Aggiornamento recensione Twino

Cari investitori, proseguo con l’aggiornamento delle mie recensioni di piattaforme “classiche” di p2p lending.

Ho pensato di riprendere stavolta in mano quella di Twino. La vecchia recensione che avevo nel blog era veramente datata e ormai obsoleta. Vari asset, una volta presenti, sono stati rimossi dalla piattaforma con l’avvento delle asset backed securities, gli strumenti quotati nel Nasdaq lettone con sottostante i prestiti p2p.

L’occasione di scegliere proprio Twino mi è stata data da un altro nuova forma di prestito da loro creato, le real estate securities, che non sono altro che una ripresa delle securities di cui sopra, ma traslate ai progetti immobiliari.

Le real estate hanno due differenze importanti: sono di tipo equity (quindi con un ritorno variabile sulla base del risultato della gestione degli immobili sottostanti) e sono investimenti da considerarsi a lungo termine (generalmente fino anche a 10 anni).

Oltre a questo, come al mio solito, parlo di tutti quelli che sono i punti che mi piacciono, e quelli che mi piacciono meno, di questa piattaforma.

.

Troverete comunque tutto nella mia recensione aggiornata nella lista che trovate in home, ma che potete raggiungere anche da questo link:

Twino, la recensione.

.

Inoltre, grazie al blog di P2P Italia, ho avuto la possibilità di fornire un bonus dedicato agli investitori che non sono ancora iscritti alla piattaforma. Con l’iscrizione attraverso i link del blog, avrete la possibilità di ricevere un cashback di 20€ una volta che investirete i primi 100€ in piattaforma. E’ un bonus che non è reperibile altrove, quindi se siete interessati, potete approfittarne:

Iscrizione Twino

Fintown: Investire in immobili affittati

In questa nuova recensione tratteremo una nuova piattaforma presa in esame dal team di P2P-Italia, attiva nel panorama del lending in ambito immobiliare: Fintown.

Fintown propone un approccio innovativo in questo settore. Tradizionalmente, le piattaforme proponevano prestiti per finanziare progetti immobiliari, concepiti come ristrutturazioni mirate alla riqualificazione energetica prima della vendita, intesi come prestito-ponte in attesa di finanziamenti pubblici. Fintown propone invece acquisto di quote di finanziamenti destinati alla gestione di immobili in affitto, e riconoscerà agli investitori dei rendimenti derivati dagli affitti degli immobili stessi.

Ogni prestito è infatti legato ad un immobile, o ad una porzione di esso (ad esempio un gruppo di appartamenti). Tali appartamenti sono offerti in locazione a privati e, tramite i ricavi degli affitti, verranno ripagati gli interessi.

Fintown è una realtà nuova: creata nel 2022 da due imprenditori, Maxim Vihorev e Vladislav Siganevic, si posiziona nel mercato come piattaforma per raccogliere capitali dalla platea di investitori per finanziare l’operatività del gruppo Vihorev.

Iscriviti a Fintown da qui

.

IL GRUPPO VIHOREV

Il gruppo Vihorev è presieduto da Maxim Vihorev. Si tratta di un ente di gestione immobiliare che concentra la propria attività nella città di Praga, e i cui immobili sono destinati alla locazione per brevi periodi, ovvero a scopo turistico.

Concretamente parlando, il gruppo è composto da quattro società: a fianco di Fintown troviamo un fondo di investimento immobiliare, una società che gestisce gli appartamenti oggetto dei finanziamenti e una quarta società dedicata allo sviluppo del mercato. Nel complesso, parliamo dunque di un gruppo formato da quattro piccole società, che tuttavia operano con fini comuni e condivisi.

Ho avuto la possibilità di scambiare due chiacchiere con un referente della piattaforma sulle prospettive future. Esso afferma che, allo stato attuale, i futuri piani di sviluppo dell’attività sono concepiti per essere concentrati in questa città, ma nel lungo periodo non si escludono espansioni in altre zone.

La società che gestisce Fintown è formata da un team piccolo, composto da 4 persone: i due fondatori, un responsabile marketing e un IT addetto al sito.

.

INVESTIRE IN FINTOWN

Come anticipato, i prestiti hanno principalmente lo scopo di finanziare le risorse del Gruppo Vihorev destinate alla gestione degli appartamenti, permettendo così di aumentare le risorse finanziarie per l’espansione della propria attività.

Attualmente disponiamo di tre le tipologie di prestito per investire attraverso Fintown:

  • Partecipazione al progetto: è una modalità di prestito assai simile alla nostra associazione in partecipazione. Qui si condividono gli utili dell’appartamento, anche se il tasso contrattuale riconosciuto all’investitore è fisso e pari a quello presente nell’offerta del singolo prestito. Da contratto, è previsto però che l’investitore partecipi anche alle potenziali perdite nel caso in cui si verifichino difficoltà nella locazione. Questo punto, che prevede un tasso fisso ma con la possibilità di partecipare a potenziali perdite di capitale, è un argomento non del tutto chiaro all’interno dei contratti.
  • Prestiti mezzanini: nei casi in cui gli appartamenti di proprietà siano già soggetti ad un mutuo bancario per finanziarne l’acquisto, i prestiti mezzanini sui quali possiamo investire in Fintown rappresentano debiti subordinati al soddisfacimento di tale mutuo. Pertanto, questi sono leggermente più rischiosi e prevedono un’ipoteca dell’appartamento (che, generalmente, è di secondo grado).
  • Developement: Questa opzione, di più recente apertura, riguarda i classici prestiti per acquisto, ristrutturazione o riqualificazione dell’immobile. Questa si basa sugli stessi principi che caratterizzano i prestiti in lending immobiliare presenti nelle più famose piattaforme concorrenti.

I tassi di rendimento variano dall’8 al 14% lordo annuo, a seconda della tipologia di prestito e della durata.

Per i prestiti in Fintown (al pari di quasi tutti i prestiti immobiliari disponibili sul mercato), non viene offerto alcuna garanzia di buyback.

Su tutti i progetti presentati, il gruppo Vihorev ha una skin in the game di almeno il 20%.

In aggiunta, su ogni prestito è presente la group guarantee del gruppo Vihorev. In sostanza, se per qualche ragione ci fossero dei problemi nelle locazioni (o nel progetto, in caso dei developement), il gruppo Vihorev non fornisce un buyback diretto ma si obbliga a ripagare l’investitore nel caso in cui i problemi derivassero dalla società che gestisce Fintown. Potremmo definire dunque il buyback come una “garanzia” che scatta dopo un certo numero di giorni di ritardo. La group guarantee è un’obbligazione più generica in quanto non fornisce informazioni sulle tempistiche di rimborso.

Questa garanzia è comunque attiva anche per la modalità di partecipazione, che contrattualmente prevede che l’investitore venga ripagato con un tasso fisso sul prestito. Nel caso di problemi con l’attività di locazione, è però prevista la possibilità di scaricare su di esso una quota delle perdite. Tuttavia, ancora, nelle proposte di prestito pubblicate, viene sempre indicata la group guarantee di Vihorev qualora Fintown non riuscisse a coprire le rate di rimborso. Ad oggi, non posso dire di aver compreso in maniera inequivocabile il reale vincolo di Fintown a coprire i ritardi su questa tipologia di prestito. Voi ci riuscite?

.

REGOLAMENTAZIONE

Attualmente Fintown non rientra nell’ambito di applicazione del Regolamento Europeo sul crowdfunding. Grazie a un’esenzione fornita dalla Banca Centrale della Repubblica Ceca Fintown non sarà coinvolta dalle normative del Regolamento UE 1503/2020, scaricabile al seguente link: Esenzione dal Regolamento Europeo

Questo è un punto negativo per quanto riguarda il rischio intrinseco. In tale Regolamento viene espressamente prevista la non possibilità per i soggetti che gestiscono le piattaforme di proporre la raccolta di finanziamenti per progetti da loro stessi gestiti. Il motivo è chiaramente la volontà di evitare conflitti di interessi potenzialmente pericolosi per l’investitore, che difficilmente può valutare autonomamente, in concreto, eventuali rischi di frode.

L’interpretazione della Banca Centrale locale è la seguente: se la società che vuole agire sia da gestore di piattaforma sia da richiedente del prestito offre contrattualmente un obbligo di copertura finanziaria per l’investitore, l’impossibilità di rimborsare le rate nei tempi previsti su un determinato prestito rende bypassabile il rischio di conflitto di interessi. Pertanto, le normative del Regolamento Europeo potrebbero non trovare la corretta applicazione.

La Banca Centrale della Repubblica Ceca ha pieno diritto di decisione in questo ambito e quindi, dal mio punto di vista, l’esenzione sembra essere valida. Ma siete convinti della motivazione utilizzata come giustificazione? A mio avviso, la questione non è chiara e mi lascia con non poche perplessità.

.

MARKETPLACE

Per come viene illustrato nel sito, il marketplace di Fintown è semplicissimo. Trattandosi di una piattaforma molto recente la quantità e variabilità dell’offerta di prestiti è esigua.

Questo permette un’interfaccia web semplice e senza particolari filtri, agevolando la scelta per per l’investitore tra le opzioni di prestito.

Ad esempio, entrando su un singolo progetto si possono analizzare le caratteristiche dell’offerta. Ecco gli strumenti che ci vengono messi a disposizione:

Innanzitutto, ci viene presentato un grafico con la composizione del capitale legato all’immobile, o alla porzione dell’immobile, ovvero gli appartamenti, a cui il prestito è legato.

Normalmente il valore è suddiviso tra una quota “equity”, composta dal capitale di Vihorev group direttamente investito negli appartamenti. A questa è possibile affiancare un finanziamento bancario (senior loan) e i finanziamenti raccolti dagli investitori nella piattaforma.

Inoltre, troviamo una tabella dove vengono indicati dettagli importanti come il termine minimo del prestito, il valore degli appartamenti (che fungono anche da collaterale), il tipo di finanziamento richiesto, l’indirizzo dell’edificio, il link per poter accedere al portale online dove gli appartamenti sono messi in affitto (nell’esempio, Booking) e altri dettagli di questo tipo.

Le informazioni disponibili sui prestiti

Mi soffermo su alcune caratteristiche della lista poiché ritengo fondamentale la loro corretta comprensione e valutazione.

Minimo termine di finanziamento: il periodo prima del quale l’investitore non può richiedere, senza penali, il rientro del proprio capitale. Alla fine di tale periodo, l’investitore può scegliere tra le seguenti opzioni:

  • Liquidare il prestito senza penali.
  • Continuare ad avere i fondi investiti nel prestito (ricevendone sempre gli interessi) fino a quando l’investitore deciderà di ritirarli. L’unico limite massimo è il cosiddetto “Massimo termine del prestito”, indicante i mesi massimi in cui è possibile detenere il prestito, inserito anch’esso nei dettagli del progetto in una tabella successiva.

Come vedete, quindi, quando investiamo in Fintown non è prevista una scadenza fissa nei prestiti. I fondi investiti possono essere tenuti per un determinato arco temporale, scandito da un periodo minimo e uno massimo. Fin tanto che manterremo il capitale investito, riceveremo i relativi interessi relativi.

LTV: rappresenta il rapporto tra il debito richiesto all’investitore Fintown e il valore di mercato degli appartamenti in collaterale. Attenzione però: il finanziamento bancario ha priorità di rimborso rispetto al prestito richiesto in piattaforma (prima pagano le banche, poi gli investitori!). Quindi questi valori, di per sé già molto alti, sono però da valutare con ottica differente rispetto alle altre piattaforme di lending immobiliari: qui non c’è un’operazione di flip da svolgere (che prevede infine la vendita dell’immobile). Al contrario, l’immobile non deve essere venduto, eliminando di conseguenza il rischio di doverlo vendere ad un valore sufficiente per soddisfare gli investitori. Il rischio è però legato all’effettiva redditività degli affitti, che è un concetto molto diverso. Gli LTV su Fintown sono enormemente più alti che altrove, ma la rischiosità della locazione, secondo gli obiettivi della piattaforma, è molto minore.

Project phase: lo stato attuale in cui si trova l’immobile rispetto alla destinazione per cui è stato acquistato (nell’esempio, operating = correntemente in affitto).

Altre informazioni che potremo trovare sono:

La composizione del prestito complessivo legato agli appartamenti, con la suddivisione tra la ‘skin in the game’ di Fintown, l’eventuale mutuo bancario e la quota prestito lasciata agli investitori della piattaforma.

Viene poi fornito per ciascun progetto anche la percentuale di giorni affittati per gli appartamenti in questione rispetto al totale di ciascun mese, detta ‘occupancy rate’. Inoltre, è indicata l’ADR (Average Daily Rate), cioè il valore, in euro, dell’incasso giornaliero medio da affitto.

.

LIQUIDARE IN ANTICIPO I PRESTITI

Non è presente un vero e proprio mercato secondario in Fintown. Non è quindi possibile rivendere ad altri investitori privati i prestiti sottoscritti.

Come abbiamo visto, successivamente ad un “minimo termine di investimento” specifico per ogni prestito, è possibile liquidare l’investimento senza commissioni.

È però prevista una possibilità (tuttavia onerosa) per rivendere anticipatamente a Fintown il prestito pagando delle commissioni elevate a seconda del periodo di detenzione già effettuata:

  • Da 1 a 12 mesi (e prima dell’apertura della finestra operativa di liquidazione): commissione del 30% sul capitale investito
  • Da 13 a 24 mesi (e prima dell’apertura della finestra operativa di liquidazione): commissione del 20% sul capitale investito
  • Oltre 25 mesi (e prima dell’apertura della finestra operativa di liquidazione): commissione del 10% sul capitale investito

.

VIP CUSTOMER PLAN

È prevista infine la futura implementazione di un piano di ricompense, destinato agli investitori con capitali maggiori. Non essendo tuttavia riuscito a comprendere su quali incentivi stiano pianificando, mi riservo di aggiornare tale sezione quando la situazione sarà più chiara.

.

BONUS ISCRIZIONE

Se volete iscrivervi alla piattaforma, grazie al blog di P2P-Italia, avrete la possibilità di ottenere un cashback del 2% sul vostro primo investimento in piattaforma. Per usufruirne, potete iscrivervi dai link di questo articolo: Iscrizione a Fintown, oppure dal link che trovate nella pagina Bonus per investitori.

.

CONCLUSIONI

Infine, come di consueto, ecco un riassunto dei punti di forza e debolezza di Fintown.

Punti di forza:

  • Interessi riconosciuti dai profitti di immobili in affitto.
  • Alta trasparenza sui dati generati dagli immobili e sui capitali coinvolti.

Punti di debolezza:

  • Realtà molto giovane e business concentrato unicamente nella città di Praga
  • Occorre prestare attenzione al funzionamento della modalità di prestiti ‘participation’ poiché non è chiarissima da un punto di vista contrattuale.
  • Realtà non soggetta al Regolamento Europeo sul Crowdfunding.
Iscriviti a Fintown da qui

Le migliori piattaforme p2p – Luglio 2023

Arrivati a metà anno e in vista delle vacanze estive (ottima occasione di tempo disponibile per rimettere mano ai propri investimenti!), pubblico l’aggiornamento della mia personale classifica sulle migliori piattaforme di p2p lending.

Siamo in un periodo di relativa stabilità in tutto il mondo degli investimenti tramite lending. Dopo una prima parte di 2023 dove le piattaforme avevano abbassato i loro tassi di interesse, anche in controtendenza con quello che succedeva nel mondo bancario, ora questo trend si è fermato e i rendimenti offerti sono stabili, se non in crescita. Il fatto di offrire interessi più alti della media in questo momento, lo considero un elemento importante nelle mie valutazioni.

Anche dal lato insolvenze, la situazione sembra essersi stabilizzata dopo il problemi nell’immobiliare e nei prestiti a pmi di questo inverno.

In tutto questo, a novembre (dopo molte posticipazioni), entrerà in vigore concretamente la nuova regolamentazione crowdfunding. Pure essere già a buon punto nella compliance lo valuto molto importante quando ho dato i miei “voti” che vedete nel ranking.

Al contempo, inserisco ad ogni aggiornamento anche qualche nuova piattaforma che ho studiato. Nuovi player che stanno emergendo dallo status di “startup” e iniziano ad avere volumi e popolarità di un certo tipo. Cerco di fornire sempre una visione più ampia possibile, anche se con il limite della mia capacità di “visuale”: ci possono essere altre piattaforme da inserire, ma che non ritengo interessanti o che non ho ancora approfondito a sufficienza.

Ecco quindi l’aggiornamento della mia “classifica”, che come sempre potete trovare in questa pagina: Le migliori piattaforme – Luglio 2023.

.

Le valutazioni

Ricordo sempre che, a parte la premessa di questo ranking specifico, sono sempre queste le 6 “caratteristiche” su cui baso i miei voti:

  • Rendimento: il rendimento atteso per un investitore che investe con una buona dose di valutazione dei rischi e dei progetti. NON è il rendimento di un investitore casuale che seleziona con poca attenzione. Quello capite sarà molto minore e varierà a seconda della diversificazione di ambiti e di livelli di rischio della singola piattaforma.
  • Solidità/Rimborsi regolari: Per quanto riguarda le piattaforme di prestiti al consumo, definisce lo stato di salute degli intermediari che offrono il buyback nella piattaforma e/o dei soggetti che gestiscono la piattaforma stessa assicurandone la continuità. Per quanto riguarda invece le piattaforme che finanziano aziende o progetti immobiliari, definisce il livello di regolarità di rimborsi dei progetti; o, dall’altro lato, quanti ritardi possiamo aspettarci nella loro offerta.
  • Esperienza team: uno degli elementi fondamentali per l’affidabilità nella gestione della piattaforma, sia attuale che in prospettiva di continuità futura, trovo sia l’esperienza pregressa del team in ambito di successo in p2p lending o in ambito comunque finanziario (o immobiliare se parliamo di crowdlending immobiliare).
  • Trasparenza: indica il livello di informazioni che la piattaforma mette a disposizione agli investitori, e la loro affidabilità, affinché possano valutare la situazione in essere nel modo migliore possibile e il più vicino possibile alla realtà dei fatti.
  • Regolamentazione: quanto la piattaforma segue correttamente le normative a cui è sottoposta la sua attività, sia di tutela all’investitore (controlli di istituzione esterne, informativa e procedurale), sia in ambito fiscale.
  • Diversificazione: le reali possibilità, all’interno della singola piattaforma, di diversificare correttamente i propri investimenti, su diversi settori, nazioni, gradi di rischio, eccetera.

.

Non vi resta che andare al relativo articolo, raggiungibile anche dall’apposita sezione della home del blog!

Income Marketplace: la Recensione

Ciao a tutti ed eccoci ad una nuova recensione di una piattaforma di lending. In questo articolo mi occupo di Income Marketplace, piattaforma di lending abbastanza recente, ma che permette di ottenere rendimenti lordi oggi fra i più alti del mercato.

E’ una piattaforma dove listano prestiti vari loan originator ed i volumi sono in forte crescita. La inserisco attualmente nel mio portafoglio nella categoria di rischio medio alta, dove procedo con una selezione dei prestiti più accurata, ma da cui riesco ad ottenere dei rendimenti superiori alla media delle concorrenti, un po’ come in Mintos.

Mentre occorre prestare attenzione ad alcune tipologie di prestito, ne parlerò in dettaglio, Income marketplace risulta comunque offrire una copertura sui default delle finanziarie rafforzata, attraverso una particolare skin in the game richiesta “evoluta”.

COS’E’ INCOME MARKETPLACE

Partiamo col dire che Income Marketplace è una piattaforma di p2p e business lending con sede in Estonia e attiva dal 2021.

E’ possibile ricavare chi sono i founder e la struttura consulenziale direttamente dal sito, nella sezione “Team”. Da lì è possibile risalire anche ai profili linkedin delle varie figure centrali.

Non ho trovato qui grandi punti grigi sull’argomento o elementi specifici di rischio: è una classica piattaforma creata da persone con esperienza nel settore lending, che si è creata vari contatti con loan originator in fase di crescita e desiderosi di espandersi ricercando fondi da investitori privati.

Iscriviti a Income Marketplace da qui

.

LOAN ORIGINATOR

Nella piattaforma listano prestiti loan originator da 7 paesi, europei ed extraeuropei. Nello specifico potremo finanziare persone e aziende da Estonia, Finlandia, Bulgaria, Messico, Brasile, Colombia e Indonesia.

Ciònonostante, attualmente (giugno 2023) sono i prestiti in Estonia ed Indonesia i più attivi in termini di volumi in offerta.

Nel sito è naturalmente presente una pagina dedicata alla descrizione delle varie finanziarie.

Devo dire che questa sezione è molto ben fatta, per essere una piattaforma da così poco tempo attiva. Non raggiunge il livello di dettaglio di Mintos in quanto ad informazioni sulle finanziarie, ma ci sono comunque tutte le notizie che ritengo utili per eseguire una buona valutazione.

In questa sezione loan originator, possiamo ricavare, di ciascuna, una breve descrizione sulla sua attività e lo storico del proprio business, la tipologia di prestiti di cui si occupa, il tasso di interesse normalmente offerto e quello mediamente richiesto ai richiedenti, la % di junior share (ne parlerò più avanti) e le modalità di collaterali o raccolta delle riserve adeguate a coprire il buyback. E, ovviamente, possiamo trovare tutto lo storico dei bilanci aziendali.

.

INVESTIRE IN INCOME MARKETPLACE

A riguardo del metodo di investimento, questa piattaforma non ha assolutamente nulla di nuovo rispetto a quanto siamo abituati a vedere in molte altre piattaforme di p2p lending.

E’ possibile andare nella sezione “Invest” ed investire attraverso la selezione manuale dalla lista dei prestiti con disponibilità in offerta, oppure attraverso il settaggio di classici autoinvest.

.

I PRESTITI

Diciamo innanzitutto che c’è molta varietà di finanziamenti fra cui poter scegliere. E’ possibile per noi investire solo in euro, anche se, per alcuni prestiti, viene indicata a livello informativo la valuta fornita al richiedente. Questo è il caso in cui il contratto fra loan originator e richiedente non sia in euro, anche se noi ci investiremo comunque in euro: traducendo, il rischio cambio, in questi casi, è sempre tutto a carico del loan originator.

I rendimenti lordi oggi vanno dal 12 al 15%. Tutti i prestiti hanno il buyback offerto dal loan originator, che scatta dopo 60 giorni di ritardo (ne parlerò più avanti). Le durate di finanziamento invece oscillano fra 1 mese e 5 anni, a seconda della tipologia.

Ci sono due macro tipologie in cui è possibile investire oggi in Income Marketplace:

  • I prestiti personali/al consumo: i classici prestiti p2p, che possono essere richiesti da privati per le loro più svariate esigenze.
  • I business loans: finanziamenti a sostegno del business di piccole medie imprese.

Devo dire che in Income marketplace preferisco investire di gran lunga nella prima tipologia (prestiti al consumo), rispetto al finanziamento ad aziende.

Infatti, a mio avviso, le informazioni che la piattaforma ed il loan originator mettono a disposizione sui business loans non sono sufficienti. Si è scelto di offrire per i business loans le stesse tipologie di informazioni che vengono fornite per i prestiti al consumo, ecco due esempi (vi consiglio di ingrandirli per leggerli meglio):

Prestito al consumo in Income Marketplace

Business loan in Income Marketplace

Mentre le informazioni le ritengo più che sufficienti per quando si tratta di valutare un investimento in un prestito al consumo, la cosa non è altrettanto vera per i business loans.

I business loans

In questi, in effetti, ritengo possa essere più importante capire altri elementi, rispetto ad un prestito personale. Come, ad esempio, qualche dato finanziario del richiedente, la tipologia di business, storicità, etc e… il nome della società per valutarne l’effettiva operatività!

La problematica sarebbe notevolmente mitigata dal fatto che questi prestiti aziendali sono tutti coperti dal buyback del loan originator (non mi dilungo anche qui sul perchè questa cosa incida, se mi leggete da tempo lo sapete già 🙂 ). E’ comunque molto raro trovare un loan originator che fornisca buyback sui prestiti aziendali.. e c’è un motivo!: gli importi a rischio sono molto più cospicui e c’è molto più rischio default se la pianificazione è mal organizzata o in casi di eccessivi downturn dei mercati.

C’è da dire comunque che gli importi richiesti di questi business loans sono bassi rispetto alla media di questo settore e specifici loan originator forniscono queste tipologie di prestito.

La mia conclusione finale è che trovo in questa piattaforma più rischiosi i loan originator che offrono prestiti aziendali.

.

BUYBACK E JUNIOR SHARE

Ritengo invece opportuno un dettaglio sulle modalità di offerta del buyback, in quanto su Income Marketplace le protezioni contrattuali offerte sono più alte rispetto alle altre piattaforme comparabili.

Partiamo dal buyback. Qui non c’è nulla di innovativo. Il buyback scatta dopo 60 giorni di ritardo di una rata di rimborso: al 61mo giorno l’investitore si vedrà rimborsato della quota capitale residua e degli interessi maturati anche per il periodo di ritardo.

L’elemento novità è invece la formula della Junior Share. Si tratta di una “skin in the game” particolare. Come questa, infatti, obbliga contrattualmente il loan originator ad investire una quota minima su ogni prestito da lui emesso, a stimolo per il suo controllo interno nella qualità del richiedente. Ma, in aggiunta a ciò, questa quota, nel bilancio del loan originator, funge come asset “subordinato” al soddisfacimento dei rimborsi agli investitori.

In parole povere, se il loan originator ad un certo punto non fosse in grado di onorare i buyback, ed andasse quindi lui in default ed in insolvenza, la previsione contrattuale è che, al posto di utilizzare i fondi dai crediti da lending rimasti attivi, per pagare TUTTI i fornitori, noi investitori compresi, i crediti da lending con attiva la junior share saranno utilizzate in fase di concordato/liquidazione per essere versate PRIMA agli investitori, e poi ai restanti fornitori della finanziaria.

Sembra un dettaglio non da poco, e forse un po’ complicato a leggerlo la prima volta. Ma, in caso malaugurato in cui una finanziaria andasse in fallimento e poi in liquidazione, queste Junior share andrebbero teoricamente ad aumentare molto la quota di diritto liquidabile all’investitore, rispetto a tutto il liquidabile a disposizione della finanziaria stessa, aumentando le possibilità di recovery in fase stragiudiziale e giudiziale.

.

AUTOINVEST

Oltre alla selezione manuale dei prestiti, è naturalmente possibile settare dei classici autoinvest per impostare procedure automatiche di selezione e sottoscrizione di prestiti secondo le nostre necessità.

Settare un autoinvest in Income Marketplace è un passaggio che direi classico e molto simile a molte delle altre piattaforme di p2p lending.

E’ possibile impostare le autoselezioni, dichiarando le proprie preferenze nella sezione filtri in termini di:

  • durata del prestito
  • tasso di interesse
  • tipologia di prestito (non solo business loan o prestito al consumo ma, all’interno di quest’ultimo, si può scegliere fra payday loan, car loan, secured loan, short term loan e installment loan).
  • Nazione del richiedente
  • Loan originator
  • Status del prestito (se solo current o anche comprendendo prestiti già in ritardo).

Entrando nella sottosezione dei filtri avanzati (advanced), è possibile impostare preferenze anche su:

  • importo originario del prestito
  • escludere o meno prestiti con estensioni permesse (e anche quante estensioni già accordate).
  • data di emissione
  • selezionare addirittura un id di prestito specifico.

Ritengo importante segnalare che il fatto di escludere o meno prestiti che possano essere estesi inciderà molto sulla durata media del nostro investimento, quindi non la terrei come opzione di valutazione secondaria.

.

MERCATO SECONDARIO

Attualmente non è presente il mercato secondario in Income Marketplace. Quindi, oggi non è possibile liquidare in anticipo i prestiti sottoscritti: occorre fare molta attenzione alle durate del prestito quando investiamo!

Dal sito, però, è presente nelle FAQ la nota che l’introduzione del mercato secondario è presente in un (non meglio precisato) futuro.

.

BONUS DI BENVENUTO

Se volete poi iscrivervi ad Income Marketplace, potete farlo da questo link: Iscrizione a Income Marketplace, o dai pulsanti inseriti all’interno di quest’articolo, o nell’apposita sezione Bonus per investitori. Se vi iscrivete in questo modo, otterrete un bonus pari all’1% dell’investito che avrete dopo 30 giorni dall’iscrizione.

.

CONCLUSIONI

Ed ecco infine riassunti quelli che sono i punti di forza e i punti dove fare attenzione se investirete nella piattaforma di Income Marketplace.

Punti di forza

  • Alto rendimento offerto
  • Formula di junior share a maggior tutela dell’investitore
  • Grande disponibilità di prestiti e varietà di loan originator

Punti di debolezza

  • Non è presente un mercato secondario
  • Trovo assai rischiosi (per mancanza di informazioni e statistiche fornite) i business loans
  • Piattaforma “giovane”

.

Iscriviti a Income Marketplace da qui

.

Piattaforme alternative:

Afranga

Esketit

Quanloop è uno scam? Perchè non ci investo

Benvenuti ad una mia nuova recensione di una piattaforma di p2p lending. Questa volta voglio parlare di Quanloop, una realtà che vedo molto pubblicizzata online oggi e sulla quale molti di voi lettori mi avete chiesto un riscontro. Scambiando qualche chiacchiera con qualcuno di voi, ascoltavo vari dubbi se Quanloop potesse essere effettivamente una buona piattaforma (data la semplicità su come investire e l’alto rendimento), oppure un business a forte rischio scam. Ho quindi cercato di riassumere quella che è la mia visione in questo articolo.

Sono sincero, a me non piace parlare nel blog di piattaforme su cui non ho investito personalmente. Ma leggendo da varie parti recensioni molto semplici, classici specchi per allodole, mi sono un po’ girati i cinque minuti e ho voluto buttare giù quest’articolo.

.

COS’E’ QUANLOOP

Partiamo innanzitutto a tirare il perimetro di questa piattaforma.

E’ una piattaforma di investimento estone specializzata nel lending aziendale, attiva dal 2019. Si caratterizza per una modalità di investimento completamente automatizzata per l’investitore (ne parleremo qui più avanti) che permette un utilizzo assolutamente semplice, avvicinandosi molto al concetto di un fondo di investimento comune rispetto ad una piattaforma di lending vera e propria. Al contempo, ha molti elementi “grigi”/ sconosciuti nella propria gestione, che cercherò di descrivere in questo articolo.

Chi controlla Quanloop è indicato direttamente nel loro sito:

Quanloop proprietà

Leggendo, l’azienda è posseduta da due imprenditori esteri: Valentin Ivanov e Rene Rattur. A gestire operativamente l’attività e le scelte di investimento di Quanloop sono lo stesso Ivanon e Osauhing QFM, una società che opera come fondo di investimento. Molto grigia è la situazione di questo fondo.

Andando a cercare dati su questa Osauhing QFM, si trovano questi risultati di fatturato (circa mezzo milione di euro a semestre) e di tasse versate allo stato (zero, da più di tre anni):

E questo non è certo un bel segnale, contando che tasse 0 vuol dire molto probabilmente utili non positivi (per lungo tempo). Non la migliore delle situazioni per un fondo che dovrebbe gestire i nostri investimenti.

.

INVESTIRE IN QUANLOOP

La modalità in cui è possibile investire, come detto, è molto molto semplice. E, al contrario di quello che tanti pensano, non è necessariamente sinonimo di buona cosa. Infatti a mio avviso non lo è. Ve lo spiego.

Non c’è un vero e proprio autoinvest in Quanloop. L’investitore ha la possibilità di selezionare solamente fra tre piani di rischio: un “low risk” un “medium risk” e un “high risk” plan. Delle caratteristiche dei prestiti, e di dove andrà ad investire ciascun piano non sappiamo nulla. Sappiamo solo quale sarà il nostro rendimento e quale sarà il range di loan to value dei progetti che andremo a finanziare.

Quanloop investimenti

Semplice giusto? Sì… ma ora passo ai punti critici. Punti di cui mi stupisco come molti investitori non li ritengano importanti, quando valutano la loro scelta di investire in questa piattaforma.

.

Gestione NON controllabile da parte nostra

Innanzitutto, una volta selezionato il piano, chi gestisce la piattaforma farà tutto AL POSTO NOSTRO. Gestendo loro di fatto tutti i destini dei nostri capitali depositati. Non avremo modo di riprenderci il nostro capitale se non quando i prestiti ai richiedenti di Quanloop verranno rimborsati.

Voi mi direte, beh, ci sono già altri servizi che offrono una gestione totale del portafoglio in quedti termini. Vero, ma vediamoli:

  • Consulenti finanziari/piattaforme di consulenza (es. Moneyfarm): anche qui deleghiamo la gestione a terzi. Faccio però notare che ogni consulente finanziario italiano (abilitato a proporre il servizio!) deve sottostare a rigide normative in tema di: a) comunicazione delle operazioni per conto del cliente b) informativa sui risultati della gestione c) sottoscrizione di assicurazioni per la propria attività. Pensate realmente che Quanloop sia obbligata a questi obblighi, o fornisca a voi questi servizi? Chiaramente NO.
  • Banche: classico, anche i nostri consulenti di banca gestiscono al posto nostro i nostri risparmi. A parte gli obblighi di comunicazione che sono anche qui presenti, su di loro mi soffermo sulla TIPOLOGIA di investimento dove vi investono. Nonostante le solite chiacchiere da bar sulle “banche sono ladre, colluse etc.”, investono i nostri risparmi con un portafoglio con gradi di rischio nettamente inferiore al p2p lending. Titoli di stato, azioni quotate (e non quotate ma con alta capitalizzazione), obbligazioni, ETF; anche derivati, ma con sottostanti per la maggior parte legati agli asset appena citati. Il rischio è minore, e ovviamente anche il rendimento lì è minore. Non stiamo parlando della stessa cosa di Quanloop.
  • Altre piattaforme di lending che propongono servizi simili di gestione totale del portafoglio. Beh, non sono mai andati bene/sono esageratamente rischiosi. Penso alle strategie automatiche di Mintos: chi ha assistito al periodo buio del p2p di inizio 2020 sa che la più grande causa delle perdite degli investitori in quella piattaforma era per aver utilizzato tali strategie, che andavano a sottoscrivere i prestiti dei loan originator che venivano “scartati” dagli investitori che invece analizzavano autonomamente i prestiti. O alle strategie di Bondora, dove per spiegami sul perchè la considero spazzatura, vi invito a leggere il mio articolo che avevo scritto un paio di anni fa: Perchè NON investo in Bondora

Il p2p lending/crowdlending per natura è rischioso, un terreno dove molte aziende (in alcuni casi anche poco sane/raccomandabili) cercano fondi per le loro attività, che possono avere alte, ma anche molto basse, possibilità di successo. Per questo per poterne uscire qui profittevoli è importantissimo capire bene DOVE e COME investiamo i nostri soldi.

Mi aggancio qui per il secondo punto.

.

Nessuna REALE informazione sui richiedenti.

Vi lascio qui sotto un semplice screen dei dati a disposizione:

Quanloop prestiti

A parte le informazioni che vi ho riportato, non c’è ALCUNA altra notizia su:

  • chi concretamente sta chiedendo i nostri soldi (come facciamo a valutare se sarà solvibile)? L’obiezione potrebbe essere che è Quanloop che garantisce per noi il risultato, fornendoci lei i rendimenti, dato che gestisce per noi i risparmi. Contando che è vero, se mi seguite da un po’ saprete che a mio avviso è importantissimo comunque sapere i risultati della gestione, in particolare sapere quanti richiedenti stanno ritardando i rimborsi o sono passati dal tribunale per tentare dei recuperi, creando stress alla gestione della stessa Quanloop. Ne riparlerò comunque nell’ultimo punto.
  • Che tipo di business stiamo finanziando. C’è un semplice “business loan”. Cosa? Attività solvibile, rischiosa o altamente speculativa?. Immobiliare? Commercio? Industria? Cripto? Vendite di gelati in Islanda? Quasi sicuramente saranno tutte piccole medie imprese, ma sarà mai possibile secondo voi poter avere una minima idea della gestione del portafoglio in questo modo?
  • Dove stiamo finanziando? In Estonia? In Europa? In Asia? Anche sapere questo è importante, in quanto questo ci dà l’idea di quali difficoltà si potrebbe andare incontro in casi di passaggi al tribunale per insolvenze o peggio fallimenti del richiedente e quindi avere un elemento in più per valutare la rischiosità della piattaforma. Ma se mancano i due punti precedenti, figuriamoci se possiamo arrivare a questo.

.

Impossibilità di sapere i risultati reali della gestione di Quanloop

Come risultati reali della gestione, intendo se Quanloop ha una gestione profittevole o in perdita, e se è abbastanza capitalizzata per poter coprire.

Oltre a quanto indicato all’inizio dell’articolo sui risultati del fondo, non sono riuscito a trovare assolutamente altro. Oggi ormai è indispensabile conoscere i risultati di un richiedente che utilizza i nostri fondi per le proprie attività, e gli utili di questa attività per fornirci il rendimento e rimborsarci il capitale!

Il fatto di non conoscere questi risultati, soprattutto in questo clima di segretezza che si respira utilizzando la piattaforma e cercando approfondimenti, è assolutamente inaccettabile a mio avviso.

Qualcuno di voi è riuscito ad ottenere informazioni migliori in merito? Vi prego di segnalarmelo.

.

Interessi giornalieri e investimenti a brevissimo termine

Questo è l’unico motivo che posso eventualmente riconoscere ad una scelta di investimento in Quanloop. Essendo completamente slegato, nella sostanza, ai prestiti reali sottostanti, l’investitore può scegliere in qualsiasi momento di liquidare l’investimento e ritirarlo.

Inoltre, gli interessi sono riconosciuti giornalmente, non mensilmente come la maggior parte delle piattaforme p2p o alla fine del periodo, come una parte del business lending.

Questa metodo è già conosciuto agli investitori: è lo stesso del grow and growth di Bondora. Ma in Quanloop gli interessi sono più alti.

Ovviamente, occorre sottolineare ancora una volta che, non essendo contrattualmente legati questi interessi ad un singolo progetto, essi vengono pagati fino a che il business di Quanloop, nel suo complesso, è sostenibile.

.

ALTRI PROBLEMI

La Consob italiana di recente ha segnalato i problemi di Quanloop con l’autorità di vigilanza Greco. Tale regolatore ellenico, ha mandato comunicazione a tutte le corrispettive autorità europee, perchè non trovava regolarità con le autorizzazioni ad operare della piattaforma. Quanloop da parte propria ha comunicato che è pienamente in regola con il regolatore estone (paese di dove ha sede). Nonostante questa segnalazione si traduca in un nulla di fatto, risulta molto particolare il fatto che la Consob abbia comunque deciso di esprimere il proprio dubbio di regolarità in modo ufficiale.

Potete trovare la segnalazione direttamente nelle newsletter Consob, al 17 gennaio 2022.

.

CONCLUSIONI

Come al solito procedo ad elencare quali sono secondo me i punti forti e di debolezza di Quanloop:

PUNTI DI FORZA

  • Interessi incassati giornalmente, pregando ogni giorno che qualcuno li faccia arrivare anche il prossimo.
  • Possibilità offerta di prelevare in qualsiasi momento il capitale investito.

PUNTI DI DEBOLEZZA

  • Molta opacità nella gestione dei prestiti e dei relativi risultati.
  • Impossibilità di comprendere i risultati di gestione della piattaforma e della finanziaria che la gestisce. I pochi dati trovati non sono buoni.
  • Segnalazione subite da parte di qualche regolatore nazionale europeo.

E stavolta chiudo direttamente con la risposta alla domanda: Quanloop è uno scam? Direi che non ci sono elementi per dirlo attivamente. Il problema è che nessuno degli elementi della mia ricerca mi ha fornito in modo oggettivo che operi regolarmente. Ergo, anche se non posso dire sia uno scam, NON posso sicuramente dire che non lo sia. E questo, per le mie valutazioni, è già sufficiente.

Il business lending nel 2023 – facciamo il punto con Capitalia

In questo articolo ho voluto fare un approfondimento sull’attuale situazione negativa nel settore del business lending, cioè il settore del lending destinato ai finanziamenti aziendali. Ne ho parlato con il CFO di Capitalia Gintaras Matuzas, una delle finanziarie che meglio ne stanno uscendo, vendendo i risultati mostrati ed i miei personali rendimenti, facendomi un po’ raccontare qualche aggiornamento della piattaforma. Questo è quello che ne è uscito.

.

Come avrete notato, se mi seguite costantemente, ho accennato varie volte nei miei ultimi articoli al particolare momento economico che stiamo attraversando. E come esso si sta riflettendo negativamente in modo particolare nel p2b, cioè nei nostri prestiti in finanziamenti ad imprese.

Relativamente poco effetto ha avuto nel settore dei prestiti al consumo, con eccezione alle limitazioni alle finanziarie ucraine e a quelle russe, per effetto delle sanzioni. Ma da quel lato la gran parte sta pian piano recuperando i ritardi. Il settore immobiliare non ne ha invece proprio particolarmente risentito.

Dove invece si è assistito ad un aumento vertiginoso di ritardi è stato il settore aziende/piccole medie imprese.

Economia 2023 e crowdlending – le sfide

Il 2022 è stato molto impattante dal punto di vista politico-economico, in termini negativi purtroppo. Si era appena usciti dalla pandemia covid, e l’economia mondiale non si era ancora ripresa del tutto. In particolare nel settore dei trasporti e del reperimento di materie prime per la produzione: vi ricordate le file chilometriche di container via nave nei principali porti mondiali? In questa situazione già fragile, lo scoppio della guerra in ucraina ha dato un altro colpo importante, al settore energetico, facendo esplodere i costi. Non solo ai cittadini comuni, ma pure alle imprese ovviamente, e quelle produttive ne hanno sofferto di più.

Tutte queste conseguenze ce le stiamo ancora trascinando in questo inizio di 2023. E il mondo del crowdlending di certo ne ha risentito. Non molto sul settore prestiti al consumo, ma al business lending sicuramente sì.

Quando parlo con voi di investimenti in p2p lending baltico / est europeo, rilevo che due problemi sono particolarmente vivi nella testa degli investitori italiani:

  • La preoccupazione generata dal non vedere prospettive di termine della guerra in Ucraina, ad oggi.
  • Il particolare momento macroeconomico, caratterizzato da un’inflazione che fatica a calare stabilmente e da tassi di interesse alti (ed ancora in aumento), per contenere l’aumento generalizzato dei prezzi.

.

Cercando la possibilità di avere qualche riscontro anche da qualche referente di piattaforma baltica, coinvolta nel settore, ho avuto modo di fare due chiacchiere via etere con Gintaras Matuzas, CFO di Capitalia.

Capitalia

Ho scelto Capitalia come referente per fare un aggiornamento, perchè è stata una delle piattaforme le cui performance hanno risentito finora poco o nulla dell’attuale situazione. Mentre in altre, come Estateguru nel settore immobiliare e Lande nel settore del business lending, abbiamo assistito ad un peggioramento delle solvibilità dei richiedenti, i finanziamenti di Capialia non hanno rilevato aumenti sostanziali nelle percentuali di ritardo, né tantomeno di default.

Statistiche prestiti Capitalia dal 2017 al 2023

Ne ho voluto parlare quindi con Gintaras.

Visti risultati positivi, ho voluto riportare nel blog quali fossero gli accorgimenti che hanno permesso loro di ottenere tali risultati. Ho quindi approfittato della sua disponibilità, per farmi raccontare qualcosa anche sull’avanzamento nel tema dell’adeguamento al regolamento europeo sul crowdfunding. Infine, ho raccolto qualche dettaglio sui programmi futuri di questa piattaforma,

Ad oggi (aprile 2023) Capitalia è l’unica piattaforma di business lending dove sto incrementando il mio personale volume di investimento. Se siete interessati a leggerne la mia recensione, la potete trovare qui: Recensione Capitalia.

Iscriviti a Capitalia

.

Intervista a Capitalia

Come affrontare la situazione attuale – soluzioni di Capitalia

P2P ITALIA: Nel periodo attuale, i risultati dei prestiti in Capitalia sono stati tra i migliori nel settore del crowdlending baltico, se vediamo il numero e la complessità dei progetti in ritardo e dei recuperi. Gintaras, quali sono le ragioni principali a cui attribuisci questo risultato, anche confrontandosi con i concorrenti che soffrono un po’? Capitalia ha apportato correzioni alle procedure di valutazione dei richiedenti?

Gintaras Matuzas, CFO di Capitalia

GINTARAS MATUZAS: Ci sono 3 fattori importanti quando ci si confronta con la concorrenza, e penso tutti contribuiscano notevolmente ai buoni risultati che vediamo:

  1. Abbiamo iniziato a prestare a società baltiche nel 2010, quindi abbiamo acquisito ormai oltre 12 anni di esperienza nel core business dei prestiti. Nel corso degli anni abbiamo costruito un forte modello di scoring del rischio di credito, procedure efficienti e un team di gestione davvero esperto e con esperienza in questo settore. Inoltre, tutte le nostre decisioni di credito finali sono prese dalla commissione di valutazione, che consente di catturare non solo i rischi storici, ma anche i rischi potenzialmente imminenti, oltre ad essere creativi in situazioni difficili di ritardo o di recupero. Lavorare con le piccole e medie imprese e prestare senza garanzie ci ha insegnato come recuperare i debiti. Negoziando ed essendo flessibili con i debitori, dal momento che la riscossione forzata spesso non porta i migliori risultati.
  2. Noi e gli investitori beneficiamo entrambi del meccanismo di garanzia del portafoglio del Fondo europeo per gli investimenti EaSI (ndr. potete trovare qualche informazione, in italiano, qui: F.do euorpeo EaSI). Questa struttura offre sicurezza alle aziende più piccole garantendo l’80-90% del capitale. In caso di insolvenza o di ristrutturazione di tali prestiti, riacquistiamo tali prestiti e chiediamo fondi di garanzia al EIF.
  3. Mettiamo il nostro denaro in ogni progetto, quindi i nostri interessi sono sempre allineati con gli investitori. Offriamo agli investitori solo progetti in cui siamo felici di investire noi stessi.

.

P2P ITALIA: Viviamo in un particolare momento macroeconomico. Inflazione elevata, tassi interbancari in aumento e ombra di guerra a poche centinaia di chilometri dall’Unione europea. Qual è la percezione della situazione nei paesi baltici, in particolare nel settore del finanziamento delle piccole/medie imprese? Come piattaforma di prestito, se qualcosa ti preoccupa nel prossimo futuro, cosa di più?

GINTARAS: Un’inflazione elevata e tassi interbancari elevati significano in realtà che i nostri prodotti finanziari sono più attraenti per le imprese. In altre parole, il nostro finanziamento è ora più economico in questo contesto rispetto a prima e il divario in termini di costi di finanziamento è diminuito (finanziamento bancario contro finanziamento non bancario per le imprese dei paesi baltici).
Parlando della situazione di guerra – abbiamo percepito che per i primi 3 mesi tutti si erano in pausa, non sicuri se avrebbero dovuto investire in sviluppo o crescita. Tuttavia, le cose sono ora più o meno tornate alla normalità e non vi è grande domanda da parte delle imprese per capitale aggiuntivo.
Per quanto riguarda il futuro: il nostro segmento clienti, le piccole e medie imprese (o in realtà le micro e le piccole imprese se guardiamo agli standard europei) non hanno solitamente un debito bancario significativo dove l’Euribor creerebbe un enorme stress. Tuttavia, per l’economia nel suo complesso, il tasso Euribor elevato e ancora in aumento dovrebbe iniziare a mostrare i suoi effetti presto.

.

Regolamentazione europea sul crowdfunding

P2P ITALIA: Per quanto riguarda la recente regolamentazione europea del crowdfunding, Capitalia come piattaforma di crowdlending aziendale rientra nel suo ambito di applicazione. Come è la vostra situazione oggi per quanto riguarda le procedure e l’adattamento da rispettare? Come ha percepito l’adozione di questo regolamento europeo da parte dei governi baltici? Sono stati reattivi o c’è ancora qualche argomento che devono accelerare per facilitare la tua operatività?

GINTARAS: Stiamo lavorando a stretto contatto con il regolatore in Lettonia, dove si trova il nostro quartier generale ed il processo funziona bene. Adeguiamo alcune procedure e ci verrà richiesto di apportare alcune modifiche per continuare a utilizzare i meccanismi di garanzia del EIF, in quanto non ancora adottati per le piattaforme di crowdfunding. È un argomento piuttosto ampio ma, in breve, siamo sulla strada della licenza e ci aspettiamo di riceverla entro la fine dell’estate.

.

Dettagli sul futuro della piattaforma Capitalia

P2P ITALIA: Parliamo di fiscalità per gli investitori. Avete annunciato in passato la possibilità di una ritenuta alla fonte anticipata sugli interessi percepiti. Questa procedura non riguarda ancora gli italiani, giusto? Lo prevedete in futuro? Perché?

GINTARAS: Insieme al regolamento stiamo preparando la ritenuta alla fonte. Quest’anno iniziamo con il nostro paese base, la Lettonia, e abbiamo già dei piani per la Lituania. In molti casi ci aspettiamo che ci saranno trattati di doppia imposizione tra i paesi lettoni e più popolari da cui provengono i nostri investitori. Consentiamo anche di tenere conti aziendali invece di conti privati individuali e molti o i nostri investitori più grandi utilizzano questa opportunità anche per motivi fiscali.

.

P2P ITALIA: Sarà disponibile un conto di deposito per gli investitori anche sulla vostra piattaforma in futuro? O avete intenzione di continuare con il metodo di deposito e di credito effettivo, dove i trasferimenti sono direttamente da/ per gli investitori conti personali?

GINTARAS: Sì, lo annunceremo nei prossimi mesi. Abbiamo già firmato un accordo con un istituto di pagamento paneuropeo e ora lo stiamo integrando nei nostri sistemi. Ciò consentirà agli investitori di avere una comoda elaborazione dei pagamenti e la gestione del portafoglio.

.

Conclusioni

Grazie a Gintaras per questo intervento nel blog, spero sia stato utile a voi investitori per poter avere qualche informazione utile in più, e più approfondita, da un addetto del settore!

Da parte mia sono sicuro siamo di fronte ad un momento di “selezione” nel lending ad aziende. Varie piattaforme, con elementi di scoring non consolidati od affinati o, peggio, con una politica di pubblicazione di progetti molto lasciva, subiranno il colpo. Gli investitori, avendo a disposizione ormai un buono storico di statistiche e risultati di ciascuna piattaforma, hanno ormai la capacità di selezionare efficientemente e filtrare i rischi ecessivi. Slostando i capitali e i conseguenti volumi di investimento, contribuiscono anche loro stessi a determinare i destini delle piattaforme, spostando i favori dove il lavoro di selezione e supporto è migliore.

E questo spero sia un incentivo ulteriore alla serietà, per chi vuole essere un player di successo in questo particolare segmento di investimento come, a mio avviso, Capitalia.

.

Ricordo infine sempre, se desiderate iscrivervi a Capitalia, potete farlo dal link qui sotto per sostenere il blog di P2P-Italia:

Iscriviti a Capitalia

.

Alla prossima e buon investimento!

Esketit – La recensione

Eccoci ad un’altra recensione, su una piattaforma di p2p lending in cui sto investendo da vari mesi con una certa tranquillità. Sto parlando di Esketit.

Esketit è una piattaforma irlandese di prestiti al consumo. La sede è solo formalmente in Irlanda, immagino per motivi fiscali interni, perchè il team operativo e la gestione dei rapporti con i loan originator sono in Lettonia. Insomma, stiamo parlando di un’altra alternativa di p2p lending baltico, che sta crescendo molto in questi mesi anche come volumi di investimento.

E’ attiva dal 2020 ed è stata lanciata dai founders e proprietari di Creamfinance, un gruppo finanziario lettone attivo in questa tipologia di prestiti dal 2012.

Iscriviti a Esketit da qui

.

ESKETIT E CREAMFINANCE

Creamfinance è molto noto agli investitori di lunga data di p2p lending, dato che in passato è stato uno dei più famosi loan originator di Mintos.

Analogalmente a vari altri loan originator solidi (come Stikcredit o PlacetGroup, per citarne alcuni), anche Creamfinance ha sposato la strategia di costruirsi una propria piattaforma di intermediazione per la raccolta di fondi per i prestiti al consumo che emetteva. In seguito a ciò, nel 2020, ha abbandonato il marketplace di Mintos (rimborsando totalmente ed in anticipo agli investitori tutti i suoi prestiti all’epoca esistenti) ed ha fondato la piattaforma Esketit.

Piccola (ma non tanto) differenza, è che la società che gestisce la piattaforma Esketit NON fa parte formalmente del gruppo Creamfinance, ma è di proprietà dei due founders dello stesso gruppo Davis BaronsMatiss Ansviesulis. Insomma, Creamfinance ed Esketit appartengono agli stessi proprietari, ma non fanno parte dello stesso gruppo societario. Sembra un dettaglio da poco, ma occorre tenerlo presente.

Dal lancio della piattaforma i volumi di investimento si sono subito espansi moltissimo, sfruttando appunto la popolarità e la storicità solida del gruppo. Qui sotto i dati a Dicembre 2022:

Esketit, p2p lending, statistiche

I bilanci di Creamfinance (gruppo) sono presenti nel sito di Esketit. Sono revisionati da BDO, non una bug4, ma una delle più conosciute società di revisione del settore finanziario dell’est europa; BDO revisiona anche Robocash, più vari bilanci di loan originator di Mintos. Ci dicono che nel 2021 il gruppo ha avuto un utile di poco meno di 3,5 milioni di € ed è arrivato ad un equity di 14,6 milioni. Sono numeri molto buoni per questo settore e ci sono utili, come sapete, dato che Creamfinance fornisce il buyback. Per dirla tutta, nel 2020 Creamfinance ha subito una perdita di mezzo milione di euro, legata all’effetto pandemia e all’aumento di alcuni costi di struttura, ma nei restanti degli ultimi 4 anni è sempre stata in utile.

.

I LOAN ORIGINATOR

I loan originator attivi in Esketit sono 4 nel momento in cui scrivo, attivi ciascuno su una singola nazione (Polonia, Repubblica Ceca, Spagna e Giordania). Di questi, solo i primi 3 che ho elencato fanno parte del gruppo societario di Creamfinance; il quarto non ha legami di partecipazione ma è comunque posseduto dai founders della piattaforma, che, come detto possiedono anche la proprietà del gruppo Creamfinance vero e proprio.

In passato erano attivi anche altri loan originator (in Messico, in Lettonia ed un secondo in Polonia). Ad oggi però non stanno più emettendo prestiti nella piattaforma di Esketit.

Esketit, p2p lending, loan originator

E’ chiaro che la “specialità” di Esketit è il loan originator in Giordania, un paese dove ora possiamo investire in p2p lending solo attraverso questa piattaforma. Non valuto qui la solvibilità generale della nazione giordana, ovviamente però per i prestiti di tale paese viene spesso riconosciuto un interesse superiore rispetto agli altri: è un ottimo modo per cercare qualche rendimento in più, assumendosi un rischio leggermente superiore.

.

I PRESTITI SU ESKETIT

In Esketit sono presenti tre tipologie di prestito:

  • Business loans: finanziamenti ad aziende, che sto vedendo sono molto rari in questa piattaforma e di cui non ho grande esperienza qui.
  • Installment loan: prestiti al consumo a medio termine (in media 12 mesi di durata). In questa tipologia rientrano soprattutto i prestiti in Giordania.
  • Short term loans: prestiti al consumo a brevissimo termine (normalmente 30 giorni). Questa è invece la tipologia principale dei prestiti europei di Esketit, ma sono comunque qui presenti, a rendimento più alto, anche prestiti in Giordania.

Nel momento in cui scrivo (dicembre 2022) i prestiti hanno un rendimento che va dal 12 al 14%. Normalmente i prestiti europei sono offerti al 12% di interesse. I prestiti short term loan in Giordania invece hanno un’offerta al 14%.

Tutti i prestiti sono coperti dalla copertura di buyback da parte del loan originator, che scatta quando sono passati 60 giorni di ritardo da una delle rate del prestito. In questo caso, vengono rimborsati all’investitore la quota capitale rimanente più gli interessi maturati per il periodo in ritardo. Il buyback, come da contratto, viene fornito dal loan originator (non da Esketit!).

I prestiti hanno la possibilità di essere estesi, fino ad un massimo di 5 volte. Guardando le statistiche, storicamente sono i prestiti in Giordania che subiscono ogni tanto un’estensione (circa il 30% delle volte).

.

MARKETPLACE

Parto col dire che il deposito dei fondi in Esketit avviene oggi attraverso un conto svizzero della piattaforma (e quindi non all’interno dell’Unione Europea). Non la trovo proprio un agevolazione per gli investitori.

Il marketplace di Esketit, invece, è impostato secondo i classici canoni del p2p lending al consumo dei paesi baltici.

E’ presente una sezione del mercato primario, dove possiamo selezionare le nostre scelte di sottoscrizione da una lista di prestiti aperti all’investimento.

Esketit, p2p lending, prestiti

Sono presenti anche dei classici filtri per poter visualizzare meglio i prestiti di nostro interesse nel totale dei prestiti disponibili. Pochi, dato che la diversificazione dei prestiti in Esketit non è molta.

Cliccando su ciascun prestito, si possono analizzare i dettagli dello stesso.

Esketit, p2p lending, prestiti

Non sono molti dettagli, anzi non c’è praticamente nulla in più di utile rispetto a quello visibile nel marketplace. Anche Esketit si “adegua” a quello standard baltico sul fornire pochi dettagli del richiedente finale del prestito: l’investitore sta sostanzialmente investendo nel loan originator, non nel richiedente finale.

Comunque sono sempre convinto che un dettaglio maggiore su questo aspetto possa sempre dare qualche elemento in più di fiducia sulla concretezza ed esistenza reale dei singoli prestiti alla base.

.

AUTOINVEST

Prima di parlare dell’autoinvest vero e proprio, per Esketit ho voluto spendere due parole anche per le strategie preimpostate dalla piattaforma.

In varie piattaforme infatti, a fianco della possibilità di settaggio autonomo, vengono proposte all’investitore degli autoinvest “preimpostati” dalla piattaforma stessa. In questi casi l’investitore non deve far altro che sceglierli fra le varie opzioni e attivarli, senza altra operazione alcuna. La scelta è resa possibile mostrandogli brevemente le caratteristiche tipiche di ciascuna strategia di investimento (le più rischiose e con più rendimento, le più sicure ma meno profittevoli, le più bilanciate, etc.).

Anche in Esketit tale opzione di strategia preimpostata è disponibile, in tre versioni, eccole qui sotto:

Esketit, p2p lending, strategy

Dicevo, di solito non ne parlo nelle mie recensioni, perchè spesso queste strategie non sono altro che un espediente per la piattaforma per “scaricare” agli investitori più inesperti, che non spendono troppo tempo nel settare i propri investimenti, prestiti o loan originator che solitamente non vengono scelti dagli autoinvest degli investitori più scaltri, perchè poco efficienti.

Ho invece analizzato queste strategie in Esketit e queste mi sembrano invece ben impostate, divise bene, e particolarmente utili alla profittabilità degli investitori più principianti. Certo, la cosa è favorita dal fatto che non c’è molta diversificazione fra i prestiti: tutti sono emessi oggi dal gruppo Creamfinance e i maggiori rendimenti sono dati dalla presenza o meno di una quota di prestiti in Giordania (più rischiosi e a interesse più alto) nel portafoglio proposto.

E’ poi sempre possibile, ovviamente impostare un classico autoinvest.

Gli step per il settaggio sono simili a qualsiasi altra piattaforma classica di prestiti al consumo.

E’ possibile impostare:

  • quanti € di capitale destinare all’autoinvest
  • i range di % di interesse, durata rimanente del prestito
  • il paese del prestito
  • i loan originator (su singoli paesi, ci possono essere vari loan originator del gruppo Creamfinance)
  • Lo stato attuale del prestito (se investire in soli prestiti current o anche in ritardo; fa poca differenza)
  • Altri dettagli

Come al solito, io preferisco sempre creare un autoinvest per nazione (o uno per paio di nazioni), per tenere gestito e meglio monitorato l’andamento del mercato in termini geografici.

Esketit, p2p lending, autoinvest

.

MERCATO SECONDARIO

In Esketit è presente un mercato secondario per liquidare i propri prestiti in anticipo.

Per vendere i propri prestiti è sufficiente andare nella sezione “Portfolio”.

Qui, nella lista dei singoli prestiti sottoscritti, è presente nella destra di ciascuna linea di prestito il pulsante “Sell”.

Esketit, p2p lending, mercato secondario

Cliccando è possibile impostare per ciascun nostro prestito selezionato l’importo da vendere: è possibile anche decidere di vendere solo una parte della nostra quota di prestito.

E’ inoltre possibile anche impostare uno sconto o un sovrapprezzo, in %, sulla quota che vogliamo vendere. Per incentivare gli acquirenti all’acquisto, per una liquidazione veloce (in caso di sconto), oppure per tentare un extraprofitto da tale vendita (in caso di sovrapprezzo).

I passaggi comunque sono molto semplici e veloci.

.

BONUS ISCRIZIONE

Come per molte altre piattaforme, anche per i nuovi iscritti ad Esketit è previsto un bonus di benvenuto.

Iscrivendovi dal link qui sotto, potrete avere un cashback dello 1% sul vostro conto per tutti gli investimenti che vi effettuerete nei primi 30 giorni, fino ad un massimo di 1.000€ di bonus.

Iscriviti a Esketit da qui

Ricordatevi di passare a consultare la pagina di Bonus iscrizione di P2P-italia, per rimanere sempre aggiornati sulle ultime offerte!

.

CONLCUSIONI

Infine, come al solito per concludere, ecco quelli che secondo me sono i punti di forza e migliorabili della piattaforma:

PUNTI DI FORZA

  • Gruppo Creamfinance solido finanziariamente
  • Ottimo storico di solvibilità
  • Grande semplicità d’uso

PUNTI DI DEBOLEZZA

  • Contratti stipulati con la piattaforma Esketit, non direttamente con il loan originator
  • Poca diversificazione possibile
  • Deposito in piattaforma avviene verso un conto corrente svizzero

.

Piattaforme alternative:

Afranga

Viainvest

P

C

I rischi del p2p lending: le cose da sapere

Questo articolo credo possa essere molto interessante per chi è agli inizi nell’investire nel p2p lending. Quali rischi si possono incontrare, quando decidiamo di investire qui?

E’ una domanda che chiunque si è posto, prima di investire nelle piattaforme di prestiti fra privati.

Insomma… Il p2p lending è rischioso?

La risposta è.. SI’, MA IN PARTE! Lo si può infatti in gran parte gestire!

Questi di seguito elenco quelli che secondo me sono i principali rischi che un investitore in p2p lending si troverà ad affrontare. Ho pensato di dividerli per natura, per aiutare a farsi uno schema mentale preciso. Ho aggiunto anche, a parte di ciascuno, quelle che sono a mio avviso le azioni migliori per limitarli o gestirli nel modo più profittevole possibile.

Li ordino in ordine decrescente, da quelli che secondo me incidono di più, a quelli che incidono meno:

RISCHIO DEL RICHIEDENTE

E’ il primo, forse non il principale, ma quello che più di tutti influenza le nostre aspettative di ritorno. I richiedenti dei prestiti pagano regolarmente?

Sì: ok i nostri rendimenti potranno essere regolari.

No: allora occorre attivarsi per valutare l’effettiva convenienza della specifica scelta di investimento.

La cosa che spesso si dimentica è di capire bene CHI ci deve pagare il prestito, su CHI concentrare la nostra valutazione. Quando non ci sono coperture di buyback, è il richiedente finale. Quando invece c’è la copertura buyback, NON è il richiedente finale a dover essere valutato, ma il loan originator (colui che propone i prestiti in piattaforma): è solido? Ha le coperture per poter pagarci al posto del richiedente?

AZIONI PER LIMITARLO: Nel lending immobiliare e aziende, valutare bene chi ci chiede il finanziamento, attraverso i rating forniti dalla piattaforma e analizzando i documenti disponibili, che raccontano il progetto ed i reali soggetti coinvolti. Nel p2p lending, se c’è copertura buyback, capire bene i bilanci delle finanziarie che lo offrono (se sono in utile, se hanno sufficiente equity, per esempio).

In tutti i casi, è importante diversificare il più possibile i propri investimenti su più richiedenti. Più concentriamo i nostri investimenti verso pochi soggetti, più ci esponiamo al rischio verso di loro.

RISCHIO DELLA PIATTAFORMA

Si parla qui della volontà e capacità della piattaforma di operare secondo le normative che regolano il settore, della corretta preselezione dei soggetti che offrono i loro prestiti o i loro progetti nel marketplace, della correttezza dei contratti di prestito e interessi, e della loro visione di attività di lungo periodo.

Piattaforme come Mintos, Bondora, Soisy, Evenfi, Robocash: hanno tutto in regola per poter operare? Tutte le eventualità, anche negative, sono state regolamentate?

Il rischio è chiaramente quello di vederci congelati i soldi nella piattaforma anche se i richiedenti pagano regolarmente, a causa di problemi di operatività o liquidità della stessa. O, peggio, il rischio scam da parte di chi la piattaforma la gestisce. Quindi, sia quanto la piattaforma sia regolamentata, sia quanto potremo tutelarci in via legale se le cose dovrebbero andare male (cioè nei casi proprio peggiori, il default della stessa).

A differenza del passato, grandi passi sono stati fatti in Europa nel regolamentare l’attività delle piattaforme di crowdfunding e crowdlending. Ottenere licenze per poter operare è sempre più difficile ed i requisiti necessari sempre più stringenti. Occorre però accertarsi che le piattaforme dove stiamo valutando di aprire un conto abbiano tali licenze, oltre ad un team solido e storico alle spalle che garantisca una certa esperienza di gestione.

AZIONI PER LIMITARLO: conoscere molto bene le piattaforme dove andiamo ad investire PRIMA di investire. Informarsi sui dettagli contrattuali, seguire le recensioni di investitori con esperienza. Il blog di P2P Italia vi mette a disposizioni le recensioni delle piattaforme dove investo io, che potete trovare nella sezione a destra della pagina.

RISCHIO PAESE

E’ indirettamente collegato al rischio del richiedente. Anzi, lo influenza tantissimo, ma lo considero un rischio a sè.

Parlo della situazione economica specifica della nazione dove il richiedente risiede. Se risiede in una nazione stabile, con un economia forte, ci saranno meno rischi di “shock” esterni che possano scalfirne la sua situazione finanziaria. Al contrario, forti variazioni nelle politiche nazionali potrebbero ridurne la possibilità di reddito, ad esempio, tale da comprometterne la capacità di rimborso dei prestiti.

Si pensi, ad esempio, a cambi improvvisi di normative (i cambi delle politiche russe verso l’europa in seguito alla guerra). Oppure paesi in forte crisi economica che alzano le tasse o riducono inventivi economici su cui il richiedente contava. Ma gli esempi potrebbero essere infiniti.

Altro punto, capire se i paesi dove vogliamo investire siano normativamente aperte e già preparate agli investimenti in crowdfunding e crowdlending ci darà un’indicazione sulla stabilità delle normative che incidono sul lavoro di richiedenti e intermediari. Siamo all’interno dell’unione europea, dove il crowdfunding è normato? Se no, ci sono leggi ben definite che lo regolano?

AZIONI PER LIMITARLO: Ottenere le informazioni macroeconomiche e normative del settore del paese dove risiede il loan originator, o dove il richiedente basa la sua attività/progetto. Privilegiare investimenti su paesi con relativa tranquillità ci limiterà questo rischio.

RISCHIO VALUTA

È un rischio collegato al eischio paese, ma che ha delle particolarità, per cui lo indico a parte.

Non sempre i richiedenti prestito utilizzano l’euro come loro moneta corrente. In questo caso il prestito si concretizza in due modi:

  • Il contratto viene stipulato in euro, quindi loro dovranno pagare le rate in euro al cambio vigente con la loro moneta al momento della scadenza. In questo caso può essere che la loro moneta si sia deprezzata nel tempo, quindi loro dovranno pagare “di più” per darci la stessa quantità di euro pattuita, aumentando il loro rischio insolvenza. Al contrario, se la loro moneta si rafforza sull’euro, pagheranno “meno” per darci gli stessi euro: il loro rischio insolvenza diminuisce.
  • Il contratto viene stipulato nella loro moneta locale. In questo caso saremo noi a dover convertire i nostri euro nella moneta del richiedente. Le piattaforme che offrono tali prestiti (ad esempio Mintos o Twino) normalmente hanno il servizio di cambio valuta per i nostri depositi, attraverso il pagamento di qualche commissione. Qui il richiedente paga sempre lo stesso importo nella sua valuta, ma noi saremo soggetti al rischio cambio che, ugualmente a come prima spiegato, potrà esserci favorevole o sfavorevole.

AZIONI PER LIMITARLO: innanzitutto l’azione principale è capire bene se il richiedente opera in euro come noi oppure no. E ricordarsi che non sempre paga in euro anche se il contratto di prestito che abbiamo è im euro: dipende dalla sua nazione di residenza.

Fatto questo il comportamento più semplice, ed efficace, per limitare il rischio valuta è….. investire solo in euro, con richiedenti che utilizzano euro :).

Possiamo pensare di investire noi in valuta (secondo caso far quelli qui elencati) se abbiamo abbastanza confidenza dell’andamento del mercato valutario che ci possa dare degli extra profitti. Ma occorre avere esperienza con l’argomento.

RISCHIO LIQUIDITA’

Detto anche cash drag, riguarda la possibilità in cui la piattaforma sulla quale state investendo non abbia prestiti a sufficienza per investire tutto il capitale che avete depositato. In questo caso, i vostri soldi rimarranno giacenti sul conto senza rendervi nessun interesse, abbassando il vostro profitto atteso: si profila una perdita per mancato guadagno.

AZIONI PER LIMITARLO: monitorare sempre, prima di versare sul conto di una piattaforma, ma anche periodicamente quando state investendo, la situazione del numero prestiti disponibili in offerta. Se non sono sufficienti a coprire il vostro capitale, e se questa situazione perdura per un lungo periodo di tempo, l’opzione migliore sarebbe quella di diminuire il capitale e indirizzarlo verso lidi più efficienti.

RISCHIO FISCALE

Ci sono piattaforme (italiane) che fanno da sostituto d’imposta a titolo definitivo, come ad esempio Soisy, Smartika, Prestiamoci. E piattaforme (italiane ed estere) che non lo fanno. Vi rimando per dettagli a questo articolo: La tassazione nel p2p lending.

Per le prime, la gestione del versamento tasse è gestita dalla piattaforma. Nelle seconde, occorre lavorare nella nostra dichiarazione di fine anno.

Nonostante la normativa fiscale italiana sia chiara, occorre conoscerla per dichiarare regolarmente i nostri proventi. E questa cosa può non essere semplice per chi non è avvezzo a queste cose. Se così, occorre affidarsi ad un professionista (caf o, molto meglio, un commercialista). Il rischio è che nemmeno il professionista sia “aggiornato” con i regolamenti di questa nuova forma di investimento e vi faccia perdere tempo, oltre che farvi pagare parcella.

AZIONI PER LIMITARLO: abbastanza ovvie. Se non ve la sentite di gestire la cosa, basta investire solo in piattaforme che fanno da sostituto. Altrimenti, occorre affidarsi ad un professionista bene informato. Meglio ancora, se ne avete la voglia con il tempo, sarebbe capire bene come dichiararle in autonomia e procedere da soli a integrare la vostra dichiarazione con i redditi del p2p.

CAPITOLO SPECIALE: IL RISCHIO DELL’INVESTITORE!

Oltre a questo elenco, ho voluto infine aggiungere altri due tipi di rischi. Non sono rischi legati specificamente al mercato del p2p lending, alle sue piattaforme o quanto già detto. Sono rischi legati a….. VOI. Il rischio dell’investitore. Il rischio di non predisporsi voi stessi ad investire correttamente.

Io, dalla mia esperienza, ho notato due tipi di rischi principali di un classico investitore “amatoriale” di p2p lending.

A – RISCHIO DI NON INFORMARSI ADEGUATAMENTE

Sembra banale, ma occorre tenersi sempre informati sull’andamento del mercato del crowdlending. Capire le novità che periodicamente escono, quali sono l’andamento delle piattaforme e l’aggiornamento dei loro rendimenti, ma anche dei loro rischi.

Investire e poi dimenticarsi di aggiornarsi almeno una volta ogni tanto su dove stiamo investendo, vuol dire potenzialmente esporci a rischi perchè le condizioni cambiano e non ce ne accorgiamo. Oppure non conoscere che nel tempo nascono opportunità migliori o con meno rischio, vuol dire non ottimizzare il nostro investimento nel lending.

AZIONI PER LIMITARLO: seguire blog e canali che trattano il mondo del p2p lending. Ma attenzione, scegliere di seguire chi realmente lo conosce (non investitori occasionali che si specializzano in altre tipologie e parlano “marginalmente” del p2p), per evitare di avere informazioni di bassa qualità o, peggio, non corrette.

Io ovviamente vi consiglio di seguire il mio blog e tenere sempre d’occhio la sezione Le migliori piattaforme, che aggiorno trimestralmente.

B – RISCHIO DI NON GESTIRE BENE IL PROPRIO PORTAFOGLIO

Altro rischio “nascosto”, ma ben chiaro a chi ha qualche rudimento di finanza personale. Il rischio di non allocare la corretta % del proprio portafoglio al p2p lending.

Dire qual è la % corretta non è possibile. Dipende da molti fattori. Da come vanno i rendimenti del p2p in un particolare momento rispetto alle altre forme di investimento. Da quale è la capacità reddituale dell’investitore. La sua età. La sua propensione al rischio. Eccetera…

Però sicuramente si può dire che non gestendo bene il proprio portafoglio, si rischia di investire una % nel p2p troppo alta. Alta tale per cui eventuali perdite, che possono sempre accadere di tanto in tanto, vadano ad essere troppo elevate e che non permettano di investire .

AZIONI PER LIMITARLO: appunto perchè riguarda la sfera personale di ogni singolo investitore, non ci sono reali “consigli” che posso darvi. Se non uno, classico: evitate di investire soldi che vi creerà grossi problemi perdere, nel caso l’investimento non andasse bene.

Recensione Robocash – Aggiornamento 2022

Ciao a tutti,

come un po’ anticipato nell’ultimo mio articolo, ho voluto aggiornare la recensione di Robocash del blog. La precedente era un po’ datata e ho colto l’occasione per aggiungere qualche altro argomento che ritenevo importante inserire.

Potete trovare la nuova review nel solito spazio “recensioni” del sito.

Per i più pigri, ecco qui il link :): Recensione Robocash (2022)

Buon investimento!

Recrowd – finanziare progetti immobiliari con pochissimi ritardi

Questa recensione di Recrowd ti aiuterà a saperne di più sulle sue offerte d’investimento, incluso come sono strutturati gli investimenti e quali potrebbero essere i tuoi potenziali ritorni.

Recrowd è un prestatore on line, che offre una varietà di prestiti immobiliari e finanziari. Recrowd è stata fondata nel 2018 da Gianluca De Simone, Simone Pitignano e Massimo Traversi e ad aprile 2022 ha finanziato 70 progetti, raccolto più di €22 milioni, concluso 27 progetti, distribuito poco più di €3,5 milioni con un rendimento medio del 9%.

Se consideriamo che il 2021 è stato chiuso con un fatturato di €1.000.000, Recrowd è una piattaforma che ha avuto una crescita esplosiva.

Il tasso di default è finora uguale a zero.

Da settembre 2021 Recrowd è partecipata da Esperia Investor al 43%, avendo rilevato la partecipazione da un investitore iniziale. Questo investimento è stato aggiunto a Monety (società del Gruppo Gabetti).

.

TIPOLOGIE DI PROGETTI

Recrowd ha raggruppato i progetti in 6 categorie: Relax, Comfort, Sport, Exclusive, Alternative ed Elite. Le categorie dovrebbero essere una scala verso maggiori rischi e disponibilità finanziarie degli investitori e questo lo è escludendo la categoria prestito Alternative.

Breve spiegazione:

  • Relax: proposte immobiliari con investimento minimo di €250, tempi dei progetti da 12 ai 16 mesi.
  • Comfort: investimento minimo €500 e durate del progetto tra i 18 e i 24 mesi.
  • Sport: investimento minimo €1.000 e durate inferiori agli 11 mesi.
  • Exclusive: capitale minimo €3.000, tempi di restituzione tra i 6 e i 24 mesi. Questa categoria è rivolta a investitori preparati e con buone disponibilità.
  • Alternative: in questa categoria sono raggruppati investimenti diversi da quelli di finanziamento ad attività immobiliari. Investimenti che sono più simili ad attività finanziarie (Superbonus, anticipazione crediti, …). Investimento minimo €500 e tempi di rientro dai 6 ai 24 mesi.
  • Elite: capitale minimo €10.000 e rientro tra i 6 ed i 24 mesi. Questa categoria è chiaramente riservata ad investitori esperti e con buona disponibilità.

Non esiste alcun filtro tra investitore e tipologia di progetto, ognuno sceglie gli investimenti in base alla propria propensione alla durata, alla disponibilità e al minimo d’investimento. Probabilmente negli USA la categoria Elite sarebbe stata riservata ad investitori qualificati.

Informazioni che gli investitori ricevono sui progetti.

La documentazione dei progetti proposti è molto ricca. In particolare, per ciascuna offerta potrai visualizzare un’icona con oltre al titolo del progetto:

  • La categoria del progetto: evidenziato anche dal colore del riquadro;
  • L’interesse annuo: valore dell’interesse annuale;
  • La durata dell’investimento, al termine dalla quale riceverai il capitale investito e gli interessi maturati;
  • L’interesse totale: valore dell’interesse del finanziamento;
  • L’investimento minimo, il valore minimo che puoi investire nell’offerta;
  • La percentuale di finanziamento, riportata sotto forma di barra di progressione, indica quanto manca alla conclusione della raccolta fondi, questo chiaramente dopo l’apertura della raccolta. L’ammontare dell’obiettivo d’investimento e la quantità raggiunta in quel momento.
Iscriviti a Recrowd da qui

.

IL PROGETTO

Informazioni dettagliate relative al finanziamento, tra cui la società immobiliare richiedente il finanziamento, la data e l’orario di apertura dell’investimento, l’investimento minimo per contrattare un interesse maggiore con limite evidenziato.

Si riporta inoltre il tipo di restituzione: se bullet o full bullet. Altre informazioni tra cui la ritenuta d’acconto che sarà applicato al guadagno pattuito.

Punti di forza del progetto.

  • Rating;
  • Tipo di rischio di mercato;
  • Posizione dell’immobile e richieste di mercato;
  • Altre informazioni.

Descrizione del progetto

In questa sezione sono descritte le caratteristiche salienti dell’investimento, se è una ristrutturazione con o senza frazionamento, il numero di appartamenti e le caratteristiche della zona. Le tecnologie utilizzate nella ristrutturazione dell’immobile.

Una descrizione dettagliata dell’immobile.

Una descrizione dettagliata della zona con il numero di abitanti, i servizi offerti e i collegamenti con i centri vicini.

Completa la descrizione del progetto ana serie di immagini con il rendering del risultato dell’intervento.

.

Il Proponente

Descrizione della società

Sono descritte le caratteristiche della società con tutti gli elementi che permettono una valutazione: anno di nascita, tipo di società, interventi effettuati e tipologie di intervento, zona di copertura, numero di collaboratori, capitale sociale ed altri elementi di valutazione.

Se ha già presentato progetti sulla piattaforma e l’elenco di questi richiamabili in automatico per valutare i precedenti finanziamenti.

Track record

Elencazione di precedenti attività immobiliari con le loro caratteristiche. Con tipologia di progetto, dati finanziari e loro caratteristiche.

Aggiornamenti

Questa è una nuova sezione di cui personalmente sentivo la mancanza, la possibilità di seguire l’andamento del progetto con la opportunità di esaminare fotografie dell’intervento e documenti di supporto (tipo contratti preliminari di vendita, rogiti, …).

.

Documenti

Questa sezione è visibile solo agli iscritti e riporta normalmente i seguenti link:

  • La visura camerale;
  • L’assesment dell’operazione;
  • Il business plan.

.

RENDIMENTI DI RECROWD

Gli interessi dei progetti vanno da un minimo di 8% annuo, fino ai 12% (con alcune punte del 14%) che si possono trovare nella categoria Exclusive.

.

DETTAGLI SULLA TASSAZIONE

Recrowd, come tutte le piattaforme di lending, non addebita nessuna commissione all’investitore. La piattaforma guadagna addebitando una commissione al richiedente il prestito.

La quasi totalità dei progetti sono full bullet: alla scadenza predefinita si riceverà il capitale investito con gli interessi pattuiti. In pochi casi il rimborso è bullet: in quel caso gli interessi sono distribuiti trimestralmente o semestralmente e il capitale con gli interessi residui alla scadenza.

Recrowd dal 2023 funge da sostituto d’imposta a titolo definitivo, questo significa che il rendimento ottenuto subisce una trattenuta fiscale automatica del 26%. L’investitore, poi, non avrà più alcun adempimento da svolgere per questo argomento. Riceverà semplicemente gli interessi già al netto dell’imposta dovuta e non dovrà preoccuparsi più di nulla in tal senso.

.

AMPIEZZA DELLA SELEZIONE

Recrowd comunica che il 90% delle richieste di finanziamento è bocciato per non avere le qualità necessarie per essere proposto sulla piattaforma. La valutazione è effettuata da due società del Gruppo Gabetti: Abaco e Patrigest. Queste società terze sono incaricate di produrre un report il più possibile completo e di facile comprensione disponibile agli investitori per effettuare la valutazione dell’investimento. Questo rapporto è visualizzabile nella sezione Assesment dell’operazione citata precedentemente.

Questo rapporto contiene un doppio rating: Tecnico e Finanziario dell’operazione immobiliare. Il rapporto tecnico contiene un’analisi catastale, urbanistica ed edilizia. Questa valutazione è pregiudiziale perché se non esiste una congruità tecnica il progetto sarà scartato.

Superata l’analisi tecnica si passa ad una valutazione di congruità dei valori dell’operazione. Questo studio produce:

  • Un’analisi di mercato della zona dell’operazione.
  • Un controllo dei dati socio economici.
  • I tempi di assorbimento per valutare la congruità con i tempi di finanziamento.

Oltre all’analisi dell’operazione è prodotta una valutazione di merito dello sviluppatore immobiliare verificando:

  • La presenza di eventi negativi.
  • La presenza di eventi pregiudiziali.
  • La regolarità dei pagamenti.
  • La presenza di news negative.

Queste attività di valutazione sono supportate dall’esistenza di banche dati.

Che tipo d’investimento dovrebbero aspettarsi gli investitori, inclusi i flussi di cassa

Gli investitori in Recrowd ricevono distribuzioni di contanti in funzione degli investimenti effettuati. Queste distribuzioni sono al netto della ritenuta d’acconto del 26%.

Le percentuali di guadagno sono a discrezione dell’investitore in funzione delle scelte dei progetti selezionati. Mediamente la piattaforma offre un reddito del 9,00%. La quasi totalità dei finanziamenti sono di tipo immobiliare e con modalità di rimborso full bullet (capitale e interesse alla scadenza).

.

PUNTI DI FORZA E MIGLIORIE

Punti di forza:

  • In base alle recensioni e alle opinioni degli utenti su Trustpilot, Recrowd vanta un ottimo punteggio: al momento in cui scriviamo il 95% delle opinioni è tra l’eccezionale e il molto buono.
  • Nessun progetto non rimborsato.
  • Ottima qualità dei progetti con l’utilizzo di valutazioni terze.
  • Elevato numero di operazioni.
  • Progetti di importo elevato finanziato in qualche giorno.
  • Tutti i progetti sono presentati in videoconferenza con i proponenti prima di essere proposti agli investitori.
  • Documentazione dei progetti corposa e esaustiva.
  • Ottima fidelizzazione degli investitori.
  • Dashbord degli investimenti effettuati completa con i relativi contratti con l’investitore.

Ogni piattaforma anche se ben funzionante può sempre migliorare ed evolvere.

Trovavo una grave carenza non avere lo stato di avanzamento di ogni progetto e ho notato che gli ultimi progetti hanno un link che richiama un sito della società proponente dove sono evidenziati tutti gli eventi riguardanti il progetto (fotografie, contratti, …). Sarebbe un’ottima iniziativa avere un blog mensile che riporta gli eventi importanti dei progetti che non hanno questo link di informazioni.

Sono decisamente contrario alla trattativa personalizzata e preferisco una scaletta di scaglioni di importi con i relativi interessi. Risulta a mio parere più semplice, più chiara e agevole per gli investitori ed evita la frustrazione di effettuare più tentativi per ottenere la maggiorazione promessa nella documentazione.

Ritengo Recrowd una delle poche piattaforme per qualità, numero e  volume dei progetti pronta per introdurre la funzione di autoinvest per agevolare la funzione d’investimento e rendere maggiormente passivi gli investimenti.

Iscriviti a Recrowd da qui

.

CONCLUSIONI

Recrowd è una piattaforma di investimenti immobiliari ad altissima crescita con un volume di proposte molto alto. Offre investimenti di qualità con un ottima documentazione. I rendimenti sono interessanti. L’assistenza è pronta ed efficace. Trasmette sicurezza e mi trovo a mio agio ad investire nei progetti proposti.

.

Piattaforme alternative:

Prepay

Capitalia