Investitori italiani nel p2p lending: qualche numero.
Con questo breve articolo ho deciso di pubblicare alcune statistiche derivanti da sondaggi effettuati sul gruppo telegram P2p Lending Italia.
Per chi ancora non lo conoscesse, il gruppo P2p Lending Italia è attualmente la più grande comunity social di investitori di p2p lending del nostro paese, che ad oggi riunisce più di 800 partecipanti, ma in costante crescita.
Dai risultati di questi breve sondaggi è emersa un breve ma interessante spaccato della situazione attuale di tendenza degli investitori italiani. Il campione per ogni quesito, in media, è stato di circa 100 risposte da parte di altrettanti investitori.
Ecco le 4 domande effettuate, con qualche mio breve commento a riguardo:
Quesito n°1: Quanti profitti nel 2019

Questo risultato lo interpreto con il fatto che il mondo del p2p è ancora giovane. Più del 20% dei partecipanti, pur essendo iscritto ad un gruppo relativo al p2p non ci ha ancora investito nulla, quindi con la supposta situazione per cui si stia ancora informando prima di partire; inoltre, quasi due terzi di chi risponde ha ottenuto meno di 200€ nel 2019 da questo asset, che può significare sia una percezione di dover tenere una certa prudenza in questa classe di investimento, sia degli spazi di investimento ancora aperti.
Quesito 2: Quale quota del p2p nel proprio portfolio

Le quote di portfolio dedicate al p2p lending, in questo campione, risultano seguire quelli che sono gli standard normalmente consigliati (restare entro il 20% con un picco intorno al 10% delle proprie attività complessive). Quindi l’investitore medio sembra possedere già quelle informazioni di base relative alla gestione del proprio portfolio.
C’è comunque anche uno zoccolo di investitori che ha investito più del 40% dei propri asset in questa tipologia, a sintomo di volontà di spinta nella crescita del proprio capitale.
Quesito 3 pt1: Quale piattaforma ha generato più introiti

Mintos si conferma da questo sondaggio come di gran lunga la piattaforma preferita (per introiti assoluti) del panorama degli investitori italiani. Il distacco da tutte le altre rende questo risultato molto attendibile. Bondora e Grupeer seguono a dovuta distanza, ma sono le “preferite” di circa un 10% di investitori ciascuna. Tutte le altre piattaforme sono sotto il 10%.
Quesito 3 pt2: Quale seconda piattaforma per introiti generati

Sempre in termini di profitti assoluti, si può dedurre da quest’ultima domanda come in gran parte chi ha ottenuto i maggiori risultati su un’altra piattaforma ha comunque avuto Mintos come seconda fonte di rendimento p2p, cosa che consolida ancora di più la sua posizione di mercato anche nei confronti dell’investitore medio italiano. Viceversa, si può dedurre che chi ha Mintos come fonte principale di profitto, ha generalmente Bondora o Grupeer come principale seconda. Tutte le altre piattaforme sono sotto il 10%.
Conclusioni: a mia interpretazione dei dati, l’investitore medio italiano è una persona ancora abbastanza prudente nel mondo del p2p, si sta formando in questo periodo per comprendere se aumentare o meno la propria quota di portfolio in questa tipologia di asset, ma sta cominciando a capirne gli alti rischi. Le tre piattaforme baltiche (Mintos in primis, seguita a distanza da Bondora e Grupeer) sono attualmente i padroni del mercato. Altre piattaforme estere sono in crescita e si stanno affacciando anche qualche concorrente italiano, ma è ancora distante dai risultati del “podio” delle ex repubbliche sovietiche.