e nel 2019 ha formalmente chiuso le proprie filiali là locate.

COSTI

Nella riga cost of sales vengono inseriti gli interessi e varie che la piattaforma paga agli investitori, altri interessi per altri fondi che vengono girati ai richiedenti dalla società direttamente, ed altre spese direttamente legate alla gestione delle transazioni.

Come possiamo vedere nelle tabelle di dettaglio del bilancio, possiamo intuire come i costi per la raccolta di prestiti (prime tre righe) siano sostanzialmente costanti, segno che i volumi della società Twino non sono molto variati nei due anni (o sono un po’ aumentati a minor costo unitario). Quello che si nota è come invece i volumi raccolti dalla piattaforma sono un po’ diminuiti. Inoltre hanno un peso non quasi totalitario nella raccolta fondi, come invece era nel 2018. Lo si può vedere dalla terza riga (commissioni per altri fondi raccolti) che passa da 0 a 528k€, mentre le prime due righe sono i compensi girati agli investitori della piattaforma (che passano da 2,9 milioni a 2,3 milioni circa).

Non ci sono state invece variazioni rilevanti nelle altre righe di spesa (e neppure nelle successive selling expenses e administrative expenses).

OTHER INCOME AND EXPENSES

In queste due righe vengono rappresentate entrate e spese “particolari”. Nel bilancio di SIA Twino sono molto rilevanti, e alla fine mi segnalano un problema, vediamo perchè.

Partiamo dalle altre other expenses:

Qui sono registrate principalmente le perdite per la vendita di crediti insolvibili a società di recupero e gli accantonamenti per crediti di dubbia esigibilità in bilancio. Questi valori sono passati da 24 milioni di€ nel 2018 a 17 milioni di € nel 2019. Nonostante a prima vista possa sembrare buono, in realtà il calo è dovuto all’uscita dei prestiti russi dal bilancio di SIA Twino, per essere passati ad un’altra filiale. Se poi lo confrontiamo con il turnover (sarebbe da confrontare con i crediti in bilancio, ma qui voglio analizzare la redditività) vediamo invece una % di costi svalutazioni sul turnover pari al 72 nel 2018 e addirittura quasi al 190 nel 2019! Questo è un elemento MOLTO negativo.

Risulta cioè che queste perdite e accantonamenti hanno un peso molto rilevante nel valore dei crediti. La cosa non sarebbe di per sè un problema, abbiamo già visto per esempio in Robocash che la cosa può essere benissimo superata quando i margini che riesce a farsi la finanziaria compensano questo peso. Il problema è quando questi margini non riescono a compensarlo. Cioè sono appunto sopra il 60-70% del turnover (dando un 30-40% di spazio per altre spese e utili).

Per quanto riguarda gli other income:

Il principale elemento qui contabilizzato sono gli storni per accantonamenti fatti per previste inesigibilità di crediti degli anni precedenti, che invece non si sono realizzate. Nel 2019 si sono rivelati incassati 5,4 milioni di crediti ritenuti inizialmente inesigibili. In più è stato realizzato uno stralcio contabile di accantonamenti della solita società russa che dal 2019 sono stati “spostati” in un altro bilancio del gruppo (10,5 milioni). Anche questo è un secondo segnale negativo, perchè 10,5 milioni di euro sono stati generati per una semplice operazione contabile.

Questi income hanno nel 2019 compensato le other expenses, ma mentre le spese mi sembrano ripetibili negli anni, almeno 10,5 milioni dei profitti sono non ripetibili.

UTILI

La somma di tutto ciò porta a degli utili che sono matematicamente in crescita rispetto al 2018, passando da 3,6 a 4,4 milioni di euro.

STATO PATRIMONIALE

Per non dilungare senza motivo l’articolo, segnalo i principali elementi da segnalare per lo stato patrimoniale sono:

  • Un calo nei volumi che si nota nella sezione crediti per circa un 50% (sempre per il solito motivo dell’uscita dei prestiti russi dalla contabilizzazione in questo bilancio).
  • L’aumento periodico dell’equity, grazie ad un profit annuale medio di 4 milioni di euro, che ha molto contribuito a riprendere la società dalle perdite registrate fino al 2017. Questo è invece un elemento positivo, perchè comunque, almeno finora, la società ha cominciato ad accumulare riserve importanti.
  • La liquidità di cassa è diminuita, nonostante SIA Twino abbia ricevuto nell’anno più dividendi (da 1 a quasi 3 milioni di €).

SIA TWINO E TWINO GROUP

Mi voglio invece soffermare su un importante aspetto riguardante la rappresentazione dei risultati della società e del gruppo in generale, che è stato prontamente segnalato dal sempre ottimo sito Explorep2p e che si potrebbe già intuire dai discorsi fatti finora. E’ rilevante conoscere anche la situazione del gruppo Twino nel suo complesso.

Il gruppo TWINO nel 2019 non ha però pubblicato nel sito il suo bilancio consolidato, come aveva invece fatto in tutti gli anni precedenti. Explorep2p segnala in questo comportamento un punto di incertezza o allarme per quanto riguarda la possibilità di valutare la solidità prospettica di questo gruppo. Perchè? E sarà corretto? Proviamo a vederlo.

Prendiamo innanzitutto l’ultimo bilancio consolidato disponibile, cioè quello del 2018, nello specifico il profit&loss che viene rappresentato in migliaia di euro:

Oltre all’occasione per vedere le perdite di cui ho varie volte parlato per il 2017, vorrei comparare il gross profit sopra visto per il bilancio della singola SIA Twino del 2018 con la somma del net interest income e del non interest income (per fare un confronto corretto, decurtati delle other operating expenses che non sono comprese nel gross profit di SIA Twino). Esce un 29,5 milioni della prima contro un 86,5 milioni della seconda. Se ne ricava che il bilancio pubblicato da SIA Twino nel 2018 contribuisce per circa un 34% agli introiti del gruppo (occorre fare delle precisazioni, ma ai fini dell’articolo è una buona approssimazione).

A maggior supporto vediamo il dettaglio geografico dei soli interessi del gruppo nel 2018 e confrontiamolo con quello del turnover complessivo di SIA Twino che vedete più sopra in questo articolo: vediamo che in SIA Twino non confluiscono molti introiti di Russia, Polonia e Kazakistan, la gran parte degli introiti.

Non presento qui nel dettaglio anche lo stato patrimoniale, ma nel 2018 il gruppo Twino nel complesso aveva un equity pari a 15,4 milioni di euro.

Ora, traslando queste informazioni al 2019, dove come detto c’è stata lo scorporo nel bilancio di SIA Twino anche dei rimanenti prestiti Russi prima presenti, possiamo supporre che se avessimo a disposizione il bilancio consolidato del 2019 il contributo in questo sarebbe ancora minore del 34%.

Tutto ciò sta a significare che avere a disposizione il solo bilancio della SIA Twino non è sufficiente per comprendere bene l’effettivo stato di salute del gruppo nel suo complesso. Ricordando il principio che è importante per l’investitore conoscere lo stato di salute di chi gli riconosce il buyback, la reale relativa valutazione è ora possibile solo fino al 2018.

CONCLUSIONI

In conclusione, guardando la situazione nel suo complesso, si nota quindi una solo parziale possibilità di valutare per il 2019 il gruppo Twino nel suo complesso, cioè il reale e sostanziale garante del buyback per noi investitori.

Viene pubblicato solo il bilancio della società che ne gestisce la piattaforma, ma esso rappresenta meno del 30% del gruppo (sempre per stima derivante da cosa se ne deduce nel 2018).

Questo bilancio singolo del 2019 è comunque in utile, per circa 4,4 milioni. Ma abbiamo visto che questo utile deriva da una combinazione di pesanti perdite per svalutazioni crediti non compensati adeguatamente dalla redditività delle operazioni da essa gestite e una serie di introiti più contabili che effettivi. Non si traduce quindi in un utile che posso definire stabile nel tempo, come potrebbe essere quello del gruppo dietro a Viainvest.

La cosa si potrebbe ribaltare se si considerasse invece il bilancio di gruppo nel suo complesso. Per esempio gli utili derivanti dalle altre filiali, potrebbero compensare le basse marginalità di SIA Twino. Ma la valutazione ad oggi purtroppo NON è ancora possibile dato che appunto tale documento per il 2019 non è disponibile, ed intuisco per scelta. E tale scelta è comprensibile possa creare qualche dubbio agli investitori, che sanno che nel frattempo il 2020 ha presentato tutte le problematiche legate al covid. Dubbi che permangono anche se si conosceva che nel 2018 tale gruppo aveva raccolto utili per più di 8 milioni di euro.

Quindi il problema che ora rilevo è più il non sapere adeguatamente la situazione che la reale preoccupazione per lo stato di salute del gruppo. Però il non sapere è comunque sintomo di non poter valutare adeguatamente e per questo motivo è comprensibile oggi la cosa finirà per diminuire la fiducia nel complesso degli investitori.

Analisi bilanci #3: Robocash

Con questo articolo, continuo una serie che avevo cominciato ad inizio 2020 riguardante l’analisi dei bilanci delle piattaforme e delle finanziarie che le gestiscono (o ne sono partner). Come terzo “capitolo” di questa serie, ho deciso di giocare facile e scegliere Robocash (nei prossimi le cose saranno un po’ più complesse 🙂 ).

Innanzitutto, come mai questo ritardo rispetto al secondo capitolo Analisi Viainvest? Come forse qualcuno già sa, purtroppo la pubblicazione dei vari bilanci non avviene mai ad inizio anno, ma da un periodo che va da maggio a novembre. Inoltre… quest’anno c’è stata tutta la confusione organizzativa generata dal covid, per cui questo periodo è addirittura slittato!

Ciò nonostante, ritengo comunque molto utile proseguire con questa serie, in quanto a mio avviso tale argomento è ancora molto sottovalutato dagli investitori. La salute finanziaria di chi si occupa della raccolta e gestione degli investimenti (e garantisce il buyback nei casi previsti) è fondamentale. Soprattutto in questi tempi di incertezza economica, è uno dei segnali più importanti sulla capacità futura di una piattaforma o di un loan originator di mantenere gli impegni.

Perchè dicevo che gioco facile? Perchè da quello che ho monitorato, il gruppo Robocash è uno dei gruppi finanziariamente più solidi del panorama delle piattaforme p2p estere. Negli ultimi anni i valori sono cresciuti molto e con essi, non è sempre scontato, anche i profitti. E i profitti generano riserve di liquidità, se non vengono distribuiti, o distribuiti in misura contenuta come finora è accaduto qui. Le riserve di liquidità sono a tutela dell’investitore, fanno a “garanzia” dei buyback.

IL BILANCIO DI GRUPPO ROBOCASH

Il bilancio consolidato del gruppo Robocash è stato auditato da una società di revisione, per la prima volta nel 2019. La società in questione è KPMG, una delle big4 del panorama internazionale della revisione contabile; e questo è sicuramente un plus aggiuntivo.

Ricordo che i prestiti listati nella piattaforma sono per la maggior parte originati da società appartenenti al gruppo. Quelli rimanenti, da altre finanziarie sempre collegate al proprietario Sergey Sedov.

Pubblico qui intanto gli schemi di bilancio pubblicati e poi passo alle varie note di spiegazione. I valori negli schemi sono in migliaia di dollari.

Per chi non fosse iscritto alla piattaforma e volesse testarla, lascio qui il link di iscrizione associato a p2p-italia:

Iscriviti a Robocash

PROFIT AND LOSS

Dal profit and loss depositato si possono osservare le seguenti cose:

  • I ricavi di Robocash hanno raggiunto nel 2019 i 132 milioni di dollari di interessi incassati e + 4 milioni per fee di ritardi e altre commissioni attive, contro solo 1 milione di dollari di interessi e 4 milioni di commissioni pagati ai finanziatori ed investitori. Il significato è sia che le finanziarie del gruppo riescono a fare grossi ricarichi sugli interessi ai richiedenti prestiti (vedremo dopo in quali nazioni) rispetto a quelli che loro pagano a noi investitori, sia che molti dei prestiti che emettono in realtà hanno fonti da liquidità propria dello stesso gruppo, non richiesti quindi al mercato p2p.
  • La riga Credit Loss allowance (impairment test) è pari a 83 milioni di dollari nel 2019. Confrontati con i loans to customer netti a fine anno danno un’incidenza del 83/(44+83) = 65%. E’ una percentuale molto alta di accantonamento crediti, indice di una forte rischiosità dei mercati in cui opera il gruppo. Questa rischiosità è uno degli elementi intrinsechi del motivo per cui i ricarichi di interesse ai richiedenti sono così alti.
  • Le spese generali ed amministrative (che comprendono personale, affitti, consulenze, etc.) hanno un trend di quasi raddoppio su ogni anno dal 2017 al 2019. Questo è chiaro sintomo della grossa espansione che ha avuto il gruppo negli ultimi periodi, anche attraverso fondazione di nuove filiali nel mondo.
  • Il profitto finale 2019, dopo le tasse, è pari a quasi 16 milioni di dollari, oltre il 13% dei ricavi. Questi valori sono i più elevati fra i gestori delle piattaforme p2p in cui investo. La stessa incidenza dell’utile era stata raggiunta anche nel 2018, con un profit finale di quasi 11,6 milioni di euro. Non considero per convenzione nel calcolo le ultime righe dello schema sopra postato, che rappresentano gli effetti delle conversioni in valuta dei valori di bilancio; nel 2019 in quel caso l’utile sarebbe ancora maggiore, mentre abbasserebbe un po’ il 2018.

BALANCE SHEET

Lo stato patrimoniale del gruppo, sempre con valori espressi nello schema sopra in migliaia di dollari, mostra anch’esso gli effetti dell’espansione perpetrata negli ultimi tre anni conclusi (dal 2017 al 2019):

  • Nella riga “Loans to customers” si può avere un’idea dei volumi di investimento (presenti al 31.12) della piattaforma. Questi sono presentati al netto delle svalutazioni per rischi. In realtà, possono comprendere anche altre tipologie di prestiti finanziati, ma non sono ancora disponibili informazioni dettagliate in merito. Si può notare come anche qui il volume presenta esattamente un raddoppio su ciascuno dei tre anni considerati, passando da 11 milioni di dollari a 44 milioni.
  • Nella riga dell’equity “retained earnings”, cioè le riserve di utili portati a nuovo, si osserva come passino da 8,8 milioni a fine 2017 fino a oltre 28 milioni a fine 2019. Il rapporto di indebitamento rimane comunque stabile negli anni, segno che all’aumentare delle riserve proprie i manager hanno scelto di aumentare anche la leva di investimento. Tale rapporto rimane però fra lo 0,3 e lo 0,34, che è molto basso confrontato con le altre finanziarie che offrono il p2p.
  • L’equity totale ha raggiunto i 60 milioni di dollari.

COMPOSIZIONE DEL GRUPPO ROBOCASH

Non ho purtroppo ancora a disposizione quest’anno la suddivisione dei risultati di questo bilancio consolidato fra le varie società che compongono il gruppo. Per questo tipo di analisi quindi, devo affidarmi ai prospetti disponibili ancora per il 2018. Ho deciso di proporla comunque in questo articolo dato che in p2p-italia tale aspetto non è stato ancora affrontato e la considero un’informazione molto importante per capirne l’ambito di attività e, anche se del 2018, fornisce comunque l’idea di cui necessitiamo.

Ecco qui sotto quindi la suddivisione del profit&loss 2018, in migliaia di dollari, fra le varie entità del gruppo. Segnalo, per chi volesse farsi dei calcoli, che è normale che la somma algebrica delle singole righe differisca un po’ con le stesse righe nel bilancio consolidato, in quanto per arrivare a quest’ultimo occorre contabilmente elidere tutte le transazioni intercompany (cioè tutti i movimenti interni alle filiali del gruppo):

Da questo prospetto si vede chiaramente come la nazione di inizio attività di Robocash (Russia, i manager sono quasi tutti russi) e il vicino Kazakistan siano le due che portano la gran parte dell’attività di questo gruppo. La filiale russa apporta circa il 75% dei ricavi, quella kazaka circa il 17%. Poi, la filiale nelle Filippine (poi chiusa a fine 2019) che apportava circa il 9,5%, mentre Spagna il 5%. Vietnam ed Indonesia qui erano ancora in startup.

La cosa non sorprende noi investitori, in quanto la gran parte dei loan originator che propongono i loro prestiti nel mercato del sito hanno sede in Russia e Kazakistan. E tale situazione spiega benissimo due aspetti che ho elencato nel profit&loss. Infatti, in questi due paesi è possibile ricaricare per i microprestiti alti interessi ai richiedenti, giustificando l’ampia marginalità che si fanno queste finanziarie. Anche l’elevata (quasi esagerata a prima vista) svalutazione crediti rischiosi in bilancio è spiegata dall’alta rischiosità di questi due mercati.

Vediamo anche che in Russia si concentra la gran parte dei crediti giudicati di difficile recupero: ben 51 milioni nelle provisions, di cui la grande maggioranza è prevedibilmente accantonamento crediti.

Dello stato patrimoniale invece prendo solo le righe più rilevanti:

I crediti vs i richiedenti aperti a fine anno 2018 erano circa 14 milioni di $ in Russia e poco più di 6 milioni di dollari in Kazakistan. Confrontati con le provisions per crediti inesigibili si può intuire come il mercato russo sia stato valutato come più rischioso di quello kazako.

Per quanto riguarda l’equity invece, anche qui la filiale russa ha generato la maggior parte degli utili negli anni (e possiede la maggior parte delle riserve), come era facilmente intuibile anche dal risultato 2018 del profit&loss.

CONCLUSIONI

Riassumendo, da quello che si può interpretare dai suoi numeri, Robocash riesce con il suo business a ricavare ampli margini da mercati di prestiti p2p molto rischiosi. Questi margini riescono a sopperire a quelle che sembrano grandi quantità di insoluti a cui le finanziarie del suo gruppo devono far fronte.

Il surplus rimanente ha permesso poi di accumulare importanti riserve che sono indispensabili per poter garantire il buyback agli investitori di p2p lending in questa particolare tipologia di business. E permette anche al gruppo di fornire all’investitore la group guarantee, cioè la copertura aggiuntiva nel caso un singolo loan originator fra questi dovesse fallire.

Infine, ricordo sempre che per chi fosse interessato ad iscriversi alla piattaforma, ricordo che può utilizzare il link fornito da p2p-italia, che riporto qui sotto:

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Alla prossima analisi!

Analisi bilanci #2: Viainvest

Attenzione: questa è un’analisi del bilancio 2018; il bilancio 2019 uscirà fra qualche mese, quindi conterò di aggiornare questo articolo.

Come seconda analisi di questa serie, sempre in collaborazione con il conosciuto youtuber Leonardo Pinna, presento le macro informazioni del bilancio di un’altra piattaforma in cui investo: Viainvest.

Il Bilancio di Viainvest che viene analizzato, ha due caratteristiche fondamentali che lo differenziano da quello di Mintos, protagonista del primo articolo, e a cui bisogna prestare attenzione per non cadere in superficiali confronti:

  • Via SMS group si occupa direttamente del finanziamento dei clienti richiedenti. Dal lato investitore l’analisi di questo bilancio è ancora più importante rispetto alle società che si occupano solo del marketplace, in quanto sono questi valori a contenere le riserve necessarie per pagare i buyback dei prestiti in ritardo.
  • Il bilancio di Via SMS group è un bilancio, appunto, di gruppo (o consolidato): significa che è formato dall’integrazione di tutti i bilanci delle singole società che lo compongono, con la rettifica delle poste rispettivamente relative alle operazioni fra queste stesse società; cioè simula l’insieme di queste società come se fossero un’unica grande entità singola.

Lascio come giusto innanzitutto link al relativo video, dove con Leonardo presentiamo nel dettaglio le voci del bilancio di Via SMS group del 2018:

Qui sotto ripropongo le principali voci aggregate del bilancio in oggetto, mostrandone anche l’andamento storico, per permettere un confronto intuitivo sull’andamento nel corso degli anni. Il gruppo nasce dal 2012, ma tengo qui in considerazione per comodità solo i risultati dal 2015:

dati in K€20152016201720182019
Ricavi da interessi e commissioni13.57416.54520.03925.387
Costi operativi-2.452-2.893-4.068-5.326
Impairment test-4.323-6.115-7.352-8.077
Marketing-1.808-1.763-2.346-2.222
Costi amministrativi-2.604-3.252-4.381-5.318
Altri ricavi e costi-1.001-1.413-607-1.675
Utile dopo tasse1.1091.3761.2852.769
Attività immobilizzate6772.3932.273746
Crediti vs richiedenti10.56814.66918.12422.983
Altri crediti1.7991.5582.6446.353
Cassa5431.1582.1591.866
Debiti vs investitori2.7837.70012.26015.760
Altri debiti9.2529.4209.65710.515
Equity1.5512.6583.2825.673

Viainvest ha un bilancio auditato da una società di revisione, che ne ha certificato la correttezza dei numeri lì rappresentati e la veridicità della rappresentazione. La società in questione è BDO; essa non fa parte delle famose Big4 internazionali, ma è comunque molto utilizzata nel panorama degli stati baltici.

Come si può vedere dal confronto delle voci di riferimento, il gruppo ha raddoppiato i propri volumi di ricavi e di operazioni (si guardi per quest’ultima crediti vs richiedenti, che sono al netto delle svalutazioni per possibile inesigibilità) dall’anno 2015 al 2018. I ricavi, come anche spiegato nel video, si compongono per più di 2/3 dalle commissioni ottenute per l’erogazione dei prestiti, per un altro 1/4 dalle penalità e multe per ritardi di rimborso dei richiedenti ed il resto da proventi di attività collaterali.

Questa è l’interessante ripartizione geografica dei proventi di Vianvest, vediamo che molto del loro utile deriva da Polonia e Svezia:

Questa invece la suddivisione, a fine anno, dei crediti verso i richiedenti, sempre per nazione di richiesta, qui la suddivisione è più regolare, non operano più, sembra, in Lituania:

Interessante anche osservare, su questo bilancio, l’applicazione del fondo per impairment a calo dell’esposizione complessiva, dato che appunto il gruppo subisce in prima persona eventuali insolvenze dei richiedenti su cui noi investiamo le nostre quote su Viainvest. L’impairment nel 2018 ha portato ad una svalutazione di circa 8 milioni di euro, pari a circa un quinto dell’esposizione a fine anno. E’ un valore significativo, non è basso. Ciò vuol dire che la qualità dei crediti sembra mediocre, ma anche che il gruppo guadagna comunque nella grossa differenza fra gli interessi/ commissioni ricevuti e i pagati (utili di quasi 2,8 milioni nel 2018).

L’esposizione verso i richiedenti finali sembra coperta solo in parte dagli investimenti degli investitori “privati” o “società” classiche, il resto della liquidità viene fornito dal’emissione di altri finanziamenti (contenuti nella riga altri debiti).

L’equity negli ultimi 5 anni è più che triplicata, conseguenza degli utili accumulati negli ultimi anni (soprattutto per effetto di ingenti utili nel 2017, mentre prima del 2015 era negativa). Anche il volume d’affari, e quindi, l’esposizione ha seguito questo andamento di crescita. Al momento l’equity copre molto più che sufficientemente i non current assets, e, assieme alla cassa, arriva alla copertura di un sesto dell’esposizione verso i richiedenti finali.

L’espansione dei volumi e dei costi operativi, è stata anche comunque conseguenza della creazione nel tempo di nuove filiali. Questi sotto sono i dati separati degli ultimi due anni revisionati (2017 e 2018) degli utili (net profit/loss) delle filiali del gruppo Via SMS, tutte facenti funzioni di filiali fornitrici di servizi finanziari nei vari paesi di competenza:

E’ quindi evidente come il bilancio di queste società sia differente da quello di Mintos, di cui ho parlato nel primo articolo. Oltre ad essere molto più strutturato visto, come ricordo ancora, la natura differente del loro business, è anche più dettagliato nel farci capire dove e come opera Via SMS group nel mondo, andando un po’ oltre quello che si vede dalla semplice piattaforma web di investimento.

Il bilancio di Viainvest è quello di un gruppo già avviato, che ha rallentato dopo la fase di “boom” delle attività tipica del periodo di startup e che sta iniziando a formarsi grazie alla, per ora, stabilità degli utili delle riserve interessanti a copertura dei rischi ben immaginabili di questo tipo di business.

Come osservabile anche dal sito, il 2019 non ha portato per la piattaforma un particolare aumento di volumi rispetto al 2018. L’attività di finanziamenti tramite questo marletplace web non rappresenta la totalità delle attività di questo gruppo, ma visto il peso è comunque un segnale per poter prevedere che i numeri 2019 non saranno molto differenti da quelli 2018, a meno di sorprese non ora preventivabili.

In attesa degli aggiornamenti 2019, come sempre, scrivetemi nei commenti se avete proposte o situazioni che ritenete utili approfondire per i prossimi articoli della serie.

Analisi bilanci #1: Mintos

Con questo articolo volevo inaugurare una breve serie di contributi riguardanti delle piccole analisi sui degli ultimi anni delle varie piattaforme di p2p lending su cui investo (e non).

Ho pensato di iniziare, assieme al mio amico Leonardo Pinna con cui ho collaborato su una serie di video in tema sul suo canale, con il bilancio della piattaforma ad oggi principale nel panorama p2p lending: Mintos.

Innanzitutto trovo importante sottolineare come questi bilanci devono essere letti tenendo conto di un’importante distinzione fra due tipi di operatività: chi si occupa del semplice servizio di marketplace e chi si occupa anche della gestione del mercato dei singoli prestiti. Mintos fa parte del primo caso e, come vedrete quando presenterò i dati di altre piattaforme che invece si occupano anche direttamente della parte operativa, ha volumi apparentemente inferiori se confrontati a piattaforme appartenenti al secondo caso. Questo non vuol dire cioè che l’attività e l’affidabilità di Mintos siano per forza inferiori a Viainvest o Robocash (come mostrerò più avanti), semplicemente bisogna stare attenti a non confrontare mele con pere.

Lascio innanzitutto link al relativo video, effettuato in collaborazione con l’ottimo youtuber Leonardo Pinna, dove presentiamo nel dettaglio le voci del bilancio Mintos del 2018:

Qui sotto invece ripropongo le principali voci aggregate del bilancio in oggetto, mostrando anche l’andamento storico dal 2015 (anno di fondazione), per permettere un confronto intuitivo sull’andamento nel corso degli anni:

 DATI IN MIGLIAIA DI €20152016201720182019
      
Ricavi da commissioni505212.1384.647 
Stipendi-56-323-758-1.535 
Altre spese amministrative-85-344-1.037-2.841 
Altri ricavi e perdite-3-36-146-257 
      
Utile/perdita dell’anno-94-18119613 
      
Crediti21152778889 
Attività immobilizzate67169584571 
      
Cassa3622127090 
      
Debiti4457715770 
      
Equity406475716781 

Mintos come scritto è una società che guadagna sulle commissioni generate dall’inserimento nel proprio marketplace dei prestiti originati dalle finanziarie di cui potete trovare elenco nel sito.

Come è noto, ed è intuibile dalle statistiche di volumi di prestiti che ci presenta la stessa Mintos, la crescita di tali volumi è stata costante durante la sua attività e questa è comunque una buona cosa per la prospettiva di tenuta. Sempre da tali statistiche, si può notare che anche il 2019 ha portato ad un ulteriore aumento dei volumi, ed è facilmente prevedibile la cosa si riperquoterà con un ulteriore aumento dei ricavi di questa piattaforma nel bilancio che uscirà fra qualche mese, vedremo se meno o più proporzionale rispetto all’aumento dei costi o degli investimenti.

Come anche spiegato nel video, Mintos nel 2018 ha investito molto sia in aumento del personale (di quasi 2,5 milioni di euro) e sia nelle altre spese operative, cosa che ha fatto lievitare i costi in quell’anno leggermente di più rispetto all’aumento delle vendite. Tale situazione è il motivo principale del risultato finale di periodo relativamente basso, nonostante appunto l’incremento di volumi di attività del sito.

La somma di cash e crediti a breve è leggermente superiore ai debiti a breve, segno che al momento la situazione sembra essere quasi “in pari” nella sua capacità di assolvere le normali obbligazioni operative (indice di copertura a breve = 1,27).

Mintos è poi ancora in una situazione di solidità patrimoniale “normale/leggera”: il rapporto fra equity e non current asset è pari a 1,36. Non ha quindi problemi rilevanti di coperture se l’attività prosegue ordinatamente, ma (a fine 2018) non ha ancora passato la fase di start up e accumulato quelle riserve finanziarie necessarie a supportare una grossa crisi, vedremo i risultati del bilancio 2019.

Attenzione! Questo ricordo ancora NON vuol dire che tutti i buyback dei prestiti che trovate su Mintos sono poco a rischio: Mintos infatti NON si sostituisce ai loan originators quando questi hanno problemi finanziari. Come vedremo in altri articoli di questa miniserie, piattaforme che dovranno anche sostenere i rischi dei mancati pagamenti da parte dei richiedenti dovranno avere di solidità patrimoniale più alti di Mintos e risorse ben più consistenti. L’obiettivo dell’analisi della solidità di Mintos deve essere quello di analizzare le prospettive di attività della sola piattaforma e sito web, cosa comunque necessaria affinchè i nostri investimenti vengano remunerati secondo le previsioni che ci attendiamo, senza intoppi e ritardi dovuti a problemi di gestione.

Si vedrà con il bilancio 2019 (che uscirà fra maggio e giugno di quest’anno) se Mintos sarà riuscita ad aumentare gli utili mettendo a frutto gli investimenti fatti nei due periodi precedenti e se riuscirà a dare ancora più sostanza alle sue riserve.

Nel frattempo… fatemi pure sapere nei commenti se questa serie può essere interessante per i lettori e cosa vorreste magari analizzassi nei relativi articoli futuri.