Cari investitori, proseguo con l’aggiornamento delle mie recensioni di piattaforme “classiche” di p2p lending.
Ho pensato di riprendere stavolta in mano quella di Twino. La vecchia recensione che avevo nel blog era veramente datata e ormai obsoleta. Vari asset, una volta presenti, sono stati rimossi dalla piattaforma con l’avvento delle asset backed securities, gli strumenti quotati nel Nasdaq lettone con sottostante i prestiti p2p.
L’occasione di scegliere proprio Twino mi è stata data da un altro nuova forma di prestito da loro creato, le real estate securities, che non sono altro che una ripresa delle securities di cui sopra, ma traslate ai progetti immobiliari.
Le real estate hanno due differenze importanti: sono di tipo equity (quindi con un ritorno variabile sulla base del risultato della gestione degli immobili sottostanti) e sono investimenti da considerarsi a lungo termine (generalmente fino anche a 10 anni).
Oltre a questo, come al mio solito, parlo di tutti quelli che sono i punti che mi piacciono, e quelli che mi piacciono meno, di questa piattaforma.
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Troverete comunque tutto nella mia recensione aggiornata nella lista che trovate in home, ma che potete raggiungere anche da questo link:
Inoltre, grazie al blog di P2P Italia, ho avuto la possibilità di fornire un bonus dedicato agli investitori che non sono ancora iscritti alla piattaforma. Con l’iscrizione attraverso i link del blog, avrete la possibilità di ricevere un cashback di 20€ una volta che investirete i primi 100€ in piattaforma. E’ un bonus che non è reperibile altrove, quindi se siete interessati, potete approfittarne:
Ciao a tutti ed eccoci ad una nuova recensione di una piattaforma di lending. In questo articolo mi occupo di Income Marketplace, piattaforma di lending abbastanza recente, ma che permette di ottenere rendimenti lordi oggi fra i più alti del mercato.
E’ una piattaforma dove listano prestiti vari loan originator ed i volumi sono in forte crescita. La inserisco attualmente nel mio portafoglio nella categoria di rischio medio alta, dove procedo con una selezione dei prestiti più accurata, ma da cui riesco ad ottenere dei rendimenti superiori alla media delle concorrenti, un po’ come in Mintos.
Mentre occorre prestare attenzione ad alcune tipologie di prestito, ne parlerò in dettaglio, Income marketplace risulta comunque offrire una copertura sui default delle finanziarie rafforzata, attraverso una particolare skin in the game richiesta “evoluta”.
COS’E’ INCOME MARKETPLACE
Partiamo col dire che Income Marketplace è una piattaforma di p2p e business lending con sede in Estonia e attiva dal 2021.
E’ possibile ricavare chi sono i founder e la struttura consulenziale direttamente dal sito, nella sezione “Team”. Da lì è possibile risalire anche ai profili linkedin delle varie figure centrali.
Non ho trovato qui grandi punti grigi sull’argomento o elementi specifici di rischio: è una classica piattaforma creata da persone con esperienza nel settore lending, che si è creata vari contatti con loan originator in fase di crescita e desiderosi di espandersi ricercando fondi da investitori privati.
Nella piattaforma listano prestiti loan originator da 7 paesi, europei ed extraeuropei. Nello specifico potremo finanziare persone e aziende da Estonia, Finlandia, Bulgaria, Messico, Brasile, Colombia e Indonesia.
Ciònonostante, attualmente (giugno 2023) sono i prestiti in Estonia ed Indonesia i più attivi in termini di volumi in offerta.
Nel sito è naturalmente presente una pagina dedicata alla descrizione delle varie finanziarie.
Devo dire che questa sezione è molto ben fatta, per essere una piattaforma da così poco tempo attiva. Non raggiunge il livello di dettaglio di Mintos in quanto ad informazioni sulle finanziarie, ma ci sono comunque tutte le notizie che ritengo utili per eseguire una buona valutazione.
In questa sezione loan originator, possiamo ricavare, di ciascuna, una breve descrizione sulla sua attività e lo storico del proprio business, la tipologia di prestiti di cui si occupa, il tasso di interesse normalmente offerto e quello mediamente richiesto ai richiedenti, la % di junior share (ne parlerò più avanti) e le modalità di collaterali o raccolta delle riserve adeguate a coprire il buyback. E, ovviamente, possiamo trovare tutto lo storico dei bilanci aziendali.
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INVESTIRE IN INCOME MARKETPLACE
A riguardo del metodo di investimento, questa piattaforma non ha assolutamente nulla di nuovo rispetto a quanto siamo abituati a vedere in molte altre piattaforme di p2p lending.
E’ possibile andare nella sezione “Invest” ed investire attraverso la selezione manuale dalla lista dei prestiti con disponibilità in offerta, oppure attraverso il settaggio di classici autoinvest.
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I PRESTITI
Diciamo innanzitutto che c’è molta varietà di finanziamenti fra cui poter scegliere. E’ possibile per noi investire solo in euro, anche se, per alcuni prestiti, viene indicata a livello informativo la valuta fornita al richiedente. Questo è il caso in cui il contratto fra loan originator e richiedente non sia in euro, anche se noi ci investiremo comunque in euro: traducendo, il rischio cambio, in questi casi, è sempre tutto a carico del loan originator.
I rendimenti lordi oggi vanno dal 12 al 15%. Tutti i prestiti hanno il buyback offerto dal loan originator, che scatta dopo 60 giorni di ritardo (ne parlerò più avanti). Le durate di finanziamento invece oscillano fra 1 mese e 5 anni, a seconda della tipologia.
Ci sono due macro tipologie in cui è possibile investire oggi in Income Marketplace:
I prestiti personali/al consumo: i classici prestiti p2p, che possono essere richiesti da privati per le loro più svariate esigenze.
I business loans: finanziamenti a sostegno del business di piccole medie imprese.
Devo dire che in Income marketplace preferisco investire di gran lunga nella prima tipologia (prestiti al consumo), rispetto al finanziamento ad aziende.
Infatti, a mio avviso, le informazioni che la piattaforma ed il loan originator mettono a disposizione sui business loans non sono sufficienti. Si è scelto di offrire per i business loans le stesse tipologie di informazioni che vengono fornite per i prestiti al consumo, ecco due esempi (vi consiglio di ingrandirli per leggerli meglio):
Prestito al consumo in Income Marketplace
Business loan in Income Marketplace
Mentre le informazioni le ritengo più che sufficienti per quando si tratta di valutare un investimento in un prestito al consumo, la cosa non è altrettanto vera per i business loans.
I business loans
In questi, in effetti, ritengo possa essere più importante capire altri elementi, rispetto ad un prestito personale. Come, ad esempio, qualche dato finanziario del richiedente, la tipologia di business, storicità, etc e… il nome della società per valutarne l’effettiva operatività!
La problematica sarebbe notevolmente mitigata dal fatto che questi prestiti aziendali sono tutti coperti dal buyback del loan originator (non mi dilungo anche qui sul perchè questa cosa incida, se mi leggete da tempo lo sapete già 🙂 ). E’ comunque molto raro trovare un loan originator che fornisca buyback sui prestiti aziendali.. e c’è un motivo!: gli importi a rischio sono molto più cospicui e c’è molto più rischio default se la pianificazione è mal organizzata o in casi di eccessivi downturn dei mercati.
C’è da dire comunque che gli importi richiesti di questi business loans sono bassi rispetto alla media di questo settore e specifici loan originator forniscono queste tipologie di prestito.
La mia conclusione finale è che trovo in questa piattaforma più rischiosi i loan originator che offrono prestiti aziendali.
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BUYBACK E JUNIOR SHARE
Ritengo invece opportuno un dettaglio sulle modalità di offerta del buyback, in quanto su Income Marketplace le protezioni contrattuali offerte sono più alte rispetto alle altre piattaforme comparabili.
Partiamo dal buyback. Qui non c’è nulla di innovativo. Il buyback scatta dopo 60 giorni di ritardo di una rata di rimborso: al 61mo giorno l’investitore si vedrà rimborsato della quota capitale residua e degli interessi maturati anche per il periodo di ritardo.
L’elemento novità è invece la formula della Junior Share. Si tratta di una “skin in the game” particolare. Come questa, infatti, obbliga contrattualmente il loan originator ad investire una quota minima su ogni prestito da lui emesso, a stimolo per il suo controllo interno nella qualità del richiedente. Ma, in aggiunta a ciò, questa quota, nel bilancio del loan originator, funge come asset “subordinato” al soddisfacimento dei rimborsi agli investitori.
In parole povere, se il loan originator ad un certo punto non fosse in grado di onorare i buyback, ed andasse quindi lui in default ed in insolvenza, la previsione contrattuale è che, al posto di utilizzare i fondi dai crediti da lending rimasti attivi, per pagare TUTTI i fornitori, noi investitori compresi, i crediti da lending con attiva la junior share saranno utilizzate in fase di concordato/liquidazione per essere versate PRIMA agli investitori, e poi ai restanti fornitori della finanziaria.
Sembra un dettaglio non da poco, e forse un po’ complicato a leggerlo la prima volta. Ma, in caso malaugurato in cui una finanziaria andasse in fallimento e poi in liquidazione, queste Junior share andrebbero teoricamente ad aumentare molto la quota di diritto liquidabile all’investitore, rispetto a tutto il liquidabile a disposizione della finanziaria stessa, aumentando le possibilità di recovery in fase stragiudiziale e giudiziale.
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AUTOINVEST
Oltre alla selezione manuale dei prestiti, è naturalmente possibile settare dei classici autoinvest per impostare procedure automatiche di selezione e sottoscrizione di prestiti secondo le nostre necessità.
Settare un autoinvest in Income Marketplace è un passaggio che direi classico e molto simile a molte delle altre piattaforme di p2p lending.
E’ possibile impostare le autoselezioni, dichiarando le proprie preferenze nella sezione filtri in termini di:
durata del prestito
tasso di interesse
tipologia di prestito (non solo business loan o prestito al consumo ma, all’interno di quest’ultimo, si può scegliere fra payday loan, car loan, secured loan, short term loan e installment loan).
Nazione del richiedente
Loan originator
Status del prestito (se solo current o anche comprendendo prestiti già in ritardo).
Entrando nella sottosezione dei filtri avanzati (advanced), è possibile impostare preferenze anche su:
importo originario del prestito
escludere o meno prestiti con estensioni permesse (e anche quante estensioni già accordate).
data di emissione
selezionare addirittura un id di prestito specifico.
Ritengo importante segnalare che il fatto di escludere o meno prestiti che possano essere estesi inciderà molto sulla durata media del nostro investimento, quindi non la terrei come opzione di valutazione secondaria.
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MERCATO SECONDARIO
Attualmente non è presente il mercato secondario in Income Marketplace. Quindi, oggi non è possibile liquidare in anticipo i prestiti sottoscritti: occorre fare molta attenzione alle durate del prestito quando investiamo!
Dal sito, però, è presente nelle FAQ la nota che l’introduzione del mercato secondario è presente in un (non meglio precisato) futuro.
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BONUS DI BENVENUTO
Se volete poi iscrivervi ad Income Marketplace, potete farlo da questo link: Iscrizione a Income Marketplace, o dai pulsanti inseriti all’interno di quest’articolo, o nell’apposita sezione Bonus per investitori. Se vi iscrivete in questo modo, otterrete un bonus pari all’1% dell’investito che avrete dopo 30 giorni dall’iscrizione.
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CONCLUSIONI
Ed ecco infine riassunti quelli che sono i punti di forza e i punti dove fare attenzione se investirete nella piattaforma di Income Marketplace.
Punti di forza
Alto rendimento offerto
Formula di junior share a maggior tutela dell’investitore
Grande disponibilità di prestiti e varietà di loan originator
Punti di debolezza
Non è presente un mercato secondario
Trovo assai rischiosi (per mancanza di informazioni e statistiche fornite) i business loans
Benvenuti ad una mia nuova recensione di una piattaforma di p2p lending. Questa volta voglio parlare di Quanloop, una realtà che vedo molto pubblicizzata online oggi e sulla quale molti di voi lettori mi avete chiesto un riscontro. Scambiando qualche chiacchiera con qualcuno di voi, ascoltavo vari dubbi se Quanloop potesse essere effettivamente una buona piattaforma (data la semplicità su come investire e l’alto rendimento), oppure un business a forte rischio scam. Ho quindi cercato di riassumere quella che è la mia visione in questo articolo.
Sono sincero, a me non piace parlare nel blog di piattaforme su cui non ho investito personalmente. Ma leggendo da varie parti recensioni molto semplici, classici specchi per allodole, mi sono un po’ girati i cinque minuti e ho voluto buttare giù quest’articolo.
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COS’E’ QUANLOOP
Partiamo innanzitutto a tirare il perimetro di questa piattaforma.
E’ una piattaforma di investimento estone specializzata nel lending aziendale, attiva dal 2019. Si caratterizza per una modalità di investimento completamente automatizzata per l’investitore (ne parleremo qui più avanti) che permette un utilizzo assolutamente semplice, avvicinandosi molto al concetto di un fondo di investimento comune rispetto ad una piattaforma di lending vera e propria. Al contempo, ha molti elementi “grigi”/ sconosciuti nella propria gestione, che cercherò di descrivere in questo articolo.
Chi controlla Quanloop è indicato direttamente nel loro sito:
Leggendo, l’azienda è posseduta da due imprenditori esteri: Valentin Ivanov e Rene Rattur. A gestire operativamente l’attività e le scelte di investimento di Quanloop sono lo stesso Ivanon e Osauhing QFM, una società che opera come fondo di investimento. Molto grigia è la situazione di questo fondo.
Andando a cercare dati su questa Osauhing QFM, si trovano questi risultati di fatturato (circa mezzo milione di euro a semestre) e di tasse versate allo stato (zero, da più di tre anni):
E questo non è certo un bel segnale, contando che tasse 0 vuol dire molto probabilmente utili non positivi (per lungo tempo). Non la migliore delle situazioni per un fondo che dovrebbe gestire i nostri investimenti.
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INVESTIRE IN QUANLOOP
La modalità in cui è possibile investire, come detto, è molto molto semplice. E, al contrario di quello che tanti pensano, non è necessariamente sinonimo di buona cosa. Infatti a mio avviso non lo è. Ve lo spiego.
Non c’è un vero e proprio autoinvest in Quanloop. L’investitore ha la possibilità di selezionare solamente fra tre piani di rischio: un “low risk” un “medium risk” e un “high risk” plan. Delle caratteristiche dei prestiti, e di dove andrà ad investire ciascun piano non sappiamo nulla. Sappiamo solo quale sarà il nostro rendimento e quale sarà il range di loan to value dei progetti che andremo a finanziare.
Semplice giusto? Sì… ma ora passo ai punti critici. Punti di cui mi stupisco come molti investitori non li ritengano importanti, quando valutano la loro scelta di investire in questa piattaforma.
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Gestione NON controllabile da parte nostra
Innanzitutto, una volta selezionato il piano, chi gestisce la piattaforma farà tutto AL POSTO NOSTRO. Gestendo loro di fatto tutti i destini dei nostri capitali depositati. Non avremo modo di riprenderci il nostro capitale se non quando i prestiti ai richiedenti di Quanloop verranno rimborsati.
Voi mi direte, beh, ci sono già altri servizi che offrono una gestione totale del portafoglio in quedti termini. Vero, ma vediamoli:
Consulenti finanziari/piattaforme di consulenza (es. Moneyfarm): anche qui deleghiamo la gestione a terzi. Faccio però notare che ogni consulente finanziario italiano (abilitato a proporre il servizio!) deve sottostare a rigide normative in tema di: a) comunicazione delle operazioni per conto del cliente b) informativa sui risultati della gestione c) sottoscrizione di assicurazioni per la propria attività. Pensate realmente che Quanloop sia obbligata a questi obblighi, o fornisca a voi questi servizi? Chiaramente NO.
Banche: classico, anche i nostri consulenti di banca gestiscono al posto nostro i nostri risparmi. A parte gli obblighi di comunicazione che sono anche qui presenti, su di loro mi soffermo sulla TIPOLOGIA di investimento dove vi investono. Nonostante le solite chiacchiere da bar sulle “banche sono ladre, colluse etc.”, investono i nostri risparmi con un portafoglio con gradi di rischio nettamente inferiore al p2p lending. Titoli di stato, azioni quotate (e non quotate ma con alta capitalizzazione), obbligazioni, ETF; anche derivati, ma con sottostanti per la maggior parte legati agli asset appena citati. Il rischio è minore, e ovviamente anche il rendimento lì è minore. Non stiamo parlando della stessa cosa di Quanloop.
Altre piattaforme di lending che propongono servizi simili di gestione totale del portafoglio. Beh, non sono mai andati bene/sono esageratamente rischiosi. Penso alle strategie automatiche di Mintos: chi ha assistito al periodo buio del p2p di inizio 2020 sa che la più grande causa delle perdite degli investitori in quella piattaforma era per aver utilizzato tali strategie, che andavano a sottoscrivere i prestiti dei loan originator che venivano “scartati” dagli investitori che invece analizzavano autonomamente i prestiti. O alle strategie di Bondora, dove per spiegami sul perchè la considero spazzatura, vi invito a leggere il mio articolo che avevo scritto un paio di anni fa: Perchè NON investo in Bondora
Il p2p lending/crowdlending per natura è rischioso, un terreno dove molte aziende (in alcuni casi anche poco sane/raccomandabili) cercano fondi per le loro attività, che possono avere alte, ma anche molto basse, possibilità di successo. Per questo per poterne uscire qui profittevoli è importantissimo capire bene DOVE e COME investiamo i nostri soldi.
Mi aggancio qui per il secondo punto.
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Nessuna REALE informazione sui richiedenti.
Vi lascio qui sotto un semplice screen dei dati a disposizione:
A parte le informazioni che vi ho riportato, non c’è ALCUNA altra notizia su:
chi concretamente sta chiedendo i nostri soldi (come facciamo a valutare se sarà solvibile)? L’obiezione potrebbe essere che è Quanloop che garantisce per noi il risultato, fornendoci lei i rendimenti, dato che gestisce per noi i risparmi. Contando che è vero, se mi seguite da un po’ saprete che a mio avviso è importantissimo comunque sapere i risultati della gestione, in particolare sapere quanti richiedenti stanno ritardando i rimborsi o sono passati dal tribunale per tentare dei recuperi, creando stress alla gestione della stessa Quanloop. Ne riparlerò comunque nell’ultimo punto.
Che tipo di business stiamo finanziando. C’è un semplice “business loan”. Cosa? Attività solvibile, rischiosa o altamente speculativa?. Immobiliare? Commercio? Industria? Cripto? Vendite di gelati in Islanda? Quasi sicuramente saranno tutte piccole medie imprese, ma sarà mai possibile secondo voi poter avere una minima idea della gestione del portafoglio in questo modo?
Dove stiamo finanziando? In Estonia? In Europa? In Asia? Anche sapere questo è importante, in quanto questo ci dà l’idea di quali difficoltà si potrebbe andare incontro in casi di passaggi al tribunale per insolvenze o peggio fallimenti del richiedente e quindi avere un elemento in più per valutare la rischiosità della piattaforma. Ma se mancano i due punti precedenti, figuriamoci se possiamo arrivare a questo.
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Impossibilità di sapere i risultati reali della gestione di Quanloop
Come risultati reali della gestione, intendo se Quanloop ha una gestione profittevole o in perdita, e se è abbastanza capitalizzata per poter coprire.
Oltre a quanto indicato all’inizio dell’articolo sui risultati del fondo, non sono riuscito a trovare assolutamente altro. Oggi ormai è indispensabile conoscere i risultati di un richiedente che utilizza i nostri fondi per le proprie attività, e gli utili di questa attività per fornirci il rendimento e rimborsarci il capitale!
Il fatto di non conoscere questi risultati, soprattutto in questo clima di segretezza che si respira utilizzando la piattaforma e cercando approfondimenti, è assolutamente inaccettabile a mio avviso.
Qualcuno di voi è riuscito ad ottenere informazioni migliori in merito? Vi prego di segnalarmelo.
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Interessi giornalieri e investimenti a brevissimo termine
Questo è l’unico motivo che posso eventualmente riconoscere ad una scelta di investimento in Quanloop. Essendo completamente slegato, nella sostanza, ai prestiti reali sottostanti, l’investitore può scegliere in qualsiasi momento di liquidare l’investimento e ritirarlo.
Inoltre, gli interessi sono riconosciuti giornalmente, non mensilmente come la maggior parte delle piattaforme p2p o alla fine del periodo, come una parte del business lending.
Questa metodo è già conosciuto agli investitori: è lo stesso del grow and growth di Bondora. Ma in Quanloop gli interessi sono più alti.
Ovviamente, occorre sottolineare ancora una volta che, non essendo contrattualmente legati questi interessi ad un singolo progetto, essi vengono pagati fino a che il business di Quanloop, nel suo complesso, è sostenibile.
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ALTRI PROBLEMI
La Consob italiana di recente ha segnalato i problemi di Quanloop con l’autorità di vigilanza Greco. Tale regolatore ellenico, ha mandato comunicazione a tutte le corrispettive autorità europee, perchè non trovava regolarità con le autorizzazioni ad operare della piattaforma. Quanloop da parte propria ha comunicato che è pienamente in regola con il regolatore estone (paese di dove ha sede). Nonostante questa segnalazione si traduca in un nulla di fatto, risulta molto particolare il fatto che la Consob abbia comunque deciso di esprimere il proprio dubbio di regolarità in modo ufficiale.
Potete trovare la segnalazione direttamente nelle newsletter Consob, al 17 gennaio 2022.
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CONCLUSIONI
Come al solito procedo ad elencare quali sono secondo me i punti forti e di debolezza di Quanloop:
PUNTI DI FORZA
Interessi incassati giornalmente, pregando ogni giorno che qualcuno li faccia arrivare anche il prossimo.
Possibilità offerta di prelevare in qualsiasi momento il capitale investito.
PUNTI DI DEBOLEZZA
Molta opacità nella gestione dei prestiti e dei relativi risultati.
Impossibilità di comprendere i risultati di gestione della piattaforma e della finanziaria che la gestisce. I pochi dati trovati non sono buoni.
Segnalazione subite da parte di qualche regolatore nazionale europeo.
E stavolta chiudo direttamente con la risposta alla domanda: Quanloop è uno scam? Direi che non ci sono elementi per dirlo attivamente. Il problema è che nessuno degli elementi della mia ricerca mi ha fornito in modo oggettivo che operi regolarmente. Ergo, anche se non posso dire sia uno scam, NON posso sicuramente dire che non lo sia. E questo, per le mie valutazioni, è già sufficiente.
http://www.p2p-italia.com/wp-content/uploads/2023/05/quanloop-logo-barrao-1030x579-1.png258494p40l0m4rhttp://www.p2p-italia.com/wp-content/uploads/2022/08/logo_sito_512.pngp40l0m4r2023-05-21 10:04:242023-05-21 10:07:43Quanloop è uno scam? Perchè non ci investo
In questo articolo vi parlo di una piattaforma non ancora molto conosciuta, di recente apertura al pubblico, ma gestita da una finanziaria che agli investitori in p2p lending di più vecchia data potrebbe dire qualcosa: Capitalia.
Ho voluto parlare di questa piattaforma perchè va a colmare un “vuoto” nel mondo del p2p lending. Infatti, fino ad oggi mancava una valida alternativa, in Europa, per chi voleva finanziare imprese. O meglio, di alternative ce ne sono molte, ma sempre gestite da startup o da team finanziari con un’esperienza molto corta.
Capitalia invece ormai da un decennio si occupa dei finanziamenti ad imprese nei paesi baltici, ed ha deciso da qualche mese di aprire la propria piattaforma di lending per raccogliere gli investimenti di prestatori privati.
Ci investo ormai da tre mesi e mi sono fatto un’idea abbastanza buona. Trovo questa piattaforma ottimale per gli investitori più “esperti”. Richiede un minimo di investimento elevato (1.000€) ma, dall’altro lato, offre all’investitore una quantità e qualità di informazioni per la valutazione di un progetto che non ha oggi eguali nel mondo del crowdlending. I rendimenti dei progetti vanno in questi tempi dal 10 al 13%.
Per fugare innanzitutto il dubbio: NO non stiamo parlando di Capitalia SpA, il gruppo bancario italiano. Ma di Capitalia OU, gruppo finanziario baltico, che qualcuno si ricorderà per essere stato uno dei loan originator più conosciuti della piattaforma Mintos e poi uscito per aprire, appunto, la propria piattaforma dedicata.
Capitalia è un gruppo finanziario con sedi nelle tre nazioni baltiche (Lettonia, Lituania ed Estonia). E’ operativo dal 2007 e concentra la sua attività nel finanziarie imprese di questa regione e fornire loro consulenza di business.
Dal 2014 lista proprie obbligazioni nel mercato del NASDAQ Baltic exchange, la borsa di Vilinius.
Nel 2018 la realizzazione della piattaforma interna di investimento. Inizialmente aperta solo ad investitori istituzionali, aziendali e ad alcuni privati selezionati, da Gennaio 2022 è stata invece aperta all’ampio pubblico del p2p lending.
Q&A CON IL CIO DI CAPITALIA
Per raccogliere qualche dettaglio in più sulla piattaforma, ho avuto il piacere di recente di scambiare qualche chiacchiera con Gintaras Matuzas, Chief Investment Officer del gruppo da più di 4 anni. Ha accettato di rispondere a qualche domanda che vi pubblico in queste righe:
P2P Italia: Gintaras, ci puoi descrivere brevemente la struttura organizzativa di Capitalia OU?
Gintaras Matuzas: Ecco qui sotto la struttura organizzativa. La parte più importante è che le aziende richiedenti hanno ciascuna il loro proprio investment (client) manager di riferimento all’interno della nostra struttura, che le segue dal contatto iniziale fino al rimborso completo. I nostri gestori di investimento stabiliscono il rating di prestito, gli scambi iniziali e le due diligence per i loro clienti e presentano i casi al comitato di valutazione dell’investimento. Tutti i progetti sono approvati o respinti dal nostro comitato per la valutazione gli investimenti.
Nell’organigramma, le funzioni relative al rischio sono separate da quelle di emissione di prestiti e dai dipartimenti di crescita del business. Capitalia è di proprietà del fondatore e di 6 dipendenti chiave.
Ho visto che Capitalia sta quotando le obbligazioni nel Nasdaq Baltic S.E., quali potrebbero essere i principali vantaggi (se presenti) per gli investitori p2p in termini di compliance, sicurezza delle procedure e controllo del rischio?
Capitalia ha quotato al pubblicole obbligazioni nel 2014. Oggi queste obbligazioni sono rimborsate e abbiamo solo 3 piccoli (ogni 600k) collocamenti obbligazionari chiusi (sono elencati qui Bonds Capitalia). Una nota importante qui è che continuiamo la rendicontazione trimestrale e la revisione dei bilanci annuali nello stesso modo in cui ci è stato richiesto quando le nostre obbligazioni sono state quotate al pubblico sul Nasdaq. Manteniamo quindi gli stessi standard e gli stessi standard di conformità che, a mio avviso, riducono i rischi e forniscono agli investitori una maggiore sicurezza. I dati finanziari revisionati dall’auditor sono disponibili agli investitori, su richiesta.
Nel peggiore dei casi di fallimento di Capitalia, esiste già una sorta di procedura per aiutare gli investitori a continuare la raccolta da ciascun accordo?Vedo che i contratti di prestito sono tra Capitalia e i mutuatari.
La procedura è riportata neiTermini e condizioni, al punto 7.7: Nel caso in cui Capitalia sia dichiarata insolvente, Capitalia deve notificarlo alle controparti finanziarie (fra cui gli investitori e i richiedenti dei prestiti ndr.) e in tale notifica Capitalia fornirà tutti i dettagli degli investitori a cui la Società richiedente deve continuare a rimborsare il Prestito: importo del capitale del prestito, interessi accumulati, interessi di mora e penali (ma non le management fees di Capitalia, come previsto nel contratto di prestito), tenendo conto delle somme già rimborsate.
Tale notifica è vincolante per Capitalia, la società e le controparti finanziarie). Nel caso in cui Capitalia non abbia inviato tale notifica entro 1 settimana dall’entrata in vigore della decisione sull’insolvenza di Capitalia, l’investitore ha il diritto di chiedere alla Società il rimborso del Prestito e la Società richiedente è tenuta a soddisfare tale richiesta senza ulteriori comunicazioni da parte di Capitalia.
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Dopo la presentazione di rito, proseguiamo descrivendo come si investe in Capitalia e qualche mia impressione.
SITO WEB
Inizio con una nota negativa: l’organizzazione del loro sito web sinceramente non mi affascina molto. Nel senso, il marketplace occupa oggi uno spazio “minoritario” dell’intero sito di Capitalia. Non è così immediato andare a trovarlo: occorre andare nella propria sezione personale, una volta registrati, e solo da lì è possibile aprire la pagina “lending opportunities”
Ciò è dovuto al fatto che si tratta di un sito “aziendale” di Capitalia, a cui solo successivamente è stato aggiunto il marketplace per il pubblico. Il sito sembra ancora con il vecchio scopo di presentare Capitalia tanto ai grandi investitori che a raccogliere richieste di prestito da aziende. E’ evidente che ancora non è stato “riprogrammato” per mettere al centro l’investitore privato, in termini di esperienza di navigazione.
Ma, nonostante la “forma” direi ancora obsoleta, la sostanza comunque sotto c’è. Andiamo quindi a scoprire più nel dettaglio come poter operare.
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COME INVESTIRE IN CAPITALIA
Partiamo innanzitutto dal fatto che il metodo per investire in Capitalia è leggermente diverso da come ci hanno abituato le altre piattaforme di crowdlending. Non avremo infatti qui un “conto deposito” dove andare a depositare fondi in attesa di investire. Con Capitalia si investe DIRETTAMENTE nei progetti, dal nostro conto bancario. Vediamo come:
Una volta scelto su quale progetto concentrarci, nei dettagli dello stesso troveremo un classico pulsante dove inserire la quantità di investimento desiderata. Ricordo che la partecipazione minima per ogni progetto è di 1.000€ ed è possibile investire multipli di 1.000€ (es. 1.500€ non è consentito, 1.000€ o 2.000€ sì).
Appena sopra è possibile vedere quanto dell’importo richiesto rimane ancora da finanziare e la quota investita da Capitalia stessa (la cosiddetta skin in the game dei gestori). Cliccando su “Finance”, uscirà una finestra riassuntiva dove ci verrà chiesto di confermare ed approvare la richiesta di investimento.
Una volta confermato, otterremo i dati del conto bancario di Capitalia dove spedire l’importo inserito, tramite bonifico. Attenzione! In questa schermata vi verrà mostrato anche la causale da inserire nel bonifico (di solito il nome del progetto o proponente): è un’informazione molto importante da inserire, se si vuole far arrivare a destinazione i soldi senza particolari problemi.
L’investitore riceverà due mail durante questo processo: una appena “prenotato” l’investimento, come promemoria per disporre il bonifico con le relative coordinate, ed una con la conferma di avvenuta ricezione quando tale bonifico sarà stato ricevuto. Dopo l’avvenuta ricezione, una volta che i vari investitori hanno raggiunto l’importo di target richiesto dal proponente, verranno predisposte le documentazioni di rito e il progetto partirà. Se non si dovesse raggiungere il target, chiaramente, i fondi versati verranno immediatamente rimborsati direttamente nel conto corrente bancario dell’investitore.
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I PRESTITI IN CAPITALIA
Come detto, i finanziamenti proposti nel marketplace di Capitalia riguardano prestiti a piccole e medie imprese dei paesi baltici. Per questo motivo, leggere attentamente le informazioni sui business, i dati di bilancio, e gli obiettivi dettagliati che ogni richiedente specifico si propone di raggiungere è un passo fondamentale nel processo di valutazione.
Le tipologie di business finanziabili sono molto variegate. Si passa alle classiche imprese agricole della zona, alle imprese produttrici dei più svariati settori, e anche aziende che si occupano di servizi del terziario.
ANALIZZARE I PROGETTI
Questo è il punto di forza reale della piattaforma. Su Capitalia per ogni proposta inseriscono una quantità di informazioni ENORME per il possibile investitore.
l’obiettivo è quello di fornire una trasparenza massima e mettere a disposizione dell’investitore le stesse analisi che svolge lo stesso team finanziario di Capitalia. La stessa Capitalia, inoltre, è coinvolta direttamente con una quota in ciascun progetto che ci propone (la cosiddetta skin in the game).
Che tipo di dati possiamo quindi aspettarci quando saremo davanti ad una valutazione? Innanzitutto i dati di bilancio storici principali del richiedente, corredati da qualche indice e grafico comparativo.
Questi grafici in particolare li trovo estremamente utili. Viene sempre mostrata ad esempio la composizione dell’indebitamento del richiedente (con rapporto fra capitale proprio e capitale di debito), informazione importantissima per avere sott’occhio la situazione finanziaria dell’azienda e, soprattutto, il trend relativo nel tempo (è un’azienda che con la sua attività guadagna soldi? O che ne perde?).
Si possono inoltre trovare molti dati qualitativi sul tipo di business di cui si occupa, di trend di mercato, di posizionamento locale e gli obiettivi che lo stesso richiedente si pone grazie all’utilizzo delle risorse che raccoglierà tramite il p2p lending.
Infine, ma non per importanza, Capitalia fornisce una classica valutazione del proprio team sulla rischiosità del prestito. E’ stata realizzata una classica “scaletta” di rating, dove assegnare a ciascun progetto una propria posizione a seconda del rischio intrinseco. La scala di rating va da A (rischio molto basso) a E (rischio elevato) ed è interessante notare che per ciascuna classe di rating è stata associata una stima delle probabilità con cui un progetto ivi inserito possa andare in default, basato sullo storico pluriennale di prestiti a disposizione. Questo è un utile elemento per l’investitore per farsi i propri conti sul rischio/rendimento prospettico dell’operazione.
Una volta investito in un prestito, è ovviamente presente anche la sezione di aggiornamento dello stato del progetto, che ho trovato sinceramente sempre molto descrittiva e di ottima qualità.
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AUTOINVEST
Di recente, Capitalia ha introdotto la possibilità di settare una classica procedura di autoinvest, per risparmiare tempo investendo automaticamente parametrando dei semplici obiettivi di investimento.
A me personalmente, quando si finanzia business, non piace il principio di saltare tutta la fase di valutazione personale specifica, cosa che tipicamente accade delegando un autoinvest. Dato anche gli importi minimi richiesti, ricordo 1.000€, ci troveremo ad avere nel nostro portafoglio molti meno progetti rispetto ad altre piattaforme, motivo in più per dedicare più tempo per capire al meglio le caratteristiche di ciascuno. Un autoinvest, per natura, fa “saltare” all’investitore tale passaggio, perciò io qui non li utilizzo.
Ma, dato che è comunque un’opzione “aggiuntiva” (non siamo assolutamente obbligati ad usarli), ne parlo per chi avesse idee diverse dalle mie in merito.
Nell’apposita sezione, raggiungibile nel menù profilo, ecco gli elementi che ci mettono a disposizione per impostare i parametri della procedura automatica:
Come vedete, Capitalia offre dei pacchetti preimpostati di futuri investimenti, da “Very conservative” a “High return”, in ordine crescente di rischio e di rendimento atteso. Qui un eventuale investitore “pigro” può delegare a Capitalia l’intera gestione del portafoglio, anche le preselezioni.
Nel caso invece in cui non si voglia usufruire di tali pacchetti preconfezionati di strategia, è possibile settare una procedura automatica “classica” dettando dei parametri limite.
Si può decidere qui il massimo importo investibile in ciascun progetto, la/le categorie di rischio desiderate, il paese del proponente, i termini massimi o minimi di rimborso e/o un minimo di interesse offerto.
E’ possibile inoltre filtrare la scelta dei prestiti per classe di rischio, nazione del richiedente o range di durata del prestito.
Una volta settato ed attivato, quando la procedura troverà un nuovo progetto che risponderà alle nostre richieste, genererà in automatico una richiesta di investimento all’investitore, inviandogli via mail le coordinate e l’importo da versare per concludere la sottoscrizione. Nel caso in cui l’investitore non versi in tempo, o non desideri comunque investire nello specifico progetto, la procedura successivamente scarterà quel progetto dalla propria area di ricerca.
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MERCATO SECONDARIO
Su Capitalia ad oggi NON è presente il classico mercato secondario per poter liquidare in anticipo i propri prestiti. Sempre scambiando due parole con Gintaras, tale procedura probabilmente verrà implementata in futuro, ma non rientra oggi tra i programmi prioritari per la piattaforma.
Se però vi troverete ad osservare la pagina principale della piattaforma p2p, vedrete che nella lista prestiti ce ne sono alcuni indicati come “vendite dal mercato secondario”. Qui si intende vendite di prestiti sottoscritti precedentemente da Capitalia, che essa stessa sta rivendendo agli investitori della piattaforma. Capitalia infatti oggi è l’unica “usufruitrice” del “mercato secondario” interno: può venderci propri prestiti, rispettando sempre il fatto di possedere comunque il minimo importo di skin in the game concordato (cioè rivende solo i propri “surplus”). Altro fattore da considerare: Capitalia può vendere solo prestiti di richiedenti che hanno rimborsato almeno una rata.
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TASSAZIONE
Come per tutte le piattaforme estere, i rendimenti per gli investitori italiani sono soggetti a tassazione secondo l’aliquota IRPEF di ciascuno. Capitalia opera da lordista, riconosce cioè gli interessi interi, al lordo della quota tasse. Sarà l’investitore a dover integrare questi rendimenti nella propria dichiarazione dei redditi.
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CONCLUSIONI
Arrivati alla fine dell’articolo, come al solito, riassumo in pochi punti quelli che sono state secondo me le note positive e quelle da migliorare di Capitalia.
PUNTI DI FORZA
Team di Capitalia fra i più esperti nel p2p lending baltico
Livello professionale di informazioni a disposizione per valutare i progetti
Ottimo track record dello storico finanziamenti
PUNTI DI DEBOLEZZA
Alti importi minimi richiesti per investire (1.000€)
Ancora non presente il mercato secondario per gli investitori.
Piattaforma web ancora poco “investor oriented”
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E se volete testare la piattaforma, potete iscrivervi da questo link per supportare P2P-Italia!:
http://www.p2p-italia.com/wp-content/uploads/2022/03/Capitalia-logo.jpg4401089p40l0m4rhttp://www.p2p-italia.com/wp-content/uploads/2022/08/logo_sito_512.pngp40l0m4r2022-05-22 18:52:222022-08-26 16:26:15Capitalia – finanziare aziende ottenendo fino al 15%
In questa nuova recensione parlo per la prima volta di una piattaforma specializzata in lending di criptovalute: Celsius.
Celsius network è una vera e propria piattaforma di lending Ce.Fi., cioè di finanza centralizzata. Essa si occupa di ricevere da noi, a prestito, criptomonete, riconoscendoci degli interessi. Allo stesso tempo ci permette anche di ricevere a prestito delle cripto, chiedendoci sempre interessi in cambio. Il “cuore liquido” di questa piattaforma è un token: Celsius (CEL), uno smartcontract ERC-20 che opera nella rete Ethereum e viene utilizzato principalmente per generare interessi e scambiare prestiti. Parlando spicciolo, sarà l’unità di misura con cui riceveremo interessi (poi convertibili in euro) se depositeremo cripto in questa piattaforma e rappresenterà il “contratto” concreto di scambio che certificherà le nostre transazioni nelle blockchain.
Sono venuto a conoscenza di Celsius quando stavo cercando delle piattaforme per mettere a rendita Bitcoin ed Ethereum, che non mi comportassero grossi lavori in termini di gestione e monitoraggio dei valori (come invece accade nelle pool) o particolarmente costose in termini di fee, tali da annullarmi i profitti.
Vi descrivo in questo articolo le varie funzionalità e opportunità.
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COS’E’ CELSIUS NETWORK
La piattaforma è attiva dal 2018, fondata da Alex Mashinsky (l’inventore della tecnologia VoIP, colei che ci permette di telefonare utilizzando la rete dati) e Daniel Leon. Celsius ha sede principale statunitense, ma con molti altri distaccamenti nel mondo, le cui principali a Tel Aviv e Londra.
Attualmente su Celsius è possibile depositare le seguenti cripto: Bitcoin e WBitcoin, Ethereum, BinanceCoin, Litecoin, Ripple, Terra, AAve, MATIC, EOS, Cardano, 1inch, Uniswap, Bitcoin Cash, Bitcoin SV, Stellar Lumens, Dash, Polkadot, USDT, USDC, Binance USD, e qualche altra minore. La lista di cripto disponibili non è enorme, ma comprende comunque quasi tutte le valute principali.
Voglio mettere subito l’accento che Celsius è una piattaforma di Finanza Centralizzata. Quando noi investiamo in Celsius, stiamo di fatto prestando le nostre cripto (Lending) alla società che gestisce Celsius (Celsius Network LLC). E’ importante conoscere questo perchè, per chi è abituato ad operare in De.fi., prestando le nostre cripto ne abbiamo sempre la proprietà, ma il possesso viene delegato a tale piattaforma. Nella De.fi, quando investiamo è nostro anche il possesso! Questo è un elemento di rischio in più rispetto alla De.fi, ma che sostenendolo ci permette di avere vari altri vantaggi.
Il vantaggio principale di utilizzare Celsius è la possibilità di rendere profittevoli, in termini di interessi, anche criptovalute dove risulta molto complicato o molto costoso mettere a rendita nella De.fi. (come Bitcoin ed Ethereum). Io, oggi, lo uso principalmente per queste due valute. In De.fi, infatti, mettere a rendita Bitcoin comporta il fatto di effettuare varie conversioni in differenti blockchain ed occorre una certa esperienza per comprenderne bene il funzionamento e minimizzare i costi di commissione. Per Ethereum, oggi, le fee di commissione per gli invii fra indirizzi e di messa in staking (o in pool) sono letteralmente folli!.
Con Celsius è possibile mettere a rendita semplicemente inviando le nostre criptovalute nella piattaforma, sostenere solamente le spese di invio da un indirizzo ad un altro della stessa blockchain e… basta!
La piattaforma di Celsius è utilizzabile sia web, sia tramite app mobile. Non riesco a capire perchè, ma alcune sezioni sono disponibili solamente nell’app mobile. Quindi in caso siate interessati ad investirci, vi consiglio di scaricarvi l’apposita app nel cellulare da Apple store o Google play.
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INVESTIRE CRIPTOVALUTE
Per mettere a rendita le nostre criptovalute su Celsius la procedura è abbastanza semplice. I passaggi consistono nel depositare le criptovalute desiderate nel proprio account di Celsius (in un indirizzo che però è di Celsius!) e, successivamente, abilitare il flag di Earning per cominciare ad ottenere interessi.
Nel dettaglio, si devono depositare le criptovalute nella sezione “Receive” della piattaforma.
Inizialmente dovremmo cliccare sul bottone “Add New Coins” per “abilitare” la ricezione della cripto desiderata nel nostro conto di Celsius dedicato. Tale coin verrà quindi mostrata nella lista della tabella che riporto qui sotto e verrà reso disponibile l’indirizzo dell’account dove inviare la cripto posseduta. Cliccando su “View and copy Address” comparirà l’indirizzo alfanumerico dove inviare (dal nostro wallet o altra nostra piattaforma) il quantitativo desiderato di cripto da mettere a rendita in Celsius.
Nel momento in cui la cripto inviata arriverà nel wallet (generalmente qualche minuto al massimo), vedrete alimentarsi il Balance con la quantità ed il controvalore spedito. Da qui, semplicemente abilitando la “barra viola” dell’Earning, subito di fianco, sarà possibile iniziare a raccogliere gli interessi.
Le % di interessi che riceveremo cambiano da moneta a moneta.
Una volta abilitate, la stessa lista delle nostre cripto a rendita potrà essere vista direttamente anche nella home del sito, come vi mostro nell’immagine qui a destra.
Gli interessi sono riconosciuti settimanalmente, in Token Celsius. Sempre nella home è possibile notare lo storico delle transazioni e degli interessi ricevuti.
I token Celsius (CEL) che riceveremo, se si sceglie di non volerli conservare, sono liberamente scambiabili in euro. Per fare ciò, è sufficiente prelevarli dall’account Celsius ad un proprio indirizzo di wallet privato o direttamente ad un exchange, per esempio su Bitstamp o Bitfinex, dove sarà possibile convertirli in euro.
Faccio notare infine che per mettere a rendita tali valute in Celisus Network NON occorre vincolarle! Potremo ritirare i nostri depositi in qualsiasi momento!
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RITIRARE I DEPOSITI / INVIARE PAGAMENTI
Ho pensato quindi di dedicare un piccolo paragrafo quindi anche a come poter prelevare cripto che avevamo precedentemente depositato e/o messo a rendita su Celsius. Che è, di fatto, la stessa funzione che permette Celsius di inviare pagamenti in criptovalute ad altri utenti.
Esiste una sezione apposita dell’app, la sezione “Send”, dove è possibile inviare le monete dal nostro account nella piattaforma Celsius ad altri indirizzi, fra cui, ovviamente, quello dei nostri wallet personali esterni.
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Per fare ciò è necessario, innanzitutto, per ciascuna moneta che vorremmo inviare, salvare l’indirizzo dove la vorremmo inviare. Lo si può fare nel riquadro evidenziato nella foto qui sopra. Tale salvataggio è un’operazione richiesta e permetterà di rendere sempre accessibile, in futuro, tale indirizzo per tutti i successivi invii. E’ possibile chiaramente salvare un qualsiasi numero di indirizzi. Ciò per permettere di inviare i depositi sia ai nostri indirizzi (come prelievo) sia indirizzi di altri utenti Celsius che ce lo potrebbero fornire (se dovremo inviare loro qualcosa). Raccomando sempre di verificare che l’indirizzo dove inviamo sia della corretta blockchain rispetto alla moneta che vorremmo spedire!!
Una volta selezionato l’indirizzo di invio, i passaggi sono classici di un qualsiasi trasferimento cripto: dovremo inserire il quantitativo da inviare e confermare la transazione (pagando le relative fee, che su Celsius sono sostanzialmente le classiche, nulla di molto extra).
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PRENDERE A PRESTITO CRIPTOVALUTE
Ecco poi un’interessante funzione che è disponibile su Celsius: la possibilità di RICHIEDERE un prestito in criptovalute.
E’ una funzione disponibile solo nell’app per cellulare di Celsius (non ho sinceramente capito perchè la cosa non sia possibile anche nella versione web). Qui potremo richiedere a prestito delle stablecoin; quindi attenzione, non tutte le cripto del database di Celsius, ma solo le stable, come . Ecco come si presenta l’app mobile:
Cosa dovremo fare per prendere a prestito criptovalute? Dovremo:
Bloccare su Celsius un determinato controvalore in altre nostre criptovalute (controvalore che sarà più alto del prestito che riceveremo)
Pagare un interesse periodico variabile al valore che riceveremo in prestito.
Ma allora perchè prendere in prestito criptovalute, se dobbiamo comunque bloccarci un controvalore superiore? Beh, innanzitutto anticipo che è un’operazione per chi è “meno principiante” e conosce bene questo mondo.
Il motivo principale è in questo modo possiamo ottenere la disponibilità di cripto diverse rispetto a quelle che abbiamo nel nostro portafoglio, senza privarci della proprietà di ciò che avevamo già in possesso, come invece avverrebbe in uno scambio. Che vuol dire? Che se possediamo in origine la cripto A, ma per delle operazioni temporanee ci può essere più conveniente gestire la cripto B, possiamo utilizzare questo metodo per chiedere in prestito B vincolando provvisoriamente A, sfruttare B per i nostri scopi. Poi possiamo restituire B e svincolare A, che riavremo nelle stesse quantità di scambio di quando le abbiamo vincolate. Cosa che raramente succede quando operiamo degli scambi normali nel tempo fra A e B in quanto al ritorno in questo caso riceveremo A allo stesso controvalore, e se mi avete seguito non è la stessa cosa.
Facciamo un esempio: possiedo 1.000€ di Bitcoin, ma non mi voglio accontentare del 5-6% che potrei ottenere mettendoli a rendita su Celsius. Vorrei avere al loro posto per esempio USDT, che se messe in alcune pool (farò casomai un articolo a riguardo per spiegare cosa sono le pool) potrebbero generarmi anche il 20-30%. Ma, allo stesso tempo, non voglio privarmi di Bitcoin, scambiandoli, perchè conto che nei prossimi tempi Bitcoin si rivaluterà. Quindi non li scambio, ma li uso appunto come collateral per ottenere solo una % degli USDT che avrei ottenuto con lo scambio; in questo modo potrò comunque guadagnare dal fatto di ottenere comunque le rendite di questi USDT che metterò nella pool ma anche dalle future rivalutazioni di Bitcoin. Al contempo pago ovviamente anche degli interessi per questo prestito richiesto di USDT, quindi occorre inserire anche quelli nel nostro calcolo di convenienza dell’operazione
Gli interessi da pagare variano nel tempo. Oggi onestamente non sono molto convenienti (vedere per esempio lo screen a destra, che simula un prestito in USDC mettendo come collaterale Bitcoin, con i rispettivi tassi di interesse che come vedete variano a seconda di quanto collaterale scegliete di mettere per il prestito. In ogni caso, il principio qui è che meno collaterale depositate, più alto sarà l’interesse richiesto.
L’esempio sopra è solo una delle possibilità, ma volevo mostrarvi un assaggio di ciò che si può fare con il processo di borrowing permesso da Celsius.
Ma, operativamente cosa occorre fare? Come detto, è necessario qui utilizzare la app per cellulare. E’ qui presente la sezione “Borrow”, che vi reindirizzerà direttamente ad una schermata dove selezionare il menù di “borrow stablecoins” e da lì selezionare quantità ed importo desiderato. L’ultimo step sarà quello di selezionare la cripto da mettere a collaterale e la percentuale desiderata, da cui deriverà il preventivo di interesse secondo quanto scritto qui sopra.
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PROMOZIONI
Uno dei vantaggi nell’usare Celsius è la considerevole quantità di bonus utilizzabili per incrementare il rendimento dei nostri depositi nella piattaforma.
Già all’iscrizione, come sempre, potrete sfruttare il seguente link di P2P-Italia. In questo caso, cliccando dal link qui sotto, o inserendo in fase di registrazione il codice 1297738663, quando richiesto, potrete ricevere un bonus in deposito di 50$ in Bitcoin quando effettuerete un primo versamento, in qualsiasi valuta, di almeno 400$ convertiti, e di lasciarli nella piattaforma per almeno 30 giorni.
In aggiunta, escono periodicamente alcuni bonus ulteriori, per incentivare alcuni tipi di deposito nella piattaforma. Attualmente è disponibile una serie di altri bonus che è possibile ottenere inserendo appositi codici al momento dell’invio delle valute a Celsius. Ecco qui la lista disponibile nel momento in cui sto scrivendo (Gennaio 2022):
Tutti questi bonus, combinati insieme, permettono di ottenere rendimenti molto interessanti, integrativi a quelli classici disponibili per le nostre criptovalute qui versate.
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CONCLUSIONI
Spero di avervi dato una panoramica esaustiva delle principali opportunità che si possono avere tramite Celsius. Ecco quindi come al solito un riassunto di quali sono i vantaggi e limiti di utilizzare Celsius:
PUNTI DI FORZA
Investire in criptovalute con estrema semplicità di utilizzo.
Possibilità di mettere a rendita anche cripto difficilmente investibili in De.fi.
Ottime promozioni che incrementano il nostro rendimento.
PUNTI DI DEBOLEZZA
Piattaforma di Finanza Centralizzata (stiamo prestando le nostre cripto a terzi).
Pool di cripto gestite abbastanza limitato oggi.
Stiamo investendo in una piattaforma di criptovalute! I rischi sono quindi associati a questa tipologia di business.
E, se siete interessati, ricordo sempre di iscrivervi tramite il blog di P2P-Italia: Celsius, così sosterrete il nostro progetto!
http://www.p2p-italia.com/wp-content/uploads/2022/01/Celsius-Logo.jpg440840p40l0m4rhttp://www.p2p-italia.com/wp-content/uploads/2022/08/logo_sito_512.pngp40l0m4r2022-01-16 10:11:032022-08-26 16:27:30Celsius – Come investire in lending su criptovalute
Eccoci giunti ad una nuova recensione. Questa review so che è stata molto attesa da vari lettori, che mi hanno scritto chiedendomi cosa pensassi della piattaforma Afranga. E’ stata l’ultima, in ordine di tempo, che ho aggiunto al mio portafoglio, ma già molti di voi la stanno utilizzando. Cominciamo quindi!
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COS’E’ AFRANGA
Afranga è una piattaforma di p2p lending, attiva nel settore dei prestiti al consumo e gestita direttamente da un noto loan originator bulgaro: Stikcredit.
La piattaforma è veramente molto recente, dato che è stata aperta proprio quest’anno, il 2021, ma Stikcredit opera come intermediario per questi prestiti già da otto anni: ha aperto i battenti nel 2013. Stikcredit comunque non è poco noto agli investitori di lunga data nel mondo del p2p lending, dato che è stato un loan originator molto attivo in altre piattaforme marketplace, come Mintos, Bondster, Viventor (operava nella vecchia gestione) e pure dai nostri simpatici amici di Grupeer.
Stikcredit risulta comunque, ad oggi, rimasta sempre separata dalle gestioni fraudolente di Grupeer (dove comunque ha ancora dei fondi congelati non ancora restituiti agli investitori) e l’ultima di Viventor. Ad inizio del 2021 ha attuato un cambio di strategia di business per quanto riguarda la raccolta di fondi dagli investitori, uscendo da tutti i marketplace dove era ancora presente e fondando il proprio marketplace di p2p lending interno, Afranga appunto.
Stikcredit ha un bilancio revisionato, ma da un revisore bulgaro locale (quindi a mio avviso un punto da migliorare per adeguarsi agli standard delle altre concorrenti). Questo bilancio, per il 2020, mostra un utile convertito in euro di circa 2,3 Milioni (nel 2019 erano circa 1,6) e un equity complessiva di circa 5,9 Milioni.
Il team di Afranga è molto contenuto, risultano 4 persone dipendenti che si occupano dello sviluppo della piattaforma e del supporto agli investitori. Ma la società è interamente di proprietà di Stikcredit stessa, molto più strutturata e che si occupa di tutta la parte finanziaria, legale e di intermediazione con i richiedenti prestito.
In Afranga, come detto, si trovano solamente prestiti al consumo, emessi unicamente da Stikcredit. All’interno di questo ambito, si possono trovare prestiti dalla durata che varia da 1 a 24 mesi.
Tutti i prestiti presenti in Afranga sono coperti da una buyback guarantee da parte di Stikcredit, che scatta nel momento in cui il debitore accumula un ritardo che arriva a 60 giorni nel rimborso di una qualsiasi rata.
I rendimenti per l’investitore, oggi, sono fissi al 12%, ma nei primi mesi di lancio era possibile trovarli fino ad un eccezionale 18%! Purtroppo anche Afranga si è conformata, negli ultimi mesi del 2021, a quello che è il trend generale del mercato di contenimento degli interessi. Spero comunque che si possa tornare in futuro ad avere tassi allettanti come sono stati abituati ad avere i primi investitori.
Da informazioni che ho raccolto, il tasso di interesse effettivo caricato ai richiedenti arriva ad un massimo del 50% (tasso che è richiesto nei prestiti di brevissima durata), un ricarico al debitore quindi relativamente basso rispetto a quella che è la normalità per il mercato dell’est europa. Questo, come sempre può essere visto sia positivamente (un debitore con minor ricarico può avere meno difficoltà generali a rimborsare), ma anche negativamente (un loan originator che può marginare poco ha a disposizione minori risorse per poter coprire efficacemente la buyback guarantee quando necessario). Personalmente, guardando storicamente cosa è successo nei vari loan originator di p2p lending al consumo, lo vedo come un elemento più negativo. Le finanziarie più solide sono quelle che hanno avuto la possibilità di effettuare ricarichi importanti ai debitori, quando era necessario. Comunque, ad oggi, vedendo il bilancio di Stikcredit, non sono granchè preoccupato di eventuali insolvenze nel pagare il buyback.
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INVESTIRE IN AFRANGA
Investire in Afranga non si discosta nella sostanza dalla grande maggioranza delle piattaforme di p2p lending.
Una volta iscritti e caricati i necessari documenti e risposto alle domande classiche di KYC, è possibile cominciare ad investire.
Ecco come si presenta la pagina principale dove poter vedere i prestiti al momento disponibili per la sottoscrizione, con le classiche informazioni riassuntive, su durata, interesse, status, eccetera:
Nulla di nuovo quindi su questo punto. Per quanto riguarda la disponibilità di prestiti, Afranga sembra andare a momenti: a parte casi eccezionali, non ho notato finora assoluta mancanza di prestiti da cui poter scegliere. Quello che però sto notando è una progressiva riduzione nel tempo del quantitativo di prestiti “liberi”. Infatti, sembra che negli ultimi mesi il numero di investitori sia aumentato parecchio. Questo a causa del fatto di essere diventata una piattaforma molto ben recensita in rete ed il fatto di mantenere un tasso di rendimento finora sempre leggermente sopra la media. Spero quindi che problemi di cashdrag non diventino più frequenti in futuro, ma non lo posso escludere.
Per quanto riguarda invece i dettagli accessibili sul richiedente, Afranga si adegua a quella che è la norma. Cioè alle altre piattaforme che basano il rapporto con l’investitore sulla copertura di buyback dei ritardi, da parte del loan originator. Quindi, maggiori spazi alle informazioni sulla finanziaria e pochi dettagli (e poco significanti) sul richiedente finale del prestito. Ecco, qui sotto, cosa si può ottenere come informazioni cliccando su qualsiasi prestito aperto all’investimento. Poco di nuovo, l’età e residenza del richiedente, la suddivisione del montante fra i vari invesitori/parte libera e…. poco altro.
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AUTOINVEST
Naturalmente in Afranga è disponibile la possibilità di settare degli autoinvest, per risparmiare all’investitore il tempo di dover selezionare manualmente ciascun prestito e definire l’importo da investire desiderato ogni volta. Nelle piattaforme che propongono prestiti al consumo in alto volume, come Afranga, considero queste procedure di investimento automatico una funzionalità ormai obbligatoria.
L’investimento manuale è ovviamente sempre possibile (se notate nella pagina principale c’è la possibilità di cliccare sul tasto invest per immettere manualmente un importo da investire nel singolo prestito (un’operazione tutto sommato molto veloce). Ma chiaramente vi consiglio di settare uno o più autoinvest per far lavorare i vostri soldi nel modo più efficiente- ed utilizzare l’investimento manuale solo quando, eventualmente, i criteri che imposterete non soddisferanno le disponibilità momentanee di Afranga. Ma, dato che in Afranga non c’è una grossa diversità all’interno della propria offerta, vi troverete praticamente sempre ad investire tramite i vostri autoinvest.
Appunto, non c’è ad oggi una grande diversità nell’offerta di prestiti, intesa come variabilità di tipologia/paese etc., dato che sono tutti richiedenti risiedenti in Bulgaria e sono casomai suddivisi fra richiedenti finanziamento a brevissimo termine o a medio-lungo termine. E questa situazione si riperquote su una grande semplicità anche nella costruzione dei propri autoinvest. Nella procedura, di cui vedete postata sotto la schermata, l’investitore può infatti scegliere fra opzioni proprio basiche: range di importo da investire in ogni singolo prestito, interesse desiderato (oggi, fine 2021, ricordo sono tutti sempre al 12%), durata dei prestiti, tipo di loan (short term, a breve termine, o installement loans, cioè a medio-lungo termine) e status (se considerare o meno prestiti in ritardo).
Faccio notare che in Afranga gli autoinvest funzionano sia sul mercato primario, ma anche nel mercato secondario della piattaforma.
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MERCATO SECONDARIO
Ed ecco quindi anche l’altra funzionalità importante per una piattaforma di p2p lending al consumo: la possibilità per un investitore di liquidare in anticipo i propri prestiti già sottoscritti, vendendoli agli altri investitori.
Tale scelta può essere optata entrando nella sezione “My investments” dove è presente l’elenco di tutti i prestiti sottoscritti in passato. Da lì cliccando sul tasto “Sell” nel singolo (o singoli) prestiti che si vuole liquidare è possibile selezionare l’importo di esso/essi che si desidera vendere. E’ qui possibile selezionare sia l’intero importo, sia una parte di esso.
E’ possibile anche vendere tali prestiti a premio o a sconto, per cercare di trarre profitto dalla liquidazione o incentivare maggiormente l’acquisto da parte di altri investitori. La cosa è possibile nella sezione successiva a quella illustrata qui sopra, dove, prima di confermare definitivamente la messa in vendita del prestito, è possibile inserire una percentuale di ricarico (o di sconto, mettendola negativa), da applicare al prezzo finale richiesto per il riacquisto del prestito.
Nulla da dire su questa procedura, una funzionalità veramente standard, ma perchè questo standard lo vedo come il più efficiente, vista la semplicità d’uso. Segnalo anche che è possibile vendere più prestiti a blocchi, selezionandoli però uno ad uno.
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CONCLUSIONI
Arrivato ormai in fondo all’articolo, concludo come sempre la recensione riassumendo quelli che secondo me sono i punti forti e i punti deboli di Afranga.
PUNTI DI FORZA
Loan originator solido e piattaforma di sua proprietà
Rendimenti finora più alti della media delle “concorrenti”
Mercato secondario molto efficiente
PUNTI DI DEBOLEZZA
Poca varietà di prestiti, poca diversificazione possibile
Rischi di possibili cash drag in futuro
Da migliorare il grado di audit del bilancio di Stikcredit
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E, qualora abbiate trovato utile la recensione e siate interessati ad iniziare ad investire nella piattaforma, potete… iscrivervi tramite il blog di P2P-Italia. Iscrivendovi da questo link qui sotto, non vi potrò stavolta offrire dei bonus di benvenuto, ma riuscirete a sostenere il blog stesso!:
Dopo vario tempo, eccomi a recensire una nuova piattaforma di p2p-lending. Questa volta mi occupo di Lendsecured.
Lendsecured è una piattaforma che permette di investire nel comparto agricolo dei paesi baltici. E’ una piattaforma in cui investo ormai da svariati mesi e credo di essere riuscito a farmi un’idea abbastanza chiara di tale opportunità.
E’ di recente apertura, ha iniziato la sua attività nel 2019. Anche i volumi di investimento sono ancora modesti. Però, durante il 2021, da quando ho iniziato ad investirci, ho notato che stanno crescendo in modo sostenuto.
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COS’E’ LENDSECURED
Lendsecured è una piattaforma di crowdlending, dove i richiedenti sono imprese prevalentemente agricole, che necessitano di fondi per l’attività annuale di raccolta e gestione dei loro prodotti, o per finanziare acquisti di attrezzature a questo destinati. Dico prevalentemente perchè non viene esclusa la possibilità di ampliare tale offerta anche ad attività a queste collaterali, ma per ora tutti i progetti si sono concentrati in questo ambito.
I finanziamenti sono coperti da un collaterale messo in ipoteca. Tale collaterale può essere il terreno dove viene svolta tale attività, degli immobili in esso localizzati, oppure il vero e proprio raccolto agricolo del periodo.
Lendsecured non propone prestiti di loan originator terzi, ma si occupa direttamente della ricerca dei richiedenti e della messa in offerta nella propria piattaforma. Questa attività avviene per il tramite della società proprietaria di Lendsecured stessa, oppure per il tramite di due finanziarie ma partecipate dai soci fondatori di Lendsecured stessa, Ņikita Goncars e Edgars Talums.
Investire in Lendsecured è un processo molto simile a qualsiasi altra piattaforma di crowdlending.
Dopo aver completato l’iscrizione e le classiche procedure di verifica identità, nella pagina principale del sito (Primary market) si possono trovare l’elenco di progetti disponibili per l’investimento, con le classiche informazioni iniziali su:
Importo richiesto da finanziare
Interesse annuo
LTV iniziale (cioè per la specifica tranche di progetto, nel caso di progetti che presentano più tranche nel tempo sulla piattaforma)
Durata del piano di rimborso
In aggiunta, viene sempre specificato già qui il tipo di collaterale messo a disposizione dal richiedente a copertura del progetto (si veda più sotto).
E, come sempre, cliccando su ciascuno di questi progetti, si può analizzare la descrizione ed i dettagli dell’offerta, fra cui, importante, le informazioni sul richiedente finale. Oltre a queste, è possibile analizzare dei documenti specifici sull’analisi del progetto da parte dei valutatori della piattaforma, che possono comprendere analisi del mercato specifico dell’azienda, informazioni societarie registrate, il processo formale di valutazione (risk assestment) del rischio di credito e del progetto, etc. Tali informazioni sono incluse in questa sezione, di cui vi incollo un esempio :
L’investimento è ad oggi solamente manuale. Non è previsto infatti nel sito l’inserimento di una procedura di autoinvest, con la selezione dei soliti criteri per la scelta delle nostre preferenze e l’investimento automatico man mano che prestiti compatibili vengono emessi. Ma, da rumors in mio possesso, tale procedura di autoinvest sembrerebbe in fase di attivazione, vedremo in futuro!
L’investimento minimo in un singolo progetto è di 50€.
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PRESTITI RENDIMENTI E DURATE
Uno dei vantaggi principali che ho notato in questa piattaforma è il basso LTV dei progetti, cioè il basso rapporto fra l’importo finanziato e il valore di mercato del collaterale ipotecato. E’ qui molto raro trovare prestiti con tale rapporto maggiore del 60% e, anzi, frequente averne anche nel range del 20-30% o addirittura meno. Comunque, consiglio all’investitore di analizzare bene quale tipo di collaterale ha ciascun progetto su cui si sta analizzando una possibile entrata. Come detto prima, ci possono essere vari tipi di collateral nei progetti di Lendsecured.
Un terreno o un immobile ha una valutazione più stabile rispetto ad un raccolto, che dipende dall’andamento dell’annata, dallo stato di conservazione e dal mercato. Quindi i primi due forniscono una garanzia a copertura più “certa”, mitigandone maggiormente il rischio. A onor di cronaca, nei casi di messa a disposizione di un raccolto viene sempre stipulata un’assicurazione da parte del richiedente.
Occorre quindi un’analisi bilanciata di questo fattore con il LTV effettivo dichiarato, che può essere effettuata attraverso le informazioni disponibili in ciascun progetto:
Elemento importante anche perchè, come tutte le finanziarie che si occupano di crowdlending o di immobiliare, non è offerto il buyback per i progetti su cui investiamo. Perciò, avere delle solide coperture in caso di ritardi è fondamentale.
Il rendimento dei progetti nel momento in cui scrivo (novembre 2021) si attesta fra l’10 e il 13% annuo.
Più variegati sono invece la durata dei prestiti e l’importo. La durata ho visto oscilla fra progetti a 4 mesi (tempo brevissimo per attività di questo tipo, bene!) e i due anni (con qualche eccezione a 3 e 4 anni). L’importo dei prestiti è invece la variabile che più è cambiata nel tempo: quando ho iniziato era molto basso, si trovavano richieste anche minori di 5.000€! Ora tali importi si sono elevati (forse anche in seguito al grosso aumento di investitori attivi) e arrivano anche a toccare i 50.000€. Ma ad oggi si può ancora trovare molta eterogeneità su quest’ultimo aspetto.
SKIN IN THE GAME
Infine, in ogni progetto è presente una skin in the game da parte della piattaforma stessa, con una percentuale di minimo il 5%. Ciò vuol dire che Lendsecured è anche essa stessa investitrice dei progetti che propone agli investitori. Inoltre, viene garantito il raggiungimento del minimo richiesto dei progetti presentati. Infatti, nei casi in cui esso non si arrivasse a tale importo nella normale campagna di funding, è sempre presente uno specifico anchor investor parnter della piattaforma che si assume l’onere di coprire il mancante, per poter partire con l’operazione ed il periodo di rimborso sempre nei tempi stabiliti.
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SE UN RICHIEDENTE NON RIPAGA?
Come detto, qui non è presente la garanzia del buyback da parte della piattaforma, perciò per eventuali ritardi reiterati da parte di un richiedente l’investitore assisterà ai classici processi di recupero credito. Approfitto quindi in questa occasione per riassumere molto brevemente ai nuovi utenti cosa accade in questi casi.
Dapprima l’ufficio addetto di Lendsecured, in vece degli investitori coinvolti, effettuerà una serie di contatti con il debitore per tentare una soluzione concordata. Tale soluzione ha l’obiettivo iniziale di ritornare al piano di rimborso originale. Se ciò non risultasse possibile, l’obiettivo secondario è di programmare un nuovo piano di rientro che faccia comunque rientrare sia il capitale che i congrui interessi all’investitore. Nel caso in cui anche questi contatti non dessero esito soddisfacente, si passerà alla messa in stato di default del richiedente, passando alle vie giudiziarie. Qui il giudice verificherà l’insolvenza del debitore e se ancora non potrà pagare si passerà alla liquidazione dei suoi asset. Avere un collateral (cioè un’ipoteca) diretto sulla terra, su un’immobile, o su un raccolto, vuol dire che la liquidazione di esso sarà dedicata al rimborso dello specifico debito.
Ribadisco quindi di fare attenzione a tale collateral nella selezione del nostro investimento, e anche che non sia “condiviso” con altri debitori di altri progetti. Esso si rivelerà fondamentale nei recuperi di eventuali spiacevoli default. Inoltre consiglio di raccogliere informazioni sull’efficienza del team di recupero della piattaforma, che anch’esso svolge un ruolo determinante per i nostri interessi (vedere ad esempio la differenza fra quello di Estateguru, ottimo, rispetto a quello di Crowdestate, molto minore!).
Comunque, da quando io sto investendo in Lendsecured fino ad oggi (6 mesi), nessun progetto si è mai avvicinato a ritardi sostanziali; qualche sporadica rata in ritardo, prontamente recuperata. Spero tale situazione prosegua anche in futuro, ovviamente.
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MERCATO SECONDARIO
In Lendescured è prevista la possibilità di liquidare anticipatamente i prestiti in nostro possesso, mettendo in vendita nel mercato secondario parte o tutta la nostra quota in un determinato progetto. Tali vendite saranno liquidate quando un altro investitore acquisterà la nostra quota.
La vendita è possibile solo alla quota capitale di acquisto, quindi non si possono fare sovrapprezzi o sconti (e quindi no IVAFE a dichiarare). Non sono previste commissioni per la liquidazione. Inoltre, cosa non scontata, il periodo di messa in vendita genera interessi per il venditore (se la rata scade prima dello scambio, noi riceveremo gli interessi).
Per liquidare un nostro prestito, il processo è molto semplice: occorre andare nella sezione “Portfolio”, dove troveremo l’elenco dei nostri investimenti, e cliccare su “Sell” nel progetto che vogliamo vendere. Si aprirà la finestra sottostante, dove potremo decidere quale quota vendere e confermare:
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CONCLUSIONI
Come al solito, ecco infine i punti buoni e di miglioramento di Lendsecured che mi sento di segnalare a voi lettori, sulla base della mia esperienza:
PUNTI DI FORZA
Basso rapporto finanziamento/valore di beni in ipoteca.
Ottimo storico di rimborso dei progetti.
Pur concentrandosi nel settore agricolo, flessibilità di scelta e liquidabilità nel mercato secondario.
PUNTI DI DEBOLEZZA
Piattaforma ancora giovane e bassi volumi, anche se questi sono in crescita
Attenzione a capire bene le ipoteche, scegliete bene i progetti
Non è ora presente l’autoinvest
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Per chiudere, ricordo che tramite il blog di p2p-Italia è possibile iscriversi a Lendsecured ottenendo un bonus in conto dell’1% sull’investito per gli investimenti effettuati nei primi 180 giorni! Per approfittarne, iscrivetevi tramite il link qui di seguito:
Dopo vario tempo, eccomi a recensire una nuova piattaforma di p2p-lending. Questa volta mi occupo di Lendsecured.
Lendsecured è una piattaforma che permette di investire nel comparto agricolo dei paesi baltici. E’ una piattaforma in cui investo ormai da svariati mesi e credo di essere riuscito a farmi un’idea abbastanza chiara di tale opportunità.
E’ di recente apertura, ha iniziato la sua attività nel 2019. Anche i volumi di investimento sono ancora modesti. Però, durante il 2021, da quando ho iniziato ad investirci, ho notato che stanno crescendo in modo sostenuto.
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COS’E’ LENDSECURED
Lendsecured è una piattaforma di crowdlending, dove i richiedenti sono imprese prevalentemente agricole, che necessitano di fondi per l’attività annuale di raccolta e gestione dei loro prodotti, o per finanziare acquisti di attrezzature a questo destinati. Dico prevalentemente perchè non viene esclusa la possibilità di ampliare tale offerta anche ad attività a queste collaterali, ma per ora tutti i progetti si sono concentrati in questo ambito.
I finanziamenti sono coperti da un collaterale messo in ipoteca. Tale collaterale può essere il terreno dove viene svolta tale attività, degli immobili in esso localizzati, oppure il vero e proprio raccolto agricolo del periodo.
Lendsecured non propone prestiti di loan originator terzi, ma si occupa direttamente della ricerca dei richiedenti e della messa in offerta nella propria piattaforma. Questa attività avviene per il tramite della società proprietaria di Lendsecured stessa, oppure per il tramite di due finanziarie ma partecipate dai soci fondatori di Lendsecured stessa, Ņikita Goncars e Edgars Talums.
Investire in Lendsecured è un processo molto simile a qualsiasi altra piattaforma di crowdlending.
Dopo aver completato l’iscrizione e le classiche procedure di verifica identità, nella pagina principale del sito (Primary market) si possono trovare l’elenco di progetti disponibili per l’investimento, con le classiche informazioni iniziali su:
Importo richiesto da finanziare
Interesse annuo
LTV iniziale (cioè per la specifica tranche di progetto, nel caso di progetti che presentano più tranche nel tempo sulla piattaforma)
Durata del piano di rimborso
In aggiunta, viene sempre specificato già qui il tipo di collaterale messo a disposizione dal richiedente a copertura del progetto (si veda più sotto).
E, come sempre, cliccando su ciascuno di questi progetti, si può analizzare la descrizione ed i dettagli dell’offerta, fra cui, importante, le informazioni sul richiedente finale. Oltre a queste, è possibile analizzare dei documenti specifici sull’analisi del progetto da parte dei valutatori della piattaforma, che possono comprendere analisi del mercato specifico dell’azienda, informazioni societarie registrate, il processo formale di valutazione (risk assestment) del rischio di credito e del progetto, etc. Tali informazioni sono incluse in questa sezione, di cui vi incollo un esempio :
L’investimento è ad oggi solamente manuale. Non è previsto infatti nel sito l’inserimento di una procedura di autoinvest, con la selezione dei soliti criteri per la scelta delle nostre preferenze e l’investimento automatico man mano che prestiti compatibili vengono emessi. Ma, da rumors in mio possesso, tale procedura di autoinvest sembrerebbe in fase di attivazione, vedremo in futuro!
L’investimento minimo in un singolo progetto è di 50€.
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PRESTITI RENDIMENTI E DURATE
Uno dei vantaggi principali che ho notato in questa piattaforma è il basso LTV dei progetti, cioè il basso rapporto fra l’importo finanziato e il valore di mercato del collaterale ipotecato. E’ qui molto raro trovare prestiti con tale rapporto maggiore del 60% e, anzi, frequente averne anche nel range del 20-30% o addirittura meno. Comunque, consiglio all’investitore di analizzare bene quale tipo di collaterale ha ciascun progetto su cui si sta analizzando una possibile entrata. Come detto prima, ci possono essere vari tipi di collateral nei progetti di Lendsecured.
Un terreno o un immobile ha una valutazione più stabile rispetto ad un raccolto, che dipende dall’andamento dell’annata, dallo stato di conservazione e dal mercato. Quindi i primi due forniscono una garanzia a copertura più “certa”, mitigandone maggiormente il rischio. A onor di cronaca, nei casi di messa a disposizione di un raccolto viene sempre stipulata un’assicurazione da parte del richiedente.
Occorre quindi un’analisi bilanciata di questo fattore con il LTV effettivo dichiarato, che può essere effettuata attraverso le informazioni disponibili in ciascun progetto:
Elemento importante anche perchè, come tutte le finanziarie che si occupano di crowdlending o di immobiliare, non è offerto il buyback per i progetti su cui investiamo. Perciò, avere delle solide coperture in caso di ritardi è fondamentale.
Il rendimento dei progetti nel momento in cui scrivo (novembre 2021) si attesta fra l’10 e il 13% annuo.
Più variegati sono invece la durata dei prestiti e l’importo. La durata ho visto oscilla fra progetti a 4 mesi (tempo brevissimo per attività di questo tipo, bene!) e i due anni (con qualche eccezione a 3 e 4 anni). L’importo dei prestiti è invece la variabile che più è cambiata nel tempo: quando ho iniziato era molto basso, si trovavano richieste anche minori di 5.000€! Ora tali importi si sono elevati (forse anche in seguito al grosso aumento di investitori attivi) e arrivano anche a toccare i 50.000€. Ma ad oggi si può ancora trovare molta eterogeneità su quest’ultimo aspetto.
SKIN IN THE GAME
Infine, in ogni progetto è presente una skin in the game da parte della piattaforma stessa, con una percentuale di minimo il 5%. Ciò vuol dire che Lendsecured è anche essa stessa investitrice dei progetti che propone agli investitori. Inoltre, viene garantito il raggiungimento del minimo richiesto dei progetti presentati. Infatti, nei casi in cui esso non si arrivasse a tale importo nella normale campagna di funding, è sempre presente uno specifico anchor investor parnter della piattaforma che si assume l’onere di coprire il mancante, per poter partire con l’operazione ed il periodo di rimborso sempre nei tempi stabiliti.
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SE UN RICHIEDENTE NON RIPAGA?
Come detto, qui non è presente la garanzia del buyback da parte della piattaforma, perciò per eventuali ritardi reiterati da parte di un richiedente l’investitore assisterà ai classici processi di recupero credito. Approfitto quindi in questa occasione per riassumere molto brevemente ai nuovi utenti cosa accade in questi casi.
Dapprima l’ufficio addetto di Lendsecured, in vece degli investitori coinvolti, effettuerà una serie di contatti con il debitore per tentare una soluzione concordata. Tale soluzione ha l’obiettivo iniziale di ritornare al piano di rimborso originale. Se ciò non risultasse possibile, l’obiettivo secondario è di programmare un nuovo piano di rientro che faccia comunque rientrare sia il capitale che i congrui interessi all’investitore. Nel caso in cui anche questi contatti non dessero esito soddisfacente, si passerà alla messa in stato di default del richiedente, passando alle vie giudiziarie. Qui il giudice verificherà l’insolvenza del debitore e se ancora non potrà pagare si passerà alla liquidazione dei suoi asset. Avere un collateral (cioè un’ipoteca) diretto sulla terra, su un’immobile, o su un raccolto, vuol dire che la liquidazione di esso sarà dedicata al rimborso dello specifico debito.
Ribadisco quindi di fare attenzione a tale collateral nella selezione del nostro investimento, e anche che non sia “condiviso” con altri debitori di altri progetti. Esso si rivelerà fondamentale nei recuperi di eventuali spiacevoli default. Inoltre consiglio di raccogliere informazioni sull’efficienza del team di recupero della piattaforma, che anch’esso svolge un ruolo determinante per i nostri interessi (vedere ad esempio la differenza fra quello di Estateguru, ottimo, rispetto a quello di Crowdestate, molto minore!).
Comunque, da quando io sto investendo in Lendsecured fino ad oggi (6 mesi), nessun progetto si è mai avvicinato a ritardi sostanziali; qualche sporadica rata in ritardo, prontamente recuperata. Spero tale situazione prosegua anche in futuro, ovviamente.
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MERCATO SECONDARIO
In Lendescured è prevista la possibilità di liquidare anticipatamente i prestiti in nostro possesso, mettendo in vendita nel mercato secondario parte o tutta la nostra quota in un determinato progetto. Tali vendite saranno liquidate quando un altro investitore acquisterà la nostra quota.
La vendita è possibile solo alla quota capitale di acquisto, quindi non si possono fare sovrapprezzi o sconti (e quindi no IVAFE a dichiarare). Non sono previste commissioni per la liquidazione. Inoltre, cosa non scontata, il periodo di messa in vendita genera interessi per il venditore (se la rata scade prima dello scambio, noi riceveremo gli interessi).
Per liquidare un nostro prestito, il processo è molto semplice: occorre andare nella sezione “Portfolio”, dove troveremo l’elenco dei nostri investimenti, e cliccare su “Sell” nel progetto che vogliamo vendere. Si aprirà la finestra sottostante, dove potremo decidere quale quota vendere e confermare:
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CONCLUSIONI
Come al solito, ecco infine i punti buoni e di miglioramento di Lendsecured che mi sento di segnalare a voi lettori, sulla base della mia esperienza:
PUNTI DI FORZA
Basso rapporto finanziamento/valore di beni in ipoteca.
Ottimo storico di rimborso dei progetti.
Pur concentrandosi nel settore agricolo, flessibilità di scelta e liquidabilità nel mercato secondario.
PUNTI DI DEBOLEZZA
Piattaforma ancora giovane e bassi volumi, anche se questi sono in crescita
Attenzione a capire bene le ipoteche, scegliete bene i progetti
Non è ora presente l’autoinvest
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Per chiudere, ricordo che tramite il blog di p2p-Italia è possibile iscriversi a Lendsecured ottenendo un bonus in conto dell’1% sull’investito per gli investimenti effettuati nei primi 180 giorni! Per approfittarne, iscrivetevi tramite il link qui di seguito:
In questa terza parte della “guida definitiva” di P2P-Italia di Mintos, ho voluto concentrare l’attenzione su alcune tipologie particolari di investimento in questa piattaforma. Cioè, le possibilità che viene qui permessa di investire in valute differenti dall’euro e di investire in prestiti messi in rivendita da altri investitori (allo scopo di sfruttare rendimenti aggiuntivi).
Aggiungo poi in fondo all’articolo un piccolo capitolo dedicato al funzionamento della sezione “Portfolio“, utile per monitorare la qualità dei nostri investimenti.
INVESTIRE IN VALUTA
Partiamo col dire che normalmente l’investimento in valuta ha un rendimento nominale superiore rispetto ad un classico rendimento in euro. Ovviamente però a questo tasso più alto corrispondono altri elementi di rischio aggiuntivi e degli oneri.
Investire in valuta è possibile in tre passaggi:
Convertire gli euro depositati nella valuta desiderata (pagando commissioni), oppure in alternativa depositare direttamente in Mintos nella valuta desiderata utilizzando convertitori esterni (es. Transferwise).
Investire nella valuta selezionata attraverso qualsiasi classico metodo disponibile in Mintos (es. auotinvest oppure investimenti manuali).
Attendere il rendimento e poi riconvertire la valuta estera in euro quando si vuole liquidare la posizione, pagando altre commissioni.
Osservando questi 3 semplificati step, si può notare che oltre al classico rischio e rendimento tipici di qualsiasi investimento in p2p lending, entrano in gioco altri due fattori importanti nella valutazione dell’operazione:.
Le commissioni per cambiare in valuta estera e quelle per riportare in euro la valuta convertita. Queste sono sostanzialmente costi che occorre decurtare dal rendimento complessivo in valuta.
Il rischio di cambio, corrispondente alle variazioni di tasso di cambio che fanno variare per tutta la durata della conversione il controvalore in euro del vostro investimento.
Il calcolo di convenienza dell’investitore sull’investire o meno in valuta deve quindi tenere conto di questi fattori.
Esempio di valutazione prestito in valuta
Per spiegare, poniamo come esempio di investire in lari georgiano (costo commissione di mintos: 2%, sia in andata che in ritorno all’euro). Sappiamo che del rendimento dei prestiti in lari dovremo tener conto di un abbassamento del 4% complessivo per questi oneri. Quindi, al rendimento nominale in valuta dei prestiti nel marketplace dovremo decurtare queste commissioni, spalmabili nel numero di anni in cui prevederemo di tenere nostri depositi in lari. Es. per prestiti al 17% se teniamo un anno solo o meno, il rendimento atteso dovrà essere decurtato del 4% (13 finale). Se due anni, decurteremo del 2% annuo (15). Se tre, decurteremo di circa il 1,33% annuo e così via.
Più è lunga la durata della conversione, meno incidenti sono le commissioni (perchè più rendimento aggiuntivo si otterrà attraverso l’investimento in valuta).
A questo nuovo rendimento dovremo anche decurtare la svalutazione attesa della moneta (lari in questo caso) rispetto all’euro. Guardando il grafico storico del tasso di cambio, ottenibile molto facilmente attraverso ricerche con google, vediamo che il lari si è svalutato mediamente dell’11% ogni anno. Considerando questo nuovo rendimento atteso dovremo poi confrontarlo con le corrispondenti alternative in euro che ci propone la stessa (tenendo ovviamente conto anche che il rischio dei loan originator sia paragonabile per questo confronto).
Nel caso considerato di interessi nominali in lari del 17% con previsione di tenere investimento in valuta per 2 anni, al 17% dovremo quindi decurtare 2% annuo per le commissioni e 11% per previsioni di svalutazione, portando un atteso al 4%. La cosa chiaramente sembra rendere poco conveniente ad oggi per il lari lari. Potrebbe però esserlo in altre valute, fate i vostri calcoli.
MERCATO SECONDARIO
La sezione nel sito del mercato secondario si presenta molto simile a quella del mercato primario, ed è raggiungibile nella stessa sua pagina.
Il mercato secondario è, come conosciuto, utile per due motivi fondamentali:
rivendere prestiti in portafoglio non ad immediata scadenza quando si ha necessità di liquidità o quando si percepisce un eccessivo aumento di rischio nel rimborso di questi prestiti.
ottenere rendimenti aggiuntivi acquistando a sconto prestiti che si ritiene rientrino nella propria strategia di investimento.
Acquistare
Il mercato secondario di Mintos, avendo questa piattaforma una gran varietà di tipologie di prestito e di loan originator, è il più attivo nel panorama del p2p lending europeo.
E’ naturalmente possibile acquistare l’intera quota di prestito presentata o solo una parte di essa. Selezionando il bottone “invest”, localizzato come nell’immagine qui sopra, si può inserire il valore di prestito da acquistare. Per confermare l’acquisto occorre andare nel “carrello”, rappresentato con l’icona della borsa in alto a destra della pagina, a fianco della sezione account.
Gli elementi importanti da considerare in questa tabella si possono riassumere sostanzialmente con quelli che erano importanti nell’analisi disponibilità del mercato primario. Vi rimando all’articolo in questione: Mintos guida definitiva – pt1.
Però, in aggiunta, questi di seguito sono gli ulteriori punti rilevanti da tenere in considerazione quando si sceglie di investire in questo mercato:
La % di premium o discount alla quale il venditore ha messo a mercato il prestito che vuole liquidare. Il premium è il costo aggiuntivo per acquistare tot € di valore nominale di prestito. Lo sconto, specularmente, è il minor costo per acquistare tot € di valore nominale.
YTM: è il tasso di interesse effettivo del prestito messo a mercato. Questo è differente dal tasso nominale a cui è stato inizialmente emesso. E’ più rilevante guardare questo YTM nelle nostre valutazioni di rendimento atteso perchè tiene già in considerazione di:
sconti o premium del venditore,
i giorni effettivi rimanenti dal rimborso rate (le quote capitali/interessi delle rate possono cambiare man mano che si avvicina alla fine e inoltre il prestito può essere acquistato non all’inizio del “mese” di una rata, ma anche a metà mese, situazione che ne alza il tasso effettivo a parità di condizioni).
Attenzione al fatto che il calcolo dell’YTM per i prestiti in ritardo viene effettuato simulando che la prossima rata (in ritardo) venga pagata il giorno successivo a quello in cui vedete il prestito. Quindi in questi casi non è per forza di cose preciso.
Faccio anche presente che non sempre è una buona idea, quando si acquista dal mercato secondario, evitare i loan in ritardo. Infatti, in caso di buyback guarantee che paga gli interessi per il periodo di ritardo, e se il loan originator è solido, è sostanzialmente indifferente prendere tali prestiti rispetto agli omologhi in ritardo. Occorre una valutazione.
Infine, importante far notare che acquistare un prestito nel mercato secondario di Mintos non genera commissioni per l’acquirente.
Vendere
Per vendere invece un prestito nel mercato secondario, l’investitore ha la possibilità dell’opzione nella sezione “my investments”.
Per fare ciò si deve andare a cercare i prestiti che si vuole mettere in vendita, attraverso il bottone posto alla fine della riga di ciascuno di essi. Una volta selezionati, basta andare in alto a destra nell’icona della borsa per accedere al riassunto e da qui decidere a quanto di sconto o di premio posizionare tutti i prestiti considerati. Apparirà come nell’immagine sotto
Infine, è necessario premere sell per vedersi questi prestiti messi in vendita nel secondary market.
Attenzione che è presente invece una commissione per poter vendere dei prestiti in Mintos! Questa commissione è dello 0.85% del valore capitale della quota che vendete.
Sapere quanto mettere in sconto o a premio nella vendita di ciascun determinato loan è l’abilità/necessità del “venditore”. Non c’è una risposta precisa. L’unico trick che mi sento di consigliare è vedere a che % di premio o sconto la stessa tipologia di prestito (importante: dello stesso intermediario!) sono attualmente disponibili nel mercato secondario. Guardare a che velocità vengono questi sottoscritti e da lì scegliere di conseguenza cosa inserire. Ovviamente basandosi anche sui tempi cui voi siete disposti ad attendere per vedervi liquidato tale/tali prestiti.
SEZIONE PORTFOLIO
Mi aggancio infine qui per parlare anche della sezione portfolio di Mintos, cioè la sezione dove analizzare i prestiti attualmente in possesso e, volendo, tutto lo storico dei prestiti sottoscritti conclusi.
Questa sezione dà un’interessante sommario di come è composto il nostro portafoglio e vedere se tale composizione corrisponde ai nostri obiettivi.
I grafici in alto (qui riporto i miei attuali) mostrano a sinistra come è la suddivisione per:
Tassi di interesse e l’interesse annuo atteso dai prestiti in essere.
Durata rimanente dei prestiti.
Nel grafico a torta, la diversificazione del portafoglio, di cui è possibile modificare l’elemento interessato attraverso la tendina in alto. Nella diversificazione, quelle di cui ritengo importante monitorare quella per: loan originator, geografica e loan status. Si può comunque ottenere la suddivisione anche per tipo di prestito, loan originator in default o meno.
Sotto questi grafici riassuntivi si trova l’elenco dei singoli loan, Attraverso la sezione filtri nella sinistra è possibile, in modo analogo a quanto descritto per la sezione “Investimento manuale“, filtrare i gruppi di prestiti in essere desiderati. Questa parte è molto utile nel caso in cui si voglia osservare lo stato di pagamento e delle rate di uno specifico prestito, possibile semplicemente cliccandoci sopra, aprendone i dettagli, e andando poi nella sezione “payment schedule”.
E’ possibile qui infine estrarre tale analisi anche sullo storico dei prestiti già conclusi (Finished investments) nel caso vi interessasse osservare quali sono state le performance passate del vostro portafoglio.
Buon investimento!
http://www.p2p-italia.com/wp-content/uploads/2020/07/mintos-logo-3-1.png312799p40l0m4rhttp://www.p2p-italia.com/wp-content/uploads/2022/08/logo_sito_512.pngp40l0m4r2021-02-20 13:30:062022-08-27 07:49:32Mintos la guida definitiva – pt 3
Molti lettori mi chiedono regolarmente per quale motivo fra le piattaforme del mio portafoglio non è presente Bondora.
Bondora è una delle piattaforme più conosciute qui in Italia, grazie all’ampia pubblicità che ha ricevuto da varie fonti/influencer/blog e canali di investitori meno esperti del settore che, soprattutto nel 2019, si sono spesi nel presentarla come una delle piattaforme principali del mondo del p2p lending.
Personalmente, dopo varie valutazioni, non ho mai trovato una convenienza reale nel trovarle uno spazio nella lista delle piattaforme dove ho aperto un account. Qui di seguito elenco i principali motivi per i quali ho compiuto questa scelta:
…
1 – IL RENDIMENTO FINALE E’ MINORE DI ALTRE PIATTAFORME SIMILI
Per chi ancora non lo sapesse, investire in Bondora è possibile attraverso le seguenti due modalità principali:
L’investimento nel cosiddetto “portafoglio pro“, investimenti in singoli prestiti senza la copertura di buyback.
Ho visto parecchi report di investitori che hanno investito nel portafoglio pro per un lungo periodo (2-3 anni). In moltissimi casi i rendimenti finali non si avvicinano nemmeno a quelli delle piattaforme che propongono il buyback. Perchè? Perchè i rendimenti nominali offerti agli investitori, anche se sembrano alti ad i nostri occhi, non coprono adeguatamente i rischi intrinsechi di default del prestito. In altre parole, risulta che quello che un investitore guadagna dai prestiti che rimborsano regolari non è sufficientemente più alto dei prestiti che vanno in default per arrivare ad un rendimento accettabile.
Ricordate che una piattaforma che offre il buyback agli investitori per questi mercati al consumo, ottiene rendimenti molto più alti dai richiedenti finali rispetto a quelli che trovate nel mercato di Bondora.
I primi mesi saranno a buon rendimento, perchè ancora non arrivano i ritardi pesanti, poi la musica cambia.
Non voglio fare pubblicità negativa a nessun blog. Lascio cercare con google le fonti di chi pubblica i risultati effettivi del portafoglio pro per avere un riscontro numerico di quello che ho scritto.
L’investimento nel “Go&Grow“, che posso descrivere brevemente come un “prestito” a Bondora, contrattualmente liberamente prelevabile, al tasso lordo del 6,75%.
Il Go&Grow invece non dà problemi di instabilità del rendimento. Il punto è quel “6,75% lordo“. Con l’aliquota marginale italiana, devo togliere un 35-40% di tassazione reale, semplificando molto la grande varietà dei casi. Arriviamo ad un 4/4,3% netto. Ora vorrei invitare tutti a pensare con quante varie alternative si può ottenere un 4,3% netto al di fuori del p2p, con asset meno rischiosi (etf e azionario sono le prime che mi vengono in mente). Quel rendimento NON è un rendimento adeguato per una piattaforma p2p non regolamentata. Lo potrà essere secondo me una volta attiva la regolamentazione europea sul crowdfunding. Ora no.
Varie finanziarie che offrono il buyback forniscono interessi lordi sopra al 10%. Il vantaggio del go&grow è quello del prelievo immediato reso contrattualmente immediatamente disponibile. Cosa però rimasta disattesa nel momento di crisi di liquidità post crisi del primo trimestre 2020 (decisione di disattendere che mi trova totalmente d’accordo, avrei fatto la stessa scelta). Il problema è che è quindi evidente che questa libertà non è sempre garantita. In ogni caso, tale vantaggio vale 3-4 punti in meno di rendimento? Secondo me assolutamente no.
Un altro problema è che in troppi vedono il Go&grow come se fosse un conto deposito. Credo sia inutile spiegare le differenze di coperture rispetto ad un conto deposito, ma in molti se le dimenticano, dimostrando di non investire razionalmente. Quindi:
…
2 – IL RISCHIO INTRINSECO DI BONDORA NON E’ IN LINEA CON IL RENDIMENTO OFFERTO
Per valutare il rischio di una piattaforma sapete che mi concentro su due aspetti principali:
Il rischio “scam” (passatemi il termine, non intendo il suo letterale) della piattaforma. Cioè quanto è stata costruita per durare nel tempo e fare gli interessi degli investitori: quindi rischio frode, rischio di collusione con i richiedenti, rischio di errate valutazioni nella sostenibilità del business.
Questo non è un rischio che ad oggi trovo elevato (per le informazioni che ho, non sono un investitore in Bondora). Per quanto ne so, Bondora ha un management ed un team consolidato ed il capitolo successivo di questo articolo ne è una piccola prova.
Il rischio “default” della piattaforma. Cioè quanto Bondora ha possibilità di coprire momenti di business per lei in perdita: grande calo dei rimborsi dei richiedenti in seguito a crisi finanziarie, per esempio; oppure momenti di perdita di quote di mercato che ne facciano calare la redditività.
Questo rischio è rilevante solo per il go&grow in quanto nel portafoglio pro l’investitore investe “da solo”, con suoi onori e oneri.
Per valutare questo rischio, in grande aiuto accorrono ancora una volta i bilanci, utili per capire le riserve di copertura e i profitti (questi ultimi da vedere come possibilità di Bondora di generare cassa da mettere a riserve). Ci sarebbero molte più considerazioni da fare, ma per questo articolo può essere sufficiente (e per il resto, c’era la masterclass!).
Confrontiamo questi due valori con quelli dei gruppi finanziari che sostengono altre tre piattaforme concorrenti per tipologia di offerta di investimento (il p2p lending in prestiti al consumo): Robocash, Viainvest e Twino. Prendiamo i valori degli ultimi bilanci disponibili (2019):
Dati in milioni di €, valori anno 2019
BONDORA
ROBOCASH
VIAINVEST
TWINO
UTILI
2,284
18,839
2,769
8,286
EQUITY
3,365
37,834
4,080
20,511
Tenendo conto che l’utile di Bondora 2018 è stato di 0,1 milioni di euro, dopo vari anni di perdita.
Bene, i flussi di cassa e le coperture di Bondora vi sembrano in linea con le altre alternative? Solo Via SMS group (Viainvest) sembra avere una solidità simile. Ora, a questo aggiungete il fatto che le tre a destra ad oggi offrono buyback con interessi, rispettivamente, di 12%, 12% e 10% medio. Il go&grow offre lo 6,75%.
…
3 – BONDORA INVESTE NEL MARKETING PER SOPRAVVALUTARE LA PROPIA IMMAGINE
Questo motivo è in realtà il meno importante fra quelli per cui non investo in Bondora. Anzi, lo ritengo una mossa del management molto astuta, del tutto regolare e completamente in linea con la possibilità di sfruttare, secondo me, l’inesperienza e l’ingenuità dell’investitore che si affaccia per la prima volta al p2p lending per pagare loro solo il 6,75% in termini di rendimento.
Ma, da investitore, è un motivo che mi sento comunque da segnalare fra quelli per cui non ho provato nemmeno a metterci un 1.000€, per principio.
Bondora nel marketing ai nuovi investitori ha investito ENORMEMENTE, se compariamo la stessa cosa con altre piattaforme. Basta andare anche su youtube, per vedere quanti contributor hanno parlato di Bondora e quanta attrazione fra gli investitori alle prime armi con questo tipo di asset abbiano attratto.
Il motivo delle recensioni che trovate sono, principalmente, i referral, che per Bondora sono molto alti per chi pubblicizza: 5% dell’investito del referred per un periodo di tempo, se non mi sbaglio. Sono convinto non sia solo quello il motivo delle pubblicazioni, c’è sempre chi cerca del buon masochismo negli investimenti, (anch’io in tempi precedenti l’ho avuto, non sono immune all’inesperienza).
Sia chiaro, anch’io ottengo dei piccoli guadagni dai referral che propongo sul blog di p2p-italia (e sono INDISPENSABILI per poter continuare l’attività del blog), quindi non mi sento minimamente di biasimare chi recensisce Bondora anche per questo scopo, fa parte del business. Però se fate caso Bondora è quasi sempre sponsorizzata non da esperti del settore, ma da investitori generici, che hanno una certa visibilità di pubblico.
La strategia di Bondora mi sembra chiara dal mio punto di vista: fornire investire in alti referral, piazzarsi altissima come immagine generale per poi poter pagare meno del mercato in termini di interessi agli investitori.
Però credo alla fine per un investitore razionale contino i numeri. E i numeri, volenti o nolenti sono i rendimenti complessivi alla fine dell’anno.
…
CONCLUSIONI
Per concludere, i primi due motivi di quelli elencati nel mio articolo sono quelli per cui non investo nella piattaforma di Bondora.
Dal p2p, conscio dell’alto rischio di questa forma di investimento, devo pretendere rendimenti maggiori. Nella mia diversificazione di portafoglio non posso quindi trovare spazio per questo marketplace oggi. Non nascondo ovviamente che potrei iniziare se tali condizioni cambiassero in futuro: non c’è nessuna indisposizione irrazionale ad usare questo strumento.
Non nascondo comunque che possono esserci investitori che possano trovare utile il go&grow nell’insieme del loro portafoglio, come asset redditizio immediatamente liquidabile in tempi di non crisi. Questa può essere realmente una convenienza.
Per chi investe nel portafoglio pro, faccio invece realmente fatica a trovarne una razionalità oggi che non sia il sentimento di beneficienza verso le repubbliche del nord europa.
Se comunque avete commenti a riguardo di quanto scritto, non esitate a scrivermeli nei commenti! Buon investimento 🙂
http://www.p2p-italia.com/wp-content/uploads/2021/02/bondora-logo-b-1-1.jpg4001023p40l0m4rhttp://www.p2p-italia.com/wp-content/uploads/2022/08/logo_sito_512.pngp40l0m4r2021-02-07 09:18:252022-08-27 07:49:39Perchè NON investo in Bondora