Quanloop è uno scam? Perchè non ci investo

Benvenuti ad una mia nuova recensione di una piattaforma di p2p lending. Questa volta voglio parlare di Quanloop, una realtà che vedo molto pubblicizzata online oggi e sulla quale molti di voi lettori mi avete chiesto un riscontro. Scambiando qualche chiacchiera con qualcuno di voi, ascoltavo vari dubbi se Quanloop potesse essere effettivamente una buona piattaforma (data la semplicità su come investire e l’alto rendimento), oppure un business a forte rischio scam. Ho quindi cercato di riassumere quella che è la mia visione in questo articolo.

Sono sincero, a me non piace parlare nel blog di piattaforme su cui non ho investito personalmente. Ma leggendo da varie parti recensioni molto semplici, classici specchi per allodole, mi sono un po’ girati i cinque minuti e ho voluto buttare giù quest’articolo.

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COS’E’ QUANLOOP

Partiamo innanzitutto a tirare il perimetro di questa piattaforma.

E’ una piattaforma di investimento estone specializzata nel lending aziendale, attiva dal 2019. Si caratterizza per una modalità di investimento completamente automatizzata per l’investitore (ne parleremo qui più avanti) che permette un utilizzo assolutamente semplice, avvicinandosi molto al concetto di un fondo di investimento comune rispetto ad una piattaforma di lending vera e propria. Al contempo, ha molti elementi “grigi”/ sconosciuti nella propria gestione, che cercherò di descrivere in questo articolo.

Chi controlla Quanloop è indicato direttamente nel loro sito:

Quanloop proprietà

Leggendo, l’azienda è posseduta da due imprenditori esteri: Valentin Ivanov e Rene Rattur. A gestire operativamente l’attività e le scelte di investimento di Quanloop sono lo stesso Ivanon e Osauhing QFM, una società che opera come fondo di investimento. Molto grigia è la situazione di questo fondo.

Andando a cercare dati su questa Osauhing QFM, si trovano questi risultati di fatturato (circa mezzo milione di euro a semestre) e di tasse versate allo stato (zero, da più di tre anni):

E questo non è certo un bel segnale, contando che tasse 0 vuol dire molto probabilmente utili non positivi (per lungo tempo). Non la migliore delle situazioni per un fondo che dovrebbe gestire i nostri investimenti.

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INVESTIRE IN QUANLOOP

La modalità in cui è possibile investire, come detto, è molto molto semplice. E, al contrario di quello che tanti pensano, non è necessariamente sinonimo di buona cosa. Infatti a mio avviso non lo è. Ve lo spiego.

Non c’è un vero e proprio autoinvest in Quanloop. L’investitore ha la possibilità di selezionare solamente fra tre piani di rischio: un “low risk” un “medium risk” e un “high risk” plan. Delle caratteristiche dei prestiti, e di dove andrà ad investire ciascun piano non sappiamo nulla. Sappiamo solo quale sarà il nostro rendimento e quale sarà il range di loan to value dei progetti che andremo a finanziare.

Quanloop investimenti

Semplice giusto? Sì… ma ora passo ai punti critici. Punti di cui mi stupisco come molti investitori non li ritengano importanti, quando valutano la loro scelta di investire in questa piattaforma.

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Gestione NON controllabile da parte nostra

Innanzitutto, una volta selezionato il piano, chi gestisce la piattaforma farà tutto AL POSTO NOSTRO. Gestendo loro di fatto tutti i destini dei nostri capitali depositati. Non avremo modo di riprenderci il nostro capitale se non quando i prestiti ai richiedenti di Quanloop verranno rimborsati.

Voi mi direte, beh, ci sono già altri servizi che offrono una gestione totale del portafoglio in quedti termini. Vero, ma vediamoli:

  • Consulenti finanziari/piattaforme di consulenza (es. Moneyfarm): anche qui deleghiamo la gestione a terzi. Faccio però notare che ogni consulente finanziario italiano (abilitato a proporre il servizio!) deve sottostare a rigide normative in tema di: a) comunicazione delle operazioni per conto del cliente b) informativa sui risultati della gestione c) sottoscrizione di assicurazioni per la propria attività. Pensate realmente che Quanloop sia obbligata a questi obblighi, o fornisca a voi questi servizi? Chiaramente NO.
  • Banche: classico, anche i nostri consulenti di banca gestiscono al posto nostro i nostri risparmi. A parte gli obblighi di comunicazione che sono anche qui presenti, su di loro mi soffermo sulla TIPOLOGIA di investimento dove vi investono. Nonostante le solite chiacchiere da bar sulle “banche sono ladre, colluse etc.”, investono i nostri risparmi con un portafoglio con gradi di rischio nettamente inferiore al p2p lending. Titoli di stato, azioni quotate (e non quotate ma con alta capitalizzazione), obbligazioni, ETF; anche derivati, ma con sottostanti per la maggior parte legati agli asset appena citati. Il rischio è minore, e ovviamente anche il rendimento lì è minore. Non stiamo parlando della stessa cosa di Quanloop.
  • Altre piattaforme di lending che propongono servizi simili di gestione totale del portafoglio. Beh, non sono mai andati bene/sono esageratamente rischiosi. Penso alle strategie automatiche di Mintos: chi ha assistito al periodo buio del p2p di inizio 2020 sa che la più grande causa delle perdite degli investitori in quella piattaforma era per aver utilizzato tali strategie, che andavano a sottoscrivere i prestiti dei loan originator che venivano “scartati” dagli investitori che invece analizzavano autonomamente i prestiti. O alle strategie di Bondora, dove per spiegami sul perchè la considero spazzatura, vi invito a leggere il mio articolo che avevo scritto un paio di anni fa: Perchè NON investo in Bondora

Il p2p lending/crowdlending per natura è rischioso, un terreno dove molte aziende (in alcuni casi anche poco sane/raccomandabili) cercano fondi per le loro attività, che possono avere alte, ma anche molto basse, possibilità di successo. Per questo per poterne uscire qui profittevoli è importantissimo capire bene DOVE e COME investiamo i nostri soldi.

Mi aggancio qui per il secondo punto.

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Nessuna REALE informazione sui richiedenti.

Vi lascio qui sotto un semplice screen dei dati a disposizione:

Quanloop prestiti

A parte le informazioni che vi ho riportato, non c’è ALCUNA altra notizia su:

  • chi concretamente sta chiedendo i nostri soldi (come facciamo a valutare se sarà solvibile)? L’obiezione potrebbe essere che è Quanloop che garantisce per noi il risultato, fornendoci lei i rendimenti, dato che gestisce per noi i risparmi. Contando che è vero, se mi seguite da un po’ saprete che a mio avviso è importantissimo comunque sapere i risultati della gestione, in particolare sapere quanti richiedenti stanno ritardando i rimborsi o sono passati dal tribunale per tentare dei recuperi, creando stress alla gestione della stessa Quanloop. Ne riparlerò comunque nell’ultimo punto.
  • Che tipo di business stiamo finanziando. C’è un semplice “business loan”. Cosa? Attività solvibile, rischiosa o altamente speculativa?. Immobiliare? Commercio? Industria? Cripto? Vendite di gelati in Islanda? Quasi sicuramente saranno tutte piccole medie imprese, ma sarà mai possibile secondo voi poter avere una minima idea della gestione del portafoglio in questo modo?
  • Dove stiamo finanziando? In Estonia? In Europa? In Asia? Anche sapere questo è importante, in quanto questo ci dà l’idea di quali difficoltà si potrebbe andare incontro in casi di passaggi al tribunale per insolvenze o peggio fallimenti del richiedente e quindi avere un elemento in più per valutare la rischiosità della piattaforma. Ma se mancano i due punti precedenti, figuriamoci se possiamo arrivare a questo.

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Impossibilità di sapere i risultati reali della gestione di Quanloop

Come risultati reali della gestione, intendo se Quanloop ha una gestione profittevole o in perdita, e se è abbastanza capitalizzata per poter coprire.

Oltre a quanto indicato all’inizio dell’articolo sui risultati del fondo, non sono riuscito a trovare assolutamente altro. Oggi ormai è indispensabile conoscere i risultati di un richiedente che utilizza i nostri fondi per le proprie attività, e gli utili di questa attività per fornirci il rendimento e rimborsarci il capitale!

Il fatto di non conoscere questi risultati, soprattutto in questo clima di segretezza che si respira utilizzando la piattaforma e cercando approfondimenti, è assolutamente inaccettabile a mio avviso.

Qualcuno di voi è riuscito ad ottenere informazioni migliori in merito? Vi prego di segnalarmelo.

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Interessi giornalieri e investimenti a brevissimo termine

Questo è l’unico motivo che posso eventualmente riconoscere ad una scelta di investimento in Quanloop. Essendo completamente slegato, nella sostanza, ai prestiti reali sottostanti, l’investitore può scegliere in qualsiasi momento di liquidare l’investimento e ritirarlo.

Inoltre, gli interessi sono riconosciuti giornalmente, non mensilmente come la maggior parte delle piattaforme p2p o alla fine del periodo, come una parte del business lending.

Questa metodo è già conosciuto agli investitori: è lo stesso del grow and growth di Bondora. Ma in Quanloop gli interessi sono più alti.

Ovviamente, occorre sottolineare ancora una volta che, non essendo contrattualmente legati questi interessi ad un singolo progetto, essi vengono pagati fino a che il business di Quanloop, nel suo complesso, è sostenibile.

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ALTRI PROBLEMI

La Consob italiana di recente ha segnalato i problemi di Quanloop con l’autorità di vigilanza Greco. Tale regolatore ellenico, ha mandato comunicazione a tutte le corrispettive autorità europee, perchè non trovava regolarità con le autorizzazioni ad operare della piattaforma. Quanloop da parte propria ha comunicato che è pienamente in regola con il regolatore estone (paese di dove ha sede). Nonostante questa segnalazione si traduca in un nulla di fatto, risulta molto particolare il fatto che la Consob abbia comunque deciso di esprimere il proprio dubbio di regolarità in modo ufficiale.

Potete trovare la segnalazione direttamente nelle newsletter Consob, al 17 gennaio 2022.

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CONCLUSIONI

Come al solito procedo ad elencare quali sono secondo me i punti forti e di debolezza di Quanloop:

PUNTI DI FORZA

  • Interessi incassati giornalmente, pregando ogni giorno che qualcuno li faccia arrivare anche il prossimo.
  • Possibilità offerta di prelevare in qualsiasi momento il capitale investito.

PUNTI DI DEBOLEZZA

  • Molta opacità nella gestione dei prestiti e dei relativi risultati.
  • Impossibilità di comprendere i risultati di gestione della piattaforma e della finanziaria che la gestisce. I pochi dati trovati non sono buoni.
  • Segnalazione subite da parte di qualche regolatore nazionale europeo.

E stavolta chiudo direttamente con la risposta alla domanda: Quanloop è uno scam? Direi che non ci sono elementi per dirlo attivamente. Il problema è che nessuno degli elementi della mia ricerca mi ha fornito in modo oggettivo che operi regolarmente. Ergo, anche se non posso dire sia uno scam, NON posso sicuramente dire che non lo sia. E questo, per le mie valutazioni, è già sufficiente.

Il business lending nel 2023 – facciamo il punto con Capitalia

In questo articolo ho voluto fare un approfondimento sull’attuale situazione negativa nel settore del business lending, cioè il settore del lending destinato ai finanziamenti aziendali. Ne ho parlato con il CFO di Capitalia Gintaras Matuzas, una delle finanziarie che meglio ne stanno uscendo, vendendo i risultati mostrati ed i miei personali rendimenti, facendomi un po’ raccontare qualche aggiornamento della piattaforma. Questo è quello che ne è uscito.

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Come avrete notato, se mi seguite costantemente, ho accennato varie volte nei miei ultimi articoli al particolare momento economico che stiamo attraversando. E come esso si sta riflettendo negativamente in modo particolare nel p2b, cioè nei nostri prestiti in finanziamenti ad imprese.

Relativamente poco effetto ha avuto nel settore dei prestiti al consumo, con eccezione alle limitazioni alle finanziarie ucraine e a quelle russe, per effetto delle sanzioni. Ma da quel lato la gran parte sta pian piano recuperando i ritardi. Il settore immobiliare non ne ha invece proprio particolarmente risentito.

Dove invece si è assistito ad un aumento vertiginoso di ritardi è stato il settore aziende/piccole medie imprese.

Economia 2023 e crowdlending – le sfide

Il 2022 è stato molto impattante dal punto di vista politico-economico, in termini negativi purtroppo. Si era appena usciti dalla pandemia covid, e l’economia mondiale non si era ancora ripresa del tutto. In particolare nel settore dei trasporti e del reperimento di materie prime per la produzione: vi ricordate le file chilometriche di container via nave nei principali porti mondiali? In questa situazione già fragile, lo scoppio della guerra in ucraina ha dato un altro colpo importante, al settore energetico, facendo esplodere i costi. Non solo ai cittadini comuni, ma pure alle imprese ovviamente, e quelle produttive ne hanno sofferto di più.

Tutte queste conseguenze ce le stiamo ancora trascinando in questo inizio di 2023. E il mondo del crowdlending di certo ne ha risentito. Non molto sul settore prestiti al consumo, ma al business lending sicuramente sì.

Quando parlo con voi di investimenti in p2p lending baltico / est europeo, rilevo che due problemi sono particolarmente vivi nella testa degli investitori italiani:

  • La preoccupazione generata dal non vedere prospettive di termine della guerra in Ucraina, ad oggi.
  • Il particolare momento macroeconomico, caratterizzato da un’inflazione che fatica a calare stabilmente e da tassi di interesse alti (ed ancora in aumento), per contenere l’aumento generalizzato dei prezzi.

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Cercando la possibilità di avere qualche riscontro anche da qualche referente di piattaforma baltica, coinvolta nel settore, ho avuto modo di fare due chiacchiere via etere con Gintaras Matuzas, CFO di Capitalia.

Capitalia

Ho scelto Capitalia come referente per fare un aggiornamento, perchè è stata una delle piattaforme le cui performance hanno risentito finora poco o nulla dell’attuale situazione. Mentre in altre, come Estateguru nel settore immobiliare e Lande nel settore del business lending, abbiamo assistito ad un peggioramento delle solvibilità dei richiedenti, i finanziamenti di Capialia non hanno rilevato aumenti sostanziali nelle percentuali di ritardo, né tantomeno di default.

Statistiche prestiti Capitalia dal 2017 al 2023

Ne ho voluto parlare quindi con Gintaras.

Visti risultati positivi, ho voluto riportare nel blog quali fossero gli accorgimenti che hanno permesso loro di ottenere tali risultati. Ho quindi approfittato della sua disponibilità, per farmi raccontare qualcosa anche sull’avanzamento nel tema dell’adeguamento al regolamento europeo sul crowdfunding. Infine, ho raccolto qualche dettaglio sui programmi futuri di questa piattaforma,

Ad oggi (aprile 2023) Capitalia è l’unica piattaforma di business lending dove sto incrementando il mio personale volume di investimento. Se siete interessati a leggerne la mia recensione, la potete trovare qui: Recensione Capitalia.

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Intervista a Capitalia

Come affrontare la situazione attuale – soluzioni di Capitalia

P2P ITALIA: Nel periodo attuale, i risultati dei prestiti in Capitalia sono stati tra i migliori nel settore del crowdlending baltico, se vediamo il numero e la complessità dei progetti in ritardo e dei recuperi. Gintaras, quali sono le ragioni principali a cui attribuisci questo risultato, anche confrontandosi con i concorrenti che soffrono un po’? Capitalia ha apportato correzioni alle procedure di valutazione dei richiedenti?

Gintaras Matuzas, CFO di Capitalia

GINTARAS MATUZAS: Ci sono 3 fattori importanti quando ci si confronta con la concorrenza, e penso tutti contribuiscano notevolmente ai buoni risultati che vediamo:

  1. Abbiamo iniziato a prestare a società baltiche nel 2010, quindi abbiamo acquisito ormai oltre 12 anni di esperienza nel core business dei prestiti. Nel corso degli anni abbiamo costruito un forte modello di scoring del rischio di credito, procedure efficienti e un team di gestione davvero esperto e con esperienza in questo settore. Inoltre, tutte le nostre decisioni di credito finali sono prese dalla commissione di valutazione, che consente di catturare non solo i rischi storici, ma anche i rischi potenzialmente imminenti, oltre ad essere creativi in situazioni difficili di ritardo o di recupero. Lavorare con le piccole e medie imprese e prestare senza garanzie ci ha insegnato come recuperare i debiti. Negoziando ed essendo flessibili con i debitori, dal momento che la riscossione forzata spesso non porta i migliori risultati.
  2. Noi e gli investitori beneficiamo entrambi del meccanismo di garanzia del portafoglio del Fondo europeo per gli investimenti EaSI (ndr. potete trovare qualche informazione, in italiano, qui: F.do euorpeo EaSI). Questa struttura offre sicurezza alle aziende più piccole garantendo l’80-90% del capitale. In caso di insolvenza o di ristrutturazione di tali prestiti, riacquistiamo tali prestiti e chiediamo fondi di garanzia al EIF.
  3. Mettiamo il nostro denaro in ogni progetto, quindi i nostri interessi sono sempre allineati con gli investitori. Offriamo agli investitori solo progetti in cui siamo felici di investire noi stessi.

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P2P ITALIA: Viviamo in un particolare momento macroeconomico. Inflazione elevata, tassi interbancari in aumento e ombra di guerra a poche centinaia di chilometri dall’Unione europea. Qual è la percezione della situazione nei paesi baltici, in particolare nel settore del finanziamento delle piccole/medie imprese? Come piattaforma di prestito, se qualcosa ti preoccupa nel prossimo futuro, cosa di più?

GINTARAS: Un’inflazione elevata e tassi interbancari elevati significano in realtà che i nostri prodotti finanziari sono più attraenti per le imprese. In altre parole, il nostro finanziamento è ora più economico in questo contesto rispetto a prima e il divario in termini di costi di finanziamento è diminuito (finanziamento bancario contro finanziamento non bancario per le imprese dei paesi baltici).
Parlando della situazione di guerra – abbiamo percepito che per i primi 3 mesi tutti si erano in pausa, non sicuri se avrebbero dovuto investire in sviluppo o crescita. Tuttavia, le cose sono ora più o meno tornate alla normalità e non vi è grande domanda da parte delle imprese per capitale aggiuntivo.
Per quanto riguarda il futuro: il nostro segmento clienti, le piccole e medie imprese (o in realtà le micro e le piccole imprese se guardiamo agli standard europei) non hanno solitamente un debito bancario significativo dove l’Euribor creerebbe un enorme stress. Tuttavia, per l’economia nel suo complesso, il tasso Euribor elevato e ancora in aumento dovrebbe iniziare a mostrare i suoi effetti presto.

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Regolamentazione europea sul crowdfunding

P2P ITALIA: Per quanto riguarda la recente regolamentazione europea del crowdfunding, Capitalia come piattaforma di crowdlending aziendale rientra nel suo ambito di applicazione. Come è la vostra situazione oggi per quanto riguarda le procedure e l’adattamento da rispettare? Come ha percepito l’adozione di questo regolamento europeo da parte dei governi baltici? Sono stati reattivi o c’è ancora qualche argomento che devono accelerare per facilitare la tua operatività?

GINTARAS: Stiamo lavorando a stretto contatto con il regolatore in Lettonia, dove si trova il nostro quartier generale ed il processo funziona bene. Adeguiamo alcune procedure e ci verrà richiesto di apportare alcune modifiche per continuare a utilizzare i meccanismi di garanzia del EIF, in quanto non ancora adottati per le piattaforme di crowdfunding. È un argomento piuttosto ampio ma, in breve, siamo sulla strada della licenza e ci aspettiamo di riceverla entro la fine dell’estate.

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Dettagli sul futuro della piattaforma Capitalia

P2P ITALIA: Parliamo di fiscalità per gli investitori. Avete annunciato in passato la possibilità di una ritenuta alla fonte anticipata sugli interessi percepiti. Questa procedura non riguarda ancora gli italiani, giusto? Lo prevedete in futuro? Perché?

GINTARAS: Insieme al regolamento stiamo preparando la ritenuta alla fonte. Quest’anno iniziamo con il nostro paese base, la Lettonia, e abbiamo già dei piani per la Lituania. In molti casi ci aspettiamo che ci saranno trattati di doppia imposizione tra i paesi lettoni e più popolari da cui provengono i nostri investitori. Consentiamo anche di tenere conti aziendali invece di conti privati individuali e molti o i nostri investitori più grandi utilizzano questa opportunità anche per motivi fiscali.

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P2P ITALIA: Sarà disponibile un conto di deposito per gli investitori anche sulla vostra piattaforma in futuro? O avete intenzione di continuare con il metodo di deposito e di credito effettivo, dove i trasferimenti sono direttamente da/ per gli investitori conti personali?

GINTARAS: Sì, lo annunceremo nei prossimi mesi. Abbiamo già firmato un accordo con un istituto di pagamento paneuropeo e ora lo stiamo integrando nei nostri sistemi. Ciò consentirà agli investitori di avere una comoda elaborazione dei pagamenti e la gestione del portafoglio.

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Conclusioni

Grazie a Gintaras per questo intervento nel blog, spero sia stato utile a voi investitori per poter avere qualche informazione utile in più, e più approfondita, da un addetto del settore!

Da parte mia sono sicuro siamo di fronte ad un momento di “selezione” nel lending ad aziende. Varie piattaforme, con elementi di scoring non consolidati od affinati o, peggio, con una politica di pubblicazione di progetti molto lasciva, subiranno il colpo. Gli investitori, avendo a disposizione ormai un buono storico di statistiche e risultati di ciascuna piattaforma, hanno ormai la capacità di selezionare efficientemente e filtrare i rischi ecessivi. Slostando i capitali e i conseguenti volumi di investimento, contribuiscono anche loro stessi a determinare i destini delle piattaforme, spostando i favori dove il lavoro di selezione e supporto è migliore.

E questo spero sia un incentivo ulteriore alla serietà, per chi vuole essere un player di successo in questo particolare segmento di investimento come, a mio avviso, Capitalia.

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Ricordo infine sempre, se desiderate iscrivervi a Capitalia, potete farlo dal link qui sotto per sostenere il blog di P2P-Italia:

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Alla prossima e buon investimento!

Le migliori piattaforme p2p – Aprile 2023

Siamo entrati in una fase di ribasso di tassi nel mercato del p2p e crowdlending. In controtendenza rispetto al perdurare del momento inflativo ed al rialzo dei tassi base operato dalla banca centrale. La causa è la grande mole di investitori che nei mesi passati si è riversata in questa forma di investimento (ma il p2p non doveva morire con il 2020 come dicevano alcuni? Bah…). Un aumento repentino della domanda di investimento che le piattaforme non hanno voluto seguire completamente adeguando ad occhi bendati l’offerta. Aumentare proporzionalmente l’offerta avrebbe voluto dire, genericamente parlando, rovinare i rapporti attuali di solvibilità.

Quindi, trovandosi di fronte ad un eccesso di liquidità, le finanziarie hanno pensato bene al loro gioco e hanno concesso interessi sostanzialmente inferiori. Questo è un elemento di cui ho tenuto molto conto in questo ranking aggiornato, dando molto peso a chi ha invece mantenuto i rendimenti costanti.

Parlando di solvibilità, mentre il p2p esce sostanzialmente molto bene (finora) dal conflitto ucraino, lo stesso non si può dire per il lending immobiliare ed aziendale (nei baltici!). Qui i ritardi sono aumentati sostanzialmente , come credo lo sia ora il rischio per i progetti che verranno messi nelle relative piattaforme nei prossimi mesi.

Alcune piattaforme hanno performato meglio di altre, chiaramente, ma in alcuni casi il crollo di solvibilità è stato evidente. Chi ha fatto cosa?

Ecco quindi l’aggiornamento della mia “classifica”, che come sempre potete trovare in questa pagina: Le migliori piattaforme – Aprile 2023

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Le valutazioni

Ricordo sempre che, a parte la premessa di questo ranking specifico, sono sempre queste le 6 “caratteristiche” su cui baso i miei voti:

  • Rendimento: il rendimento atteso per un investitore che investe con una buona dose di valutazione dei rischi e dei progetti. NON è il rendimento di un investitore casuale che seleziona con poca attenzione. Quello capite sarà molto minore e varierà a seconda della diversificazione di ambiti e di livelli di rischio della singola piattaforma.
  • Solidità/Rimborsi regolari: Per quanto riguarda le piattaforme di prestiti al consumo, definisce lo stato di salute degli intermediari che offrono il buyback nella piattaforma e/o dei soggetti che gestiscono la piattaforma stessa assicurandone la continuità. Per quanto riguarda invece le piattaforme che finanziano aziende o progetti immobiliari, definisce il livello di regolarità di rimborsi dei progetti; o, dall’altro lato, quanti ritardi possiamo aspettarci nella loro offerta.
  • Esperienza team: uno degli elementi fondamentali per l’affidabilità nella gestione della piattaforma, sia attuale che in prospettiva di continuità futura, trovo sia l’esperienza pregressa del team in ambito di successo in p2p lending o in ambito comunque finanziario (o immobiliare se parliamo di crowdlending immobiliare).
  • Trasparenza: indica il livello di informazioni che la piattaforma mette a disposizione agli investitori, e la loro affidabilità, affinché possano valutare la situazione in essere nel modo migliore possibile e il più vicino possibile alla realtà dei fatti.
  • Regolamentazione: quanto la piattaforma segue correttamente le normative a cui è sottoposta la sua attività, sia di tutela all’investitore (controlli di istituzione esterne, informativa e procedurale), sia in ambito fiscale.
  • Diversificazione: le reali possibilità, all’interno della singola piattaforma, di diversificare correttamente i propri investimenti, su diversi settori, nazioni, gradi di rischio, eccetera.

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Non vi resta che andare al relativo articolo, raggiungibile anche dall’apposita sezione della home del blog!

Esketit – La recensione

Eccoci ad un’altra recensione, su una piattaforma di p2p lending in cui sto investendo da vari mesi con una certa tranquillità. Sto parlando di Esketit.

Esketit è una piattaforma irlandese di prestiti al consumo. La sede è solo formalmente in Irlanda, immagino per motivi fiscali interni, perchè il team operativo e la gestione dei rapporti con i loan originator sono in Lettonia. Insomma, stiamo parlando di un’altra alternativa di p2p lending baltico, che sta crescendo molto in questi mesi anche come volumi di investimento.

E’ attiva dal 2020 ed è stata lanciata dai founders e proprietari di Creamfinance, un gruppo finanziario lettone attivo in questa tipologia di prestiti dal 2012.

Iscriviti a Esketit da qui

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ESKETIT E CREAMFINANCE

Creamfinance è molto noto agli investitori di lunga data di p2p lending, dato che in passato è stato uno dei più famosi loan originator di Mintos.

Analogalmente a vari altri loan originator solidi (come Stikcredit o PlacetGroup, per citarne alcuni), anche Creamfinance ha sposato la strategia di costruirsi una propria piattaforma di intermediazione per la raccolta di fondi per i prestiti al consumo che emetteva. In seguito a ciò, nel 2020, ha abbandonato il marketplace di Mintos (rimborsando totalmente ed in anticipo agli investitori tutti i suoi prestiti all’epoca esistenti) ed ha fondato la piattaforma Esketit.

Piccola (ma non tanto) differenza, è che la società che gestisce la piattaforma Esketit NON fa parte formalmente del gruppo Creamfinance, ma è di proprietà dei due founders dello stesso gruppo Davis BaronsMatiss Ansviesulis. Insomma, Creamfinance ed Esketit appartengono agli stessi proprietari, ma non fanno parte dello stesso gruppo societario. Sembra un dettaglio da poco, ma occorre tenerlo presente.

Dal lancio della piattaforma i volumi di investimento si sono subito espansi moltissimo, sfruttando appunto la popolarità e la storicità solida del gruppo. Qui sotto i dati a Dicembre 2022:

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I bilanci di Creamfinance (gruppo) sono presenti nel sito di Esketit. Sono revisionati da BDO, non una bug4, ma una delle più conosciute società di revisione del settore finanziario dell’est europa; BDO revisiona anche Robocash, più vari bilanci di loan originator di Mintos. Ci dicono che nel 2021 il gruppo ha avuto un utile di poco meno di 3,5 milioni di € ed è arrivato ad un equity di 14,6 milioni. Sono numeri molto buoni per questo settore e ci sono utili, come sapete, dato che Creamfinance fornisce il buyback. Per dirla tutta, nel 2020 Creamfinance ha subito una perdita di mezzo milione di euro, legata all’effetto pandemia e all’aumento di alcuni costi di struttura, ma nei restanti degli ultimi 4 anni è sempre stata in utile.

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I LOAN ORIGINATOR

I loan originator attivi in Esketit sono 4 nel momento in cui scrivo, attivi ciascuno su una singola nazione (Polonia, Repubblica Ceca, Spagna e Giordania). Di questi, solo i primi 3 che ho elencato fanno parte del gruppo societario di Creamfinance; il quarto non ha legami di partecipazione ma è comunque posseduto dai founders della piattaforma, che, come detto possiedono anche la proprietà del gruppo Creamfinance vero e proprio.

In passato erano attivi anche altri loan originator (in Messico, in Lettonia ed un secondo in Polonia). Ad oggi però non stanno più emettendo prestiti nella piattaforma di Esketit.

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E’ chiaro che la “specialità” di Esketit è il loan originator in Giordania, un paese dove ora possiamo investire in p2p lending solo attraverso questa piattaforma. Non valuto qui la solvibilità generale della nazione giordana, ovviamente però per i prestiti di tale paese viene spesso riconosciuto un interesse superiore rispetto agli altri: è un ottimo modo per cercare qualche rendimento in più, assumendosi un rischio leggermente superiore.

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I PRESTITI SU ESKETIT

In Esketit sono presenti tre tipologie di prestito:

  • Business loans: finanziamenti ad aziende, che sto vedendo sono molto rari in questa piattaforma e di cui non ho grande esperienza qui.
  • Installment loan: prestiti al consumo a medio termine (in media 12 mesi di durata). In questa tipologia rientrano soprattutto i prestiti in Giordania.
  • Short term loans: prestiti al consumo a brevissimo termine (normalmente 30 giorni). Questa è invece la tipologia principale dei prestiti europei di Esketit, ma sono comunque qui presenti, a rendimento più alto, anche prestiti in Giordania.

Nel momento in cui scrivo (dicembre 2022) i prestiti hanno un rendimento che va dal 12 al 14%. Normalmente i prestiti europei sono offerti al 12% di interesse. I prestiti short term loan in Giordania invece hanno un’offerta al 14%.

Tutti i prestiti sono coperti dalla copertura di buyback da parte del loan originator, che scatta quando sono passati 60 giorni di ritardo da una delle rate del prestito. In questo caso, vengono rimborsati all’investitore la quota capitale rimanente più gli interessi maturati per il periodo in ritardo. Il buyback, come da contratto, viene fornito dal loan originator (non da Esketit!).

I prestiti hanno la possibilità di essere estesi, fino ad un massimo di 5 volte. Guardando le statistiche, storicamente sono i prestiti in Giordania che subiscono ogni tanto un’estensione (circa il 30% delle volte).

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MARKETPLACE

Parto col dire che il deposito dei fondi in Esketit avviene oggi attraverso un conto svizzero della piattaforma (e quindi non all’interno dell’Unione Europea). Non la trovo proprio un agevolazione per gli investitori.

Il marketplace di Esketit, invece, è impostato secondo i classici canoni del p2p lending al consumo dei paesi baltici.

E’ presente una sezione del mercato primario, dove possiamo selezionare le nostre scelte di sottoscrizione da una lista di prestiti aperti all’investimento.

Esketit, p2p lending, prestiti

Sono presenti anche dei classici filtri per poter visualizzare meglio i prestiti di nostro interesse nel totale dei prestiti disponibili. Pochi, dato che la diversificazione dei prestiti in Esketit non è molta.

Cliccando su ciascun prestito, si possono analizzare i dettagli dello stesso.

Esketit, p2p lending, prestiti

Non sono molti dettagli, anzi non c’è praticamente nulla in più di utile rispetto a quello visibile nel marketplace. Anche Esketit si “adegua” a quello standard baltico sul fornire pochi dettagli del richiedente finale del prestito: l’investitore sta sostanzialmente investendo nel loan originator, non nel richiedente finale.

Comunque sono sempre convinto che un dettaglio maggiore su questo aspetto possa sempre dare qualche elemento in più di fiducia sulla concretezza ed esistenza reale dei singoli prestiti alla base.

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AUTOINVEST

Prima di parlare dell’autoinvest vero e proprio, per Esketit ho voluto spendere due parole anche per le strategie preimpostate dalla piattaforma.

In varie piattaforme infatti, a fianco della possibilità di settaggio autonomo, vengono proposte all’investitore degli autoinvest “preimpostati” dalla piattaforma stessa. In questi casi l’investitore non deve far altro che sceglierli fra le varie opzioni e attivarli, senza altra operazione alcuna. La scelta è resa possibile mostrandogli brevemente le caratteristiche tipiche di ciascuna strategia di investimento (le più rischiose e con più rendimento, le più sicure ma meno profittevoli, le più bilanciate, etc.).

Anche in Esketit tale opzione di strategia preimpostata è disponibile, in tre versioni, eccole qui sotto:

Esketit, p2p lending, strategy

Dicevo, di solito non ne parlo nelle mie recensioni, perchè spesso queste strategie non sono altro che un espediente per la piattaforma per “scaricare” agli investitori più inesperti, che non spendono troppo tempo nel settare i propri investimenti, prestiti o loan originator che solitamente non vengono scelti dagli autoinvest degli investitori più scaltri, perchè poco efficienti.

Ho invece analizzato queste strategie in Esketit e queste mi sembrano invece ben impostate, divise bene, e particolarmente utili alla profittabilità degli investitori più principianti. Certo, la cosa è favorita dal fatto che non c’è molta diversificazione fra i prestiti: tutti sono emessi oggi dal gruppo Creamfinance e i maggiori rendimenti sono dati dalla presenza o meno di una quota di prestiti in Giordania (più rischiosi e a interesse più alto) nel portafoglio proposto.

E’ poi sempre possibile, ovviamente impostare un classico autoinvest.

Gli step per il settaggio sono simili a qualsiasi altra piattaforma classica di prestiti al consumo.

E’ possibile impostare:

  • quanti € di capitale destinare all’autoinvest
  • i range di % di interesse, durata rimanente del prestito
  • il paese del prestito
  • i loan originator (su singoli paesi, ci possono essere vari loan originator del gruppo Creamfinance)
  • Lo stato attuale del prestito (se investire in soli prestiti current o anche in ritardo; fa poca differenza)
  • Altri dettagli

Come al solito, io preferisco sempre creare un autoinvest per nazione (o uno per paio di nazioni), per tenere gestito e meglio monitorato l’andamento del mercato in termini geografici.

Esketit, p2p lending, autoinvest

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MERCATO SECONDARIO

In Esketit è presente un mercato secondario per liquidare i propri prestiti in anticipo.

Per vendere i propri prestiti è sufficiente andare nella sezione “Portfolio”.

Qui, nella lista dei singoli prestiti sottoscritti, è presente nella destra di ciascuna linea di prestito il pulsante “Sell”.

Esketit, p2p lending, mercato secondario

Cliccando è possibile impostare per ciascun nostro prestito selezionato l’importo da vendere: è possibile anche decidere di vendere solo una parte della nostra quota di prestito.

E’ inoltre possibile anche impostare uno sconto o un sovrapprezzo, in %, sulla quota che vogliamo vendere. Per incentivare gli acquirenti all’acquisto, per una liquidazione veloce (in caso di sconto), oppure per tentare un extraprofitto da tale vendita (in caso di sovrapprezzo).

I passaggi comunque sono molto semplici e veloci.

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BONUS ISCRIZIONE

Come per molte altre piattaforme, anche per i nuovi iscritti ad Esketit è previsto un bonus di benvenuto.

Iscrivendovi dal link qui sotto, potrete avere un cashback dello 1% sul vostro conto per tutti gli investimenti che vi effettuerete nei primi 30 giorni, fino ad un massimo di 1.000€ di bonus.

Iscriviti a Esketit da qui

Ricordatevi di passare a consultare la pagina di Bonus iscrizione di P2P-italia, per rimanere sempre aggiornati sulle ultime offerte!

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CONLCUSIONI

Infine, come al solito per concludere, ecco quelli che secondo me sono i punti di forza e migliorabili della piattaforma:

PUNTI DI FORZA

  • Gruppo Creamfinance solido finanziariamente
  • Ottimo storico di solvibilità
  • Grande semplicità d’uso

PUNTI DI DEBOLEZZA

  • Contratti stipulati con la piattaforma Esketit, non direttamente con il loan originator
  • Poca diversificazione possibile
  • Deposito in piattaforma avviene verso un conto corrente svizzero

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Piattaforme alternative:

Afranga

Viainvest

P

C

I rischi del p2p lending: le cose da sapere

Questo articolo credo possa essere molto interessante per chi è agli inizi nell’investire nel p2p lending. Quali rischi si possono incontrare, quando decidiamo di investire qui?

E’ una domanda che chiunque si è posto, prima di investire nelle piattaforme di prestiti fra privati.

Insomma… Il p2p lending è rischioso?

La risposta è.. SI’, MA IN PARTE! Lo si può infatti in gran parte gestire!

Questi di seguito elenco quelli che secondo me sono i principali rischi che un investitore in p2p lending si troverà ad affrontare. Ho pensato di dividerli per natura, per aiutare a farsi uno schema mentale preciso. Ho aggiunto anche, a parte di ciascuno, quelle che sono a mio avviso le azioni migliori per limitarli o gestirli nel modo più profittevole possibile.

Li ordino in ordine decrescente, da quelli che secondo me incidono di più, a quelli che incidono meno:

RISCHIO DEL RICHIEDENTE

E’ il primo, forse non il principale, ma quello che più di tutti influenza le nostre aspettative di ritorno. I richiedenti dei prestiti pagano regolarmente?

Sì: ok i nostri rendimenti potranno essere regolari.

No: allora occorre attivarsi per valutare l’effettiva convenienza della specifica scelta di investimento.

La cosa che spesso si dimentica è di capire bene CHI ci deve pagare il prestito, su CHI concentrare la nostra valutazione. Quando non ci sono coperture di buyback, è il richiedente finale. Quando invece c’è la copertura buyback, NON è il richiedente finale a dover essere valutato, ma il loan originator (colui che propone i prestiti in piattaforma): è solido? Ha le coperture per poter pagarci al posto del richiedente?

AZIONI PER LIMITARLO: Nel lending immobiliare e aziende, valutare bene chi ci chiede il finanziamento, attraverso i rating forniti dalla piattaforma e analizzando i documenti disponibili, che raccontano il progetto ed i reali soggetti coinvolti. Nel p2p lending, se c’è copertura buyback, capire bene i bilanci delle finanziarie che lo offrono (se sono in utile, se hanno sufficiente equity, per esempio).

In tutti i casi, è importante diversificare il più possibile i propri investimenti su più richiedenti. Più concentriamo i nostri investimenti verso pochi soggetti, più ci esponiamo al rischio verso di loro.

RISCHIO DELLA PIATTAFORMA

Si parla qui della volontà e capacità della piattaforma di operare secondo le normative che regolano il settore, della corretta preselezione dei soggetti che offrono i loro prestiti o i loro progetti nel marketplace, della correttezza dei contratti di prestito e interessi, e della loro visione di attività di lungo periodo.

Piattaforme come Mintos, Bondora, Soisy, Evenfi, Robocash: hanno tutto in regola per poter operare? Tutte le eventualità, anche negative, sono state regolamentate?

Il rischio è chiaramente quello di vederci congelati i soldi nella piattaforma anche se i richiedenti pagano regolarmente, a causa di problemi di operatività o liquidità della stessa. O, peggio, il rischio scam da parte di chi la piattaforma la gestisce. Quindi, sia quanto la piattaforma sia regolamentata, sia quanto potremo tutelarci in via legale se le cose dovrebbero andare male (cioè nei casi proprio peggiori, il default della stessa).

A differenza del passato, grandi passi sono stati fatti in Europa nel regolamentare l’attività delle piattaforme di crowdfunding e crowdlending. Ottenere licenze per poter operare è sempre più difficile ed i requisiti necessari sempre più stringenti. Occorre però accertarsi che le piattaforme dove stiamo valutando di aprire un conto abbiano tali licenze, oltre ad un team solido e storico alle spalle che garantisca una certa esperienza di gestione.

AZIONI PER LIMITARLO: conoscere molto bene le piattaforme dove andiamo ad investire PRIMA di investire. Informarsi sui dettagli contrattuali, seguire le recensioni di investitori con esperienza. Il blog di P2P Italia vi mette a disposizioni le recensioni delle piattaforme dove investo io, che potete trovare nella sezione a destra della pagina.

RISCHIO PAESE

E’ indirettamente collegato al rischio del richiedente. Anzi, lo influenza tantissimo, ma lo considero un rischio a sè.

Parlo della situazione economica specifica della nazione dove il richiedente risiede. Se risiede in una nazione stabile, con un economia forte, ci saranno meno rischi di “shock” esterni che possano scalfirne la sua situazione finanziaria. Al contrario, forti variazioni nelle politiche nazionali potrebbero ridurne la possibilità di reddito, ad esempio, tale da comprometterne la capacità di rimborso dei prestiti.

Si pensi, ad esempio, a cambi improvvisi di normative (i cambi delle politiche russe verso l’europa in seguito alla guerra). Oppure paesi in forte crisi economica che alzano le tasse o riducono inventivi economici su cui il richiedente contava. Ma gli esempi potrebbero essere infiniti.

Altro punto, capire se i paesi dove vogliamo investire siano normativamente aperte e già preparate agli investimenti in crowdfunding e crowdlending ci darà un’indicazione sulla stabilità delle normative che incidono sul lavoro di richiedenti e intermediari. Siamo all’interno dell’unione europea, dove il crowdfunding è normato? Se no, ci sono leggi ben definite che lo regolano?

AZIONI PER LIMITARLO: Ottenere le informazioni macroeconomiche e normative del settore del paese dove risiede il loan originator, o dove il richiedente basa la sua attività/progetto. Privilegiare investimenti su paesi con relativa tranquillità ci limiterà questo rischio.

RISCHIO VALUTA

È un rischio collegato al eischio paese, ma che ha delle particolarità, per cui lo indico a parte.

Non sempre i richiedenti prestito utilizzano l’euro come loro moneta corrente. In questo caso il prestito si concretizza in due modi:

  • Il contratto viene stipulato in euro, quindi loro dovranno pagare le rate in euro al cambio vigente con la loro moneta al momento della scadenza. In questo caso può essere che la loro moneta si sia deprezzata nel tempo, quindi loro dovranno pagare “di più” per darci la stessa quantità di euro pattuita, aumentando il loro rischio insolvenza. Al contrario, se la loro moneta si rafforza sull’euro, pagheranno “meno” per darci gli stessi euro: il loro rischio insolvenza diminuisce.
  • Il contratto viene stipulato nella loro moneta locale. In questo caso saremo noi a dover convertire i nostri euro nella moneta del richiedente. Le piattaforme che offrono tali prestiti (ad esempio Mintos o Twino) normalmente hanno il servizio di cambio valuta per i nostri depositi, attraverso il pagamento di qualche commissione. Qui il richiedente paga sempre lo stesso importo nella sua valuta, ma noi saremo soggetti al rischio cambio che, ugualmente a come prima spiegato, potrà esserci favorevole o sfavorevole.

AZIONI PER LIMITARLO: innanzitutto l’azione principale è capire bene se il richiedente opera in euro come noi oppure no. E ricordarsi che non sempre paga in euro anche se il contratto di prestito che abbiamo è im euro: dipende dalla sua nazione di residenza.

Fatto questo il comportamento più semplice, ed efficace, per limitare il rischio valuta è….. investire solo in euro, con richiedenti che utilizzano euro :).

Possiamo pensare di investire noi in valuta (secondo caso far quelli qui elencati) se abbiamo abbastanza confidenza dell’andamento del mercato valutario che ci possa dare degli extra profitti. Ma occorre avere esperienza con l’argomento.

RISCHIO LIQUIDITA’

Detto anche cash drag, riguarda la possibilità in cui la piattaforma sulla quale state investendo non abbia prestiti a sufficienza per investire tutto il capitale che avete depositato. In questo caso, i vostri soldi rimarranno giacenti sul conto senza rendervi nessun interesse, abbassando il vostro profitto atteso: si profila una perdita per mancato guadagno.

AZIONI PER LIMITARLO: monitorare sempre, prima di versare sul conto di una piattaforma, ma anche periodicamente quando state investendo, la situazione del numero prestiti disponibili in offerta. Se non sono sufficienti a coprire il vostro capitale, e se questa situazione perdura per un lungo periodo di tempo, l’opzione migliore sarebbe quella di diminuire il capitale e indirizzarlo verso lidi più efficienti.

RISCHIO FISCALE

Ci sono piattaforme (italiane) che fanno da sostituto d’imposta a titolo definitivo, come ad esempio Soisy, Smartika, Prestiamoci. E piattaforme (italiane ed estere) che non lo fanno. Vi rimando per dettagli a questo articolo: La tassazione nel p2p lending.

Per le prime, la gestione del versamento tasse è gestita dalla piattaforma. Nelle seconde, occorre lavorare nella nostra dichiarazione di fine anno.

Nonostante la normativa fiscale italiana sia chiara, occorre conoscerla per dichiarare regolarmente i nostri proventi. E questa cosa può non essere semplice per chi non è avvezzo a queste cose. Se così, occorre affidarsi ad un professionista (caf o, molto meglio, un commercialista). Il rischio è che nemmeno il professionista sia “aggiornato” con i regolamenti di questa nuova forma di investimento e vi faccia perdere tempo, oltre che farvi pagare parcella.

AZIONI PER LIMITARLO: abbastanza ovvie. Se non ve la sentite di gestire la cosa, basta investire solo in piattaforme che fanno da sostituto. Altrimenti, occorre affidarsi ad un professionista bene informato. Meglio ancora, se ne avete la voglia con il tempo, sarebbe capire bene come dichiararle in autonomia e procedere da soli a integrare la vostra dichiarazione con i redditi del p2p.

CAPITOLO SPECIALE: IL RISCHIO DELL’INVESTITORE!

Oltre a questo elenco, ho voluto infine aggiungere altri due tipi di rischi. Non sono rischi legati specificamente al mercato del p2p lending, alle sue piattaforme o quanto già detto. Sono rischi legati a….. VOI. Il rischio dell’investitore. Il rischio di non predisporsi voi stessi ad investire correttamente.

Io, dalla mia esperienza, ho notato due tipi di rischi principali di un classico investitore “amatoriale” di p2p lending.

A – RISCHIO DI NON INFORMARSI ADEGUATAMENTE

Sembra banale, ma occorre tenersi sempre informati sull’andamento del mercato del crowdlending. Capire le novità che periodicamente escono, quali sono l’andamento delle piattaforme e l’aggiornamento dei loro rendimenti, ma anche dei loro rischi.

Investire e poi dimenticarsi di aggiornarsi almeno una volta ogni tanto su dove stiamo investendo, vuol dire potenzialmente esporci a rischi perchè le condizioni cambiano e non ce ne accorgiamo. Oppure non conoscere che nel tempo nascono opportunità migliori o con meno rischio, vuol dire non ottimizzare il nostro investimento nel lending.

AZIONI PER LIMITARLO: seguire blog e canali che trattano il mondo del p2p lending. Ma attenzione, scegliere di seguire chi realmente lo conosce (non investitori occasionali che si specializzano in altre tipologie e parlano “marginalmente” del p2p), per evitare di avere informazioni di bassa qualità o, peggio, non corrette.

Io ovviamente vi consiglio di seguire il mio blog e tenere sempre d’occhio la sezione Le migliori piattaforme, che aggiorno trimestralmente.

B – RISCHIO DI NON GESTIRE BENE IL PROPRIO PORTAFOGLIO

Altro rischio “nascosto”, ma ben chiaro a chi ha qualche rudimento di finanza personale. Il rischio di non allocare la corretta % del proprio portafoglio al p2p lending.

Dire qual è la % corretta non è possibile. Dipende da molti fattori. Da come vanno i rendimenti del p2p in un particolare momento rispetto alle altre forme di investimento. Da quale è la capacità reddituale dell’investitore. La sua età. La sua propensione al rischio. Eccetera…

Però sicuramente si può dire che non gestendo bene il proprio portafoglio, si rischia di investire una % nel p2p troppo alta. Alta tale per cui eventuali perdite, che possono sempre accadere di tanto in tanto, vadano ad essere troppo elevate e che non permettano di investire .

AZIONI PER LIMITARLO: appunto perchè riguarda la sfera personale di ogni singolo investitore, non ci sono reali “consigli” che posso darvi. Se non uno, classico: evitate di investire soldi che vi creerà grossi problemi perdere, nel caso l’investimento non andasse bene.

Recensione Robocash – Aggiornamento 2022

Ciao a tutti,

come un po’ anticipato nell’ultimo mio articolo, ho voluto aggiornare la recensione di Robocash del blog. La precedente era un po’ datata e ho colto l’occasione per aggiungere qualche altro argomento che ritenevo importante inserire.

Potete trovare la nuova review nel solito spazio “recensioni” del sito.

Per i più pigri, ecco qui il link :): Recensione Robocash (2022)

Buon investimento!

Recrowd – finanziare progetti immobiliari con pochissimi ritardi

Questa recensione di Recrowd ti aiuterà a saperne di più sulle sue offerte d’investimento, incluso come sono strutturati gli investimenti e quali potrebbero essere i tuoi potenziali ritorni.

Recrowd è un prestatore on line, che offre una varietà di prestiti immobiliari e finanziari. Recrowd è stata fondata nel 2018 da Gianluca De Simone, Simone Pitignano e Massimo Traversi e ad aprile 2022 ha finanziato 70 progetti, raccolto più di €22 milioni, concluso 27 progetti, distribuito poco più di €3,5 milioni con un rendimento medio del 9%.

Se consideriamo che il 2021 è stato chiuso con un fatturato di €1.000.000, Recrowd è una piattaforma che ha avuto una crescita esplosiva.

Il tasso di default è finora uguale a zero.

Da settembre 2021 Recrowd è partecipata da Esperia Investor al 43%, avendo rilevato la partecipazione da un investitore iniziale. Questo investimento è stato aggiunto a Monety (società del Gruppo Gabetti).

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TIPOLOGIE DI PROGETTI

Recrowd ha raggruppato i progetti in 6 categorie: Relax, Comfort, Sport, Exclusive, Alternative ed Elite. Le categorie dovrebbero essere una scala verso maggiori rischi e disponibilità finanziarie degli investitori e questo lo è escludendo la categoria prestito Alternative.

Breve spiegazione:

  • Relax: proposte immobiliari con investimento minimo di €250, tempi dei progetti da 12 ai 16 mesi.
  • Comfort: investimento minimo €500 e durate del progetto tra i 18 e i 24 mesi.
  • Sport: investimento minimo €1.000 e durate inferiori agli 11 mesi.
  • Exclusive: capitale minimo €3.000, tempi di restituzione tra i 6 e i 24 mesi. Questa categoria è rivolta a investitori preparati e con buone disponibilità.
  • Alternative: in questa categoria sono raggruppati investimenti diversi da quelli di finanziamento ad attività immobiliari. Investimenti che sono più simili ad attività finanziarie (Superbonus, anticipazione crediti, …). Investimento minimo €500 e tempi di rientro dai 6 ai 24 mesi.
  • Elite: capitale minimo €10.000 e rientro tra i 6 ed i 24 mesi. Questa categoria è chiaramente riservata ad investitori esperti e con buona disponibilità.

Non esiste alcun filtro tra investitore e tipologia di progetto, ognuno sceglie gli investimenti in base alla propria propensione alla durata, alla disponibilità e al minimo d’investimento. Probabilmente negli USA la categoria Elite sarebbe stata riservata ad investitori qualificati.

Informazioni che gli investitori ricevono sui progetti.

La documentazione dei progetti proposti è molto ricca. In particolare, per ciascuna offerta potrai visualizzare un’icona con oltre al titolo del progetto:

  • La categoria del progetto: evidenziato anche dal colore del riquadro;
  • L’interesse annuo: valore dell’interesse annuale;
  • La durata dell’investimento, al termine dalla quale riceverai il capitale investito e gli interessi maturati;
  • L’interesse totale: valore dell’interesse del finanziamento;
  • L’investimento minimo, il valore minimo che puoi investire nell’offerta;
  • La percentuale di finanziamento, riportata sotto forma di barra di progressione, indica quanto manca alla conclusione della raccolta fondi, questo chiaramente dopo l’apertura della raccolta. L’ammontare dell’obiettivo d’investimento e la quantità raggiunta in quel momento.
Iscriviti a Recrowd da qui

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IL PROGETTO

Informazioni dettagliate relative al finanziamento, tra cui la società immobiliare richiedente il finanziamento, la data e l’orario di apertura dell’investimento, l’investimento minimo per contrattare un interesse maggiore con limite evidenziato.

Si riporta inoltre il tipo di restituzione: se bullet o full bullet. Altre informazioni tra cui la ritenuta d’acconto che sarà applicato al guadagno pattuito.

Punti di forza del progetto.

  • Rating;
  • Tipo di rischio di mercato;
  • Posizione dell’immobile e richieste di mercato;
  • Altre informazioni.

Descrizione del progetto

In questa sezione sono descritte le caratteristiche salienti dell’investimento, se è una ristrutturazione con o senza frazionamento, il numero di appartamenti e le caratteristiche della zona. Le tecnologie utilizzate nella ristrutturazione dell’immobile.

Una descrizione dettagliata dell’immobile.

Una descrizione dettagliata della zona con il numero di abitanti, i servizi offerti e i collegamenti con i centri vicini.

Completa la descrizione del progetto ana serie di immagini con il rendering del risultato dell’intervento.

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Il Proponente

Descrizione della società

Sono descritte le caratteristiche della società con tutti gli elementi che permettono una valutazione: anno di nascita, tipo di società, interventi effettuati e tipologie di intervento, zona di copertura, numero di collaboratori, capitale sociale ed altri elementi di valutazione.

Se ha già presentato progetti sulla piattaforma e l’elenco di questi richiamabili in automatico per valutare i precedenti finanziamenti.

Track record

Elencazione di precedenti attività immobiliari con le loro caratteristiche. Con tipologia di progetto, dati finanziari e loro caratteristiche.

Aggiornamenti

Questa è una nuova sezione di cui personalmente sentivo la mancanza, la possibilità di seguire l’andamento del progetto con la opportunità di esaminare fotografie dell’intervento e documenti di supporto (tipo contratti preliminari di vendita, rogiti, …).

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Documenti

Questa sezione è visibile solo agli iscritti e riporta normalmente i seguenti link:

  • La visura camerale;
  • L’assesment dell’operazione;
  • Il business plan.

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RENDIMENTI DI RECROWD

Gli interessi dei progetti vanno da un minimo di 8% annuo, fino ai 12% (con alcune punte del 14%) che si possono trovare nella categoria Exclusive.

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DETTAGLI SULLA TASSAZIONE

Recrowd, come tutte le piattaforme di lending, non addebita nessuna commissione all’investitore. La piattaforma guadagna addebitando una commissione al richiedente il prestito.

La quasi totalità dei progetti sono full bullet: alla scadenza predefinita si riceverà il capitale investito con gli interessi pattuiti. In pochi casi il rimborso è bullet: in quel caso gli interessi sono distribuiti trimestralmente o semestralmente e il capitale con gli interessi residui alla scadenza.

Recrowd dal 2023 funge da sostituto d’imposta a titolo definitivo, questo significa che il rendimento ottenuto subisce una trattenuta fiscale automatica del 26%. L’investitore, poi, non avrà più alcun adempimento da svolgere per questo argomento. Riceverà semplicemente gli interessi già al netto dell’imposta dovuta e non dovrà preoccuparsi più di nulla in tal senso.

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AMPIEZZA DELLA SELEZIONE

Recrowd comunica che il 90% delle richieste di finanziamento è bocciato per non avere le qualità necessarie per essere proposto sulla piattaforma. La valutazione è effettuata da due società del Gruppo Gabetti: Abaco e Patrigest. Queste società terze sono incaricate di produrre un report il più possibile completo e di facile comprensione disponibile agli investitori per effettuare la valutazione dell’investimento. Questo rapporto è visualizzabile nella sezione Assesment dell’operazione citata precedentemente.

Questo rapporto contiene un doppio rating: Tecnico e Finanziario dell’operazione immobiliare. Il rapporto tecnico contiene un’analisi catastale, urbanistica ed edilizia. Questa valutazione è pregiudiziale perché se non esiste una congruità tecnica il progetto sarà scartato.

Superata l’analisi tecnica si passa ad una valutazione di congruità dei valori dell’operazione. Questo studio produce:

  • Un’analisi di mercato della zona dell’operazione.
  • Un controllo dei dati socio economici.
  • I tempi di assorbimento per valutare la congruità con i tempi di finanziamento.

Oltre all’analisi dell’operazione è prodotta una valutazione di merito dello sviluppatore immobiliare verificando:

  • La presenza di eventi negativi.
  • La presenza di eventi pregiudiziali.
  • La regolarità dei pagamenti.
  • La presenza di news negative.

Queste attività di valutazione sono supportate dall’esistenza di banche dati.

Che tipo d’investimento dovrebbero aspettarsi gli investitori, inclusi i flussi di cassa

Gli investitori in Recrowd ricevono distribuzioni di contanti in funzione degli investimenti effettuati. Queste distribuzioni sono al netto della ritenuta d’acconto del 26%.

Le percentuali di guadagno sono a discrezione dell’investitore in funzione delle scelte dei progetti selezionati. Mediamente la piattaforma offre un reddito del 9,00%. La quasi totalità dei finanziamenti sono di tipo immobiliare e con modalità di rimborso full bullet (capitale e interesse alla scadenza).

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PUNTI DI FORZA E MIGLIORIE

Punti di forza:

  • In base alle recensioni e alle opinioni degli utenti su Trustpilot, Recrowd vanta un ottimo punteggio: al momento in cui scriviamo il 95% delle opinioni è tra l’eccezionale e il molto buono.
  • Nessun progetto non rimborsato.
  • Ottima qualità dei progetti con l’utilizzo di valutazioni terze.
  • Elevato numero di operazioni.
  • Progetti di importo elevato finanziato in qualche giorno.
  • Tutti i progetti sono presentati in videoconferenza con i proponenti prima di essere proposti agli investitori.
  • Documentazione dei progetti corposa e esaustiva.
  • Ottima fidelizzazione degli investitori.
  • Dashbord degli investimenti effettuati completa con i relativi contratti con l’investitore.

Ogni piattaforma anche se ben funzionante può sempre migliorare ed evolvere.

Trovavo una grave carenza non avere lo stato di avanzamento di ogni progetto e ho notato che gli ultimi progetti hanno un link che richiama un sito della società proponente dove sono evidenziati tutti gli eventi riguardanti il progetto (fotografie, contratti, …). Sarebbe un’ottima iniziativa avere un blog mensile che riporta gli eventi importanti dei progetti che non hanno questo link di informazioni.

Sono decisamente contrario alla trattativa personalizzata e preferisco una scaletta di scaglioni di importi con i relativi interessi. Risulta a mio parere più semplice, più chiara e agevole per gli investitori ed evita la frustrazione di effettuare più tentativi per ottenere la maggiorazione promessa nella documentazione.

Ritengo Recrowd una delle poche piattaforme per qualità, numero e  volume dei progetti pronta per introdurre la funzione di autoinvest per agevolare la funzione d’investimento e rendere maggiormente passivi gli investimenti.

Iscriviti a Recrowd da qui

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CONCLUSIONI

Recrowd è una piattaforma di investimenti immobiliari ad altissima crescita con un volume di proposte molto alto. Offre investimenti di qualità con un ottima documentazione. I rendimenti sono interessanti. L’assistenza è pronta ed efficace. Trasmette sicurezza e mi trovo a mio agio ad investire nei progetti proposti.

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Piattaforme alternative:

Prepay

Capitalia

Capitalia – finanziare aziende ottenendo fino al 15%

In questo articolo vi parlo di una piattaforma non ancora molto conosciuta, di recente apertura al pubblico, ma gestita da una finanziaria che agli investitori in p2p lending di più vecchia data potrebbe dire qualcosa: Capitalia.

Ho voluto parlare di questa piattaforma perchè va a colmare un “vuoto” nel mondo del p2p lending. Infatti, fino ad oggi mancava una valida alternativa, in Europa, per chi voleva finanziare imprese. O meglio, di alternative ce ne sono molte, ma sempre gestite da startup o da team finanziari con un’esperienza molto corta.

Capitalia invece ormai da un decennio si occupa dei finanziamenti ad imprese nei paesi baltici, ed ha deciso da qualche mese di aprire la propria piattaforma di lending per raccogliere gli investimenti di prestatori privati.

Ci investo ormai da tre mesi e mi sono fatto un’idea abbastanza buona. Trovo questa piattaforma ottimale per gli investitori più “esperti”. Richiede un minimo di investimento elevato (1.000€) ma, dall’altro lato, offre all’investitore una quantità e qualità di informazioni per la valutazione di un progetto che non ha oggi eguali nel mondo del crowdlending. I rendimenti dei progetti vanno in questi tempi dal 10 al 13%.

Ma parliamone più nel dettaglio.

Iscriviti a Capitalia

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CHI E’ CAPITALIA

Per fugare innanzitutto il dubbio: NO non stiamo parlando di Capitalia SpA, il gruppo bancario italiano. Ma di Capitalia OU, gruppo finanziario baltico, che qualcuno si ricorderà per essere stato uno dei loan originator più conosciuti della piattaforma Mintos e poi uscito per aprire, appunto, la propria piattaforma dedicata.

Capitalia è un gruppo finanziario con sedi nelle tre nazioni baltiche (Lettonia, Lituania ed Estonia). E’ operativo dal 2007 e concentra la sua attività nel finanziarie imprese di questa regione e fornire loro consulenza di business.

Dal 2014 lista proprie obbligazioni nel mercato del NASDAQ Baltic exchange, la borsa di Vilinius.

Nel 2018 la realizzazione della piattaforma interna di investimento. Inizialmente aperta solo ad investitori istituzionali, aziendali e ad alcuni privati selezionati, da Gennaio 2022 è stata invece aperta all’ampio pubblico del p2p lending.

Q&A CON IL CIO DI CAPITALIA

Per raccogliere qualche dettaglio in più sulla piattaforma, ho avuto il piacere di recente di scambiare qualche chiacchiera con Gintaras Matuzas, Chief Investment Officer del gruppo da più di 4 anni. Ha accettato di rispondere a qualche domanda che vi pubblico in queste righe:

P2P Italia: Gintaras, ci puoi descrivere brevemente la struttura organizzativa di Capitalia OU?

Gintaras Matuzas: Ecco qui sotto la struttura organizzativa. La parte più importante è che le aziende richiedenti hanno ciascuna il loro proprio investment (client) manager di riferimento all’interno della nostra struttura, che le segue dal contatto iniziale fino al rimborso completo. I nostri gestori di investimento stabiliscono il rating di prestito, gli scambi iniziali e le due diligence per i loro clienti e presentano i casi al comitato di valutazione dell’investimento. Tutti i progetti sono approvati o respinti dal nostro comitato per la valutazione gli investimenti.

Nell’organigramma, le funzioni relative al rischio sono separate da quelle di emissione di prestiti e dai dipartimenti di crescita del business. Capitalia è di proprietà del fondatore e di 6 dipendenti chiave.

Ho visto che Capitalia sta quotando le obbligazioni nel Nasdaq Baltic S.E., quali potrebbero essere i principali vantaggi (se presenti) per gli investitori p2p in termini di compliance, sicurezza delle procedure e controllo del rischio?

Capitalia ha quotato al pubblico le obbligazioni nel 2014. Oggi queste obbligazioni sono rimborsate e abbiamo solo 3 piccoli (ogni 600k) collocamenti obbligazionari chiusi (sono elencati qui Bonds Capitalia). Una nota importante qui è che continuiamo la rendicontazione trimestrale e la revisione dei bilanci annuali nello stesso modo in cui ci è stato richiesto quando le nostre obbligazioni sono state quotate al pubblico sul Nasdaq. Manteniamo quindi gli stessi standard e gli stessi standard di conformità che, a mio avviso, riducono i rischi e forniscono agli investitori una maggiore sicurezza. I dati finanziari revisionati dall’auditor sono disponibili agli investitori, su richiesta.

Nel peggiore dei casi di fallimento di Capitalia, esiste già una sorta di procedura per aiutare gli investitori a continuare la raccolta da ciascun accordo? Vedo che i contratti di prestito sono tra Capitalia e i mutuatari.

La procedura è riportata nei Termini e condizioni, al punto 7.7: Nel caso in cui Capitalia sia dichiarata insolvente, Capitalia deve notificarlo alle controparti finanziarie (fra cui gli investitori e i richiedenti dei prestiti ndr.) e in tale notifica Capitalia fornirà tutti i dettagli degli investitori a cui la Società richiedente deve continuare a rimborsare il Prestito: importo del capitale del prestito, interessi accumulati, interessi di mora e penali (ma non le management fees di Capitalia, come previsto nel contratto di prestito), tenendo conto delle somme già rimborsate.

Tale notifica è vincolante per Capitalia, la società e le controparti finanziarie). Nel caso in cui Capitalia non abbia inviato tale notifica entro 1 settimana dall’entrata in vigore della decisione sull’insolvenza di Capitalia, l’investitore ha il diritto di chiedere alla Società il rimborso del Prestito e la Società richiedente è tenuta a soddisfare tale richiesta senza ulteriori comunicazioni da parte di Capitalia.

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Dopo la presentazione di rito, proseguiamo descrivendo come si investe in Capitalia e qualche mia impressione.

SITO WEB

Inizio con una nota negativa: l’organizzazione del loro sito web sinceramente non mi affascina molto. Nel senso, il marketplace occupa oggi uno spazio “minoritario” dell’intero sito di Capitalia. Non è così immediato andare a trovarlo: occorre andare nella propria sezione personale, una volta registrati, e solo da lì è possibile aprire la pagina “lending opportunities”

Ciò è dovuto al fatto che si tratta di un sito “aziendale” di Capitalia, a cui solo successivamente è stato aggiunto il marketplace per il pubblico. Il sito sembra ancora con il vecchio scopo di presentare Capitalia tanto ai grandi investitori che a raccogliere richieste di prestito da aziende. E’ evidente che ancora non è stato “riprogrammato” per mettere al centro l’investitore privato, in termini di esperienza di navigazione.

Ma, nonostante la “forma” direi ancora obsoleta, la sostanza comunque sotto c’è. Andiamo quindi a scoprire più nel dettaglio come poter operare.

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COME INVESTIRE IN CAPITALIA

Partiamo innanzitutto dal fatto che il metodo per investire in Capitalia è leggermente diverso da come ci hanno abituato le altre piattaforme di crowdlending. Non avremo infatti qui un “conto deposito” dove andare a depositare fondi in attesa di investire. Con Capitalia si investe DIRETTAMENTE nei progetti, dal nostro conto bancario. Vediamo come:

Una volta scelto su quale progetto concentrarci, nei dettagli dello stesso troveremo un classico pulsante dove inserire la quantità di investimento desiderata. Ricordo che la partecipazione minima per ogni progetto è di 1.000€ ed è possibile investire multipli di 1.000€ (es. 1.500€ non è consentito, 1.000€ o 2.000€ sì).

Appena sopra è possibile vedere quanto dell’importo richiesto rimane ancora da finanziare e la quota investita da Capitalia stessa (la cosiddetta skin in the game dei gestori). Cliccando su “Finance”, uscirà una finestra riassuntiva dove ci verrà chiesto di confermare ed approvare la richiesta di investimento.

Una volta confermato, otterremo i dati del conto bancario di Capitalia dove spedire l’importo inserito, tramite bonifico. Attenzione! In questa schermata vi verrà mostrato anche la causale da inserire nel bonifico (di solito il nome del progetto o proponente): è un’informazione molto importante da inserire, se si vuole far arrivare a destinazione i soldi senza particolari problemi.

L’investitore riceverà due mail durante questo processo: una appena “prenotato” l’investimento, come promemoria per disporre il bonifico con le relative coordinate, ed una con la conferma di avvenuta ricezione quando tale bonifico sarà stato ricevuto. Dopo l’avvenuta ricezione, una volta che i vari investitori hanno raggiunto l’importo di target richiesto dal proponente, verranno predisposte le documentazioni di rito e il progetto partirà. Se non si dovesse raggiungere il target, chiaramente, i fondi versati verranno immediatamente rimborsati direttamente nel conto corrente bancario dell’investitore.

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I PRESTITI IN CAPITALIA

Come detto, i finanziamenti proposti nel marketplace di Capitalia riguardano prestiti a piccole e medie imprese dei paesi baltici. Per questo motivo, leggere attentamente le informazioni sui business, i dati di bilancio, e gli obiettivi dettagliati che ogni richiedente specifico si propone di raggiungere è un passo fondamentale nel processo di valutazione.

Capitalia progetti

Le tipologie di business finanziabili sono molto variegate. Si passa alle classiche imprese agricole della zona, alle imprese produttrici dei più svariati settori, e anche aziende che si occupano di servizi del terziario.

ANALIZZARE I PROGETTI

Questo è il punto di forza reale della piattaforma. Su Capitalia per ogni proposta inseriscono una quantità di informazioni ENORME per il possibile investitore.

l’obiettivo è quello di fornire una trasparenza massima e mettere a disposizione dell’investitore le stesse analisi che svolge lo stesso team finanziario di Capitalia. La stessa Capitalia, inoltre, è coinvolta direttamente con una quota in ciascun progetto che ci propone (la cosiddetta skin in the game).

Che tipo di dati possiamo quindi aspettarci quando saremo davanti ad una valutazione? Innanzitutto i dati di bilancio storici principali del richiedente, corredati da qualche indice e grafico comparativo.

Questi grafici in particolare li trovo estremamente utili. Viene sempre mostrata ad esempio la composizione dell’indebitamento del richiedente (con rapporto fra capitale proprio e capitale di debito), informazione importantissima per avere sott’occhio la situazione finanziaria dell’azienda e, soprattutto, il trend relativo nel tempo (è un’azienda che con la sua attività guadagna soldi? O che ne perde?).

Capitalia statistiche
Capitalia rischio

Si possono inoltre trovare molti dati qualitativi sul tipo di business di cui si occupa, di trend di mercato, di posizionamento locale e gli obiettivi che lo stesso richiedente si pone grazie all’utilizzo delle risorse che raccoglierà tramite il p2p lending.

Infine, ma non per importanza, Capitalia fornisce una classica valutazione del proprio team sulla rischiosità del prestito. E’ stata realizzata una classica “scaletta” di rating, dove assegnare a ciascun progetto una propria posizione a seconda del rischio intrinseco. La scala di rating va da A (rischio molto basso) a E (rischio elevato) ed è interessante notare che per ciascuna classe di rating è stata associata una stima delle probabilità con cui un progetto ivi inserito possa andare in default, basato sullo storico pluriennale di prestiti a disposizione. Questo è un utile elemento per l’investitore per farsi i propri conti sul rischio/rendimento prospettico dell’operazione.

Una volta investito in un prestito, è ovviamente presente anche la sezione di aggiornamento dello stato del progetto, che ho trovato sinceramente sempre molto descrittiva e di ottima qualità.

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AUTOINVEST

Di recente, Capitalia ha introdotto la possibilità di settare una classica procedura di autoinvest, per risparmiare tempo investendo automaticamente parametrando dei semplici obiettivi di investimento.

A me personalmente, quando si finanzia business, non piace il principio di saltare tutta la fase di valutazione personale specifica, cosa che tipicamente accade delegando un autoinvest. Dato anche gli importi minimi richiesti, ricordo 1.000€, ci troveremo ad avere nel nostro portafoglio molti meno progetti rispetto ad altre piattaforme, motivo in più per dedicare più tempo per capire al meglio le caratteristiche di ciascuno. Un autoinvest, per natura, fa “saltare” all’investitore tale passaggio, perciò io qui non li utilizzo.

Ma, dato che è comunque un’opzione “aggiuntiva” (non siamo assolutamente obbligati ad usarli), ne parlo per chi avesse idee diverse dalle mie in merito.

Nell’apposita sezione, raggiungibile nel menù profilo, ecco gli elementi che ci mettono a disposizione per impostare i parametri della procedura automatica:

Capitalia autoinvest

Come vedete, Capitalia offre dei pacchetti preimpostati di futuri investimenti, da “Very conservative” a “High return”, in ordine crescente di rischio e di rendimento atteso. Qui un eventuale investitore “pigro” può delegare a Capitalia l’intera gestione del portafoglio, anche le preselezioni.

Nel caso invece in cui non si voglia usufruire di tali pacchetti preconfezionati di strategia, è possibile settare una procedura automatica “classica” dettando dei parametri limite.

Si può decidere qui il massimo importo investibile in ciascun progetto, la/le categorie di rischio desiderate, il paese del proponente, i termini massimi o minimi di rimborso e/o un minimo di interesse offerto.

E’ possibile inoltre filtrare la scelta dei prestiti per classe di rischio, nazione del richiedente o range di durata del prestito.

Una volta settato ed attivato, quando la procedura troverà un nuovo progetto che risponderà alle nostre richieste, genererà in automatico una richiesta di investimento all’investitore, inviandogli via mail le coordinate e l’importo da versare per concludere la sottoscrizione. Nel caso in cui l’investitore non versi in tempo, o non desideri comunque investire nello specifico progetto, la procedura successivamente scarterà quel progetto dalla propria area di ricerca.

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MERCATO SECONDARIO

Su Capitalia ad oggi NON è presente il classico mercato secondario per poter liquidare in anticipo i propri prestiti. Sempre scambiando due parole con Gintaras, tale procedura probabilmente verrà implementata in futuro, ma non rientra oggi tra i programmi prioritari per la piattaforma.

Se però vi troverete ad osservare la pagina principale della piattaforma p2p, vedrete che nella lista prestiti ce ne sono alcuni indicati come “vendite dal mercato secondario”. Qui si intende vendite di prestiti sottoscritti precedentemente da Capitalia, che essa stessa sta rivendendo agli investitori della piattaforma. Capitalia infatti oggi è l’unica “usufruitrice” del “mercato secondario” interno: può venderci propri prestiti, rispettando sempre il fatto di possedere comunque il minimo importo di skin in the game concordato (cioè rivende solo i propri “surplus”). Altro fattore da considerare: Capitalia può vendere solo prestiti di richiedenti che hanno rimborsato almeno una rata.

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TASSAZIONE

Come per tutte le piattaforme estere, i rendimenti per gli investitori italiani sono soggetti a tassazione secondo l’aliquota IRPEF di ciascuno. Capitalia opera da lordista, riconosce cioè gli interessi interi, al lordo della quota tasse. Sarà l’investitore a dover integrare questi rendimenti nella propria dichiarazione dei redditi.

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CONCLUSIONI

Arrivati alla fine dell’articolo, come al solito, riassumo in pochi punti quelli che sono state secondo me le note positive e quelle da migliorare di Capitalia.

PUNTI DI FORZA

  • Team di Capitalia fra i più esperti nel p2p lending baltico
  • Livello professionale di informazioni a disposizione per valutare i progetti
  • Ottimo track record dello storico finanziamenti

PUNTI DI DEBOLEZZA

  • Alti importi minimi richiesti per investire (1.000€)
  • Ancora non presente il mercato secondario per gli investitori.
  • Piattaforma web ancora poco “investor oriented”

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E se volete testare la piattaforma, potete iscrivervi da questo link per supportare P2P-Italia!:

Iscriviti a Capitalia

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Piattaforme alternative

Nuova serie youtube sul p2p-lending – P2P Italia con Mr. Billions

Ecco un’altra novità per chi segue il blog di p2p-Italia e, spero, in generale per gli investitori italiani in p2p lending. Io e MrBillions, youtuber nel settore investimenti ed investitore egli stesso in p2p lending, abbiamo deciso di iniziare una nuova serie youtube, sul suo canale, proprio su questo tema. L’obiettivo è quello di avvicinare questo asset a chi lo conosce ancora molto genericamente, o anche solo dare informazioni in più a chi è interessato a valutarlo.

Ho avuto l’occasione di conoscere Massimo ad una cena organizzata dalla piattaforma Prepay e, viste le vedute comuni su molti aspetti del mondo del crowdfunding in generale, abbiamo colto l’occasione per iniziare ad organizzarci e portare contenuti in collaborazione su questo argomento, ancora veramente poco conosciuto nell’ambiente italiano. Vi consiglio di iscrivervi al suo canale, vi assicuro ne varrà la pena!

Abbiamo già fatto un video insieme, dove mi intervista sul suo canale, che potete trovare qui: Intervista a P2P-Italia e che riporto direttamente in video più sotto in questo articolo.

Ma penso che il miglior modo per farlo conoscere ai lettori del blog sia quello di presentarsi lui stesso direttamente. Gli ho posto qualche domanda ed è stato ben lieto di descriversi di persona.

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P2P-Italia: Ciao Massimo, da dove iniziare? Beh, direi che puoi parlarci un po’ del tuo canale, che dici?

MrBillions: Ciao Paolo e ciao a chi sta leggendo questo articolo, mi ripresento mi chiamo massimo ma, tutti mi chiamano MrBillions, il nome del canale nasce da un termine scherzoso con il quale mi definivano altri youtubers ed iscritti. Il canale nasce nel 2019 come percorso di crescita personale.

Sono un’amante della crescita a 360°, sono molto curioso e amo imparare cose nuove, nel 2019 appunto decido di voler imparare il montaggio video, e quale miglior modo per impararlo in fretta se non confrontandosi fin da subito con un pubblico pronto a darti dei voti. Da lì diventa una vera e propria passione, perché capisco subito che youtube non è solo montaggio video, ma una vera fabbrica di crescita personale. Da lì a poco scopro di dover studiare la SEO per indicizzare meglio i miei video. Scopro anche di essere negato con il public speaking quindi mi sono fiondato su vari contenuti video per migliorarmi. Scopro di dover imparare il videomaking per girare e montare meglio i miei video, l’ottimizzazione audio ecc.

Insomma un vortice di crescita personale che mi ha felicemente preso già 4 anni. Inoltre, sono anche un investitore dal 2017 ed ho pensato di condividere questa mia passione su YouTube.

Cosa si può trovare oltre al p2p lending?

Sul canale parlo di investimenti a 360°, oltre al p2p è possibile trovare video su moneyfarm, etoro, analisi di azioni, trading online, recensione di libri sugli investimenti, crescita personale, risparmio, filantropia, live con il bar investitori, interviste, criptovalute, investimenti immobiliari e molto altro ancora… insomma porto tutto il mio percorso da investitore.

Progetti per il futuro?

Ne avrei una valanga ma, YouTube non è il mio lavoro principale, sono un lavoratore dipendente, un marito, un padre, un investitore attivo e mille altre cose che mi frullano in testa… spesso non riesco a portare su youtube tutte le idee che ho per questione di tempo ma, di sicuro la volontà di portare una bella serie di video sul P2P insieme a Paolo è forte e batte ogni altra idea. Per rispondere alla domanda, ogni anno mi pongo degli obiettivi da perseguire che condivido sul mio canale YouTube ad ogni inizio anno. Per quest’anno spero di concludere con successo il mio 1° investimento immobiliare ed iniziare la creazione di un portafoglio azionario da dividendi che possa generarmi una ulteriore rendita passiva.

Come è composto il tuo portafoglio investimenti? Ci dici qualcosa e ci descrivi le motivazioni?

Il mio portafoglio come è possibile vedere nel video che porto tutti gli anni, è composto dallo 0,1% da un investimento in equity su TogetherPrice una piattaforma italiana che permette la condivisione di abbonamenti a servizi digitali come netflix, disney+, adobe ecc. Lo 0,8% è dedicato al mio piano pensione su moneyfarm azienda italiana che gestisce portafogli di investimento, un altro 0,8% è investito su Prepay piattaforma di P2B, l’1% è investito su evenfi, altra piattaforma di P2B. L‘1,2% è investito in oro fisico, il 4,9% è investito su moneyfarm questa volta su un portafoglio di lv7. Il 14,6% è investito su etoro, che è il broker dove acquisto le mie azioni, il 37,1% è investito in debiti buoni “mutuo” dedicato al mio investimento immobiliare su Verona. Infine il 39,5% è diviso tra liquidità e fondo d’emergenza, al momento sono molto liquido per via dell’investimento immobiliare.

Le motivazioni dietro la costruzione di questo tipo di portafoglio sono molteplici, in primis le mie capacità che stanno via via crescendo e portando il mio portafoglio più verso lo stock picking ma, il portafoglio così com’è non è ancora definitivo e probabilmente non lo sarà mai, ho più che altro un range percentuale per ogni categoria di investimento che conosco.

Negli ultimi due anni, ho notato che su youtube si è parlato sempre meno di p2p lending. Cosa ne pensi del vuoto che si è creato?

Penso che dopo il boom di Bondora su YouTube e di qualche scam qua e la si sia persa un po la voglia di portare video su youtube e di investire nel p2p. In realtà invece il mondo del crowdfunding continua a crescere a dismisura, e se non erro, solo in Italia esistono oltre 50 piattaforme di crowdfunding registrate e non meno di 10 tra quelle molto attive.

Come sappiamo, in Italia, siamo molto attenti ai nostri risparmi e poco propensi agli investimenti. Ma, se da un lato non essere spendaccioni è un bene dall’altro è una cattiva scelta lasciare il denaro fermo sul conto a non fare niente. Negli anni, per colpa dell’inflazione quel denaro varrà sempre meno e questo è un dato di fatto. Ed è per questo che, dopo aver conosciuto Paolo ad una cena, gli ho subito proposto una serie di video in collaborazione dove andare a sviscerare insieme il mondo del crowdfunding, perché è una tipologia di investimento che secondo me non va snobbata, soprattutto durante questi mesi di Bear Market. Il 7/8/10/12% annuo non è una cifra da poco, anzi, aiuta a stabilizzare il portafoglio nel suo complesso.

Insomma spero che noi 2 insieme possiamo riportare su YouTube la possibilità di fare soldi anche attraverso questo metodo di investimento. Speriamo di riuscirci e speriamo di trovare anche tanti investitori come noi che ci aiutino a spiegare e valutare al meglio ogni singola piattaforma. Al momento io ne uso solo 2 ma, chissà che non ne scopra altre meritevoli insieme a voi.

Grazie Paolo per questa intervista e grazie soprattutto a voi che avete letto, ci apprestiamo come anticipato a portare una serie di video che spero vi piacerà.

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Tornando “in studio” ringrazio anch’io MrBillions intanto per questa presentazione, nel frattempo, come promesso, vi metto qui sotto la mia video intervista. Enjoy!

Guida alla dichiarazione dei redditi nel p2p lending 2022

E’ arrivata la primavera, e oltre al miglioramento della temperatura, questo periodo si porta dietro per noi investitori un’incombenza particolarmente sentita: pagare le tasse sui nostri investimenti in p2p lending!

Ebbene sì, alzi la mano chi di voi non ha mai avuto in questo periodo momenti di incertezza sulla propria dichiarazione fiscale e dubbi se quello che si dichiarava fosse esattamente quello che si aspetta da noi lo stato. Tanto per non fare del qualunquismo: l’Italia sarà pure un gran bel paese, ma in fatto di normative fiscali non è proprio il posto più semplice del mondo. Soprattutto per noi investitori in finanza alternativa, con la proverbiale lentezza dell’amministrazione fiscale nello stare al passo con i tempi che cambiano, tale passo può essere più difficile di risolvere un cubo di Rubik 8×8.

E in questa situazione, non è raro che le piattaforme non tentino di “sfruttare” tale incertezza per raccontare favole agli investitori, convincendoli di vantaggi fiscali o scelte a loro favore se investono con loro che non trovano riscontro nella (complicata) normativa attuale. E parlo soprattutto di piattaforme italiane in questo caso! Tanto il rischio, in questi casi, è al 100% degli investitori, le piattaforma mica si prendono la responsabilità per errate dichiarazioni dei singoli contribuenti.

Provo in questo articolo quindi a fare ordine nel mondo del p2p lending. Ormai la materia è espressa, occorre solo fare un po’ d’ordine nel tutto. Parlerò di lending, non di crowdfunding, che ha un altro regime e di cui non tratterò qui.

Prima di passare all’articolo, vi ricordo però che NON sono un commercialista. Tutto quello che leggete è legato alla mia esperienza in ormai 6 anni (che ho accumulato ANCHE con un commercialista). Perciò se le normative nel frattempo cambiano, e voi state leggendo questo articolo nell’anno 202x, sono cavoli vostri. Quello che dico vale nel momento in cui scrivo (aprile 2022). E, giusto per completare il disclaimer prima che mi scriviate in merito, io NON posso nemmeno darvi consulenza in materia fiscale, non ne ho le abilitazioni!

Perdonate la pesantezza… lo davo fare. Riprendiamo:

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SOSTITUTO D’IMPOSTA SI’ O NO?

Ecco la prima questione da spulciare, soprattutto per i nuovi investitori. Una piattaforma che può fungere da sostituto d’imposta a titolo definitivo… fa tutto lei e noi paghiamo sempre il 26% sui nostri utili. Fa tutto lei nel senso che l’investitore in fase di dichiarazione non deve svolgere nulla. La piattaforma si occupa di trattenere questo 26% già al momento del riconoscimento degli interessi sui nostri prestiti. Queste trattenute, in questo caso, ci sollevano da ogni altro adempimento, siamo a posto con il fisco. Attenzione! NON tutte trattengono a titolo definitivo, solo i sostituti possono farlo. Altre, come vedremo, che non sono sostituti a titolo definitivo, trattengono lo stesso qualcosa, MA poi dovremo comunque andare a dichiarare, lo vedremo dopo.

Quindi la prima domanda che ci dobbiamo porre è: la piattaforma può svolgere da sostituto d’imposta? Come si fa a capirlo?

Basta andare a guardare cosa è scritto nel TUIR dopo la riforma del 2018. Riporto art. 44 TUIR lettera d-bis

“… i proventi derivanti da prestiti erogati per il tramite di piattaforme di prestiti per soggetti finanziatori non professionali (piattaforme di Peer to Peer Lending) gestite da società iscritte all’albo degli intermediari finanziari di cui all’articolo 106 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, o da istituti di pagamento rientranti nell’ambito di applicazione dell’articolo 114 del medesimo testo unico di cui al decreto legislativo n. 385 del 1993, autorizzati dalla Banca d’Italia;

Quindi, gli enti (leggi, le società che gestiscono le piattaforme o gli istituti di pagamento delle stesse) che sono registrati in tali albi della banca d’Italia possono fungere da sostituto d’imposta a titolo definitivo, gli altri no. Occorrerebbe andare quindi a vedere questi albi. Vi semplifico le cose, oggi di questi albi, chi sono:

  • Soisy
  • Smartika
  • Prestiamoci
  • Opyn (l’ex Borsa del Credito).

Chi non leggete fra queste 4 NON è sostituto d’imposta definitivo. Quindi? Quindi quando investite su queste l’aliquota fiscale sarà fissa del 26%. in TUTTI gli altri casi, l’aliquota che vi troverete alla fine a pagare sarà quella del vostro scaglione IRPEF.

Come si paga? Cosa occorre compilare?

Avete ricevuto redditi già tassati da sostituti di imposta a titolo definitivo, non occorre fare più nulla.

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TRATTENUTE A TITOLO DI ANTICIPO E PIATTAFORME LORDISTE

Assodato che tutte le altre dobbiamo assoggettarle alla nostra aliquota IRPEF, per capire che % dobbiamo pagare occorre vedere in quale scaglione di reddito siamo. Cioè qual è il nostro reddito annuo complessivo? Prendiamolo e capiremo quale è l’aliquota che dovremo pagare seguendo la seguente tabella (che riporta l’irpef fino al 2021 compreso, poi le aliquote cambieranno leggermente, anche se poco significativamente):

tassazione rendite finanziarie 730 aliquota irpef dichiarazione p2p lending

Capito quanto dobbiamo pagare, occorre vedere cosa fanno le piattaforme quando ci riconoscono gli interessi:

  • La maggior parte delle piattaforme non sostituto d’imposta operano da lordiste: ci riconoscono gli interessi lordi; sono di solito le piattaforme estere. Su questi dovremo semplicemente dichiarare nel nostro 730/Modello unico l’importo degli interessi totali maturati nell’anno e ne verrà semplicemente calcolata l’imposta da pagare secondo l’aliquota a cui saremo arrivati secondo la tabella sopra.
  • Ci sono alcune piattaforme invece che trattengono comunque una percentuale a titolo di anticipo (di solito queste sono italiane e trattengono un 26%). Occorre ricordare sempre che le piattaforme che fanno così e che non sono comprese nella piccola lista dell’articolo precedente NON ci esentano da presentare la dichiarazione: loro non possono sapere qual è la nostra aliquota specifica (dipende dal nostro reddito personale). Quindi, trattengono intanto un 26% e starà poi a noi dichiarare quale è il tasso d’imposta definitivo nel nostro 730/Modello unico. In questo caso dovremo dichiarare l’importo degli interessi totali maturati E dichiarare che abbiamo già pagato (attraverso la piattaforma) il 26%, facendo calcolare che dobbiamo pagare il resto… oppure ricevere qualcosa a rimborso se siamo nell’aliquota al 23% (che è più bassa del 26).

Ci tengo a dire che occorre diffidare dalle piattaforme non comprese nella lista del capitolo precedente che tentano di propinarvi che per tali prestiti/progetti etc. è sufficiente quello che trattengono loro. In quei casi (e ce ne sono stati) vi stanno ingannando, stanno facendo il loro interesse (pubblicitario) e non il vostro (di investitori corretti).

Come si paga? Cosa occorre compilare?

In entrambi i casi sopra citati, (lordiste o con trattenute a titolo di anticipo), occorre compilare il quadro RL2 con l’intero importo degli interessi maturati, indicando nella colonna 1 il codice 1 (riferirsi all’interpello nr. 169 del 2020). Nel caso in cui abbiate ricevuto nell’anno delle trattenute dalla piattaforma (come il famoso 26% dei non sostituti definitivi), inserite tale importo nell’apposita casella, per stornare quanto già regolato. Il saldo sarà calcolato in automatico se utilizzate i precompilati online.

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TASSE SUL P2P LENDING. COME IMPATTANO QUESTE DIFFERENZE?

Quant’è la differenza fra il pagare il 26% come sostituto d’imposta e assoggettare tutto ad aliquota irpef nel 730/unico? La risposta non può essere univoca in quanto, sebbene si possa fare un calcolo di massima, occorre tenere conto di vari elementi che sono specifici del singolo contribuente.

Facciamo una piccola prima tabella riassuntiva, con 1.000€ di interessi lordi:

tassazione rendite finanziarie 730 aliquota irpef dichiarazione p2p lending

A questa, come detto, occorre considerare degli elementi a favore di una e dell’altra situazione (sostituto e non sostituto), rispetto alla tabella qui sopra:

  • A favore dei sostituti: oltre alle già evidenti differenze prendendo uno stesso reddito, occorre aggiungere alla tassazione “diretta” anche gli effetti di un incremento di irpef su altre tasse contributi, che non si ha nel caso delle piattaforme sostituto. Per esempio, un po’ di addizionali/comunali in più, detrazioni minori, possibile calo di bonus per redditi inferiori, etc.
  • A favore dei non sostituti: occorre dire che, normalmente, a parità di investimento, i non sostituti offrono un rendimento lordo superiore o molto superiore rispetto ai non sostituti. Le piattaforme che offrono mercati esteri, dove è più facile ottenere un rendimento maggiore, ne offrono molto di più. Per le piattaforme italiane, occorre far notare che fungere da sostituti “regolari” comporta per loro costi enormemente più elevati, che spesso trattengono dai rendimenti lordi che potrebbero andare agli investitori (commissioni, maggiori spread fra pagato dal richiedente e versato agli investitori, etc.)

Il calcolo di convenienza quindi non è così immediato, occorre approfondire ogni aspetto!

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MONITORAGGIO DEI FONDI ESTERI

Che cos’è? E’ un obbligo che ha ogni contribuente di dichiarare nel 730 o Unico quanti fondi si ha in conti esteri. E’ un passaggio fondamentale per chi investe in:

  • Piattaforme estere
  • Piattaforme italiane che utilizzano istituti di pagamento esteri (i casi si riassumono principalmente in chi utilizza Mangopay e Lemonway, istituti francesi).

In questo caso, occorre mettere a conoscenza di quanti fondi sono stati depositati nelle piattaforme (sia che siano già stati investiti in progetti, sia che stiano là a giacere).

In questi casi, come un recente interpello ha chiarito (nr. 155 del 2022, grazie al lettore Fabio per la segnalazione!) NON è rilevante se poi da questi conti investite in progetti esteri, italiani, a casa vostra, marziani. Vanno sempre indicati nella dichiarazione.

E per i sostituti d’imposta del primo capitolo? Quelli usano istituti di pagamento italiani, quindi non rilevano qui.

Cosa occorre compilare?

Occorre compilare il modulo RW, con importi di inizio anno e medi dell’anno di giacenza delle piattaforme, negli appositi campi (caselle valore iniziale e finale) e criterio determinazione valore = 2. Chi è puntiglioso dovrebbe inserire una riga per ogni piattaforma (trovate il codice di stato estero di ciascuna comodamente online). Non è escluso basti una riga per ogni paese estero. Paese di sede della piattaforma o paese del conto bancario dove andiamo a depositare? Ecco una cosa ancora dubbia, contando quanto detto, sembrerebbe paese di conto bancario, ma non è sicuro.

tassazione rendite finanziarie 730 aliquota irpef dichiarazione p2p lending

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IVAFE PER IL P2P LENDING ITALIANO E EUROPEO

Ultimo tassello, la famosa IVAFE (la corrispondente imposta del bollo dei conti correnti). Sempre seguendo l’interpello 169 del 2020, l’IVAFE va pagata per le piattaforme con istituti di pagamento esteri (quindi le piattaforme estere e le italiane con istituti esteri) nel caso in cui tali investimenti si possano assimilare a prodotti finanziari. La cosa viene individuata con la possibilità dell’investitore di scegliere in qualunque momento se e a che valore liquidare l’investimento a terze parti. Quindi il focus è sul mercato secondario delle piattaforme. Abbiamo quindi i seguenti casi:

  • Piattaforme che non hanno mercato secondario: non si paga IVAFE
  • Presenza del mercato secondario in cui il LOAN ORIGINATOR riacquista il prestito (generalmente dove NON si può decidere a che prezzo rivendere il prestito): non si paga IVAFE
  • Presenza del mercato secondario in cui sono ALTRI UTENTI a riacquistare il prestito (generalmente dove SI’, si può decidere a che prezzo rivendere il prestito): ecco, qui si paga IVAFE

Come si paga? Cosa occorre compilare?

Sempre nel quadro RW, nel caso di importi che rientrano nei primi due punti qui sopra (dove non serve pagarci l’IVAFE), occorre spuntare l’apposito flag “solo monitoraggio”. Nel caso in cui invece fossimo nel terzo punto, occorre non spuntare questo flag, così nella dichiarazione verrà calcolato l’importo di IVAFE da versare, assieme alle altre imposte.

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CONCLUSIONI

Non ho molto da dire come conclusioni, se non ripetere un paio di principi che ritengo fondamentali. Per capire come svolgere la dichiarazione se avete dubbi, almeno le prime volte, la cosa migliore è spendere qualcosina e affidarsi ad un professionista (un commercialista, non me ne vogliano i caf…). Poi capiti i due passaggi, essere autonomi non sarà per niente complicato. Il secondo principio è che in caso di dubbi, affidarsi agli interpelli è oggi importante. Se avete dei dubbi, mettetevi sempre dalla parte della ragione e dichiarate casomai qualcosina di più che qualcosina di meno. E se qualche piattaforma dichiara qualcosa che sembra andare in contrasto con gli interpelli, è MOLTO più facile che abbiano ragione i secondi.

Detto questo, ripeto che non sono un professionista, né tantomeno un commercialista, quindi mi appoggio anch’io a fonti Agenzia Entrate. Non vi potrò fare nessun tipo di consulenza in materia. Spero comunque abbiate trovato utile questo articolo per farvi l’idea. In quel caso, e se volete comunque riconoscermi qualcosa, per il tempo e le ricerche svolte, la cosa migliore è… utilizzare i miei codici bonus per l’iscrizione alle varie piattaforme: Bonus per investitori. Vi ringrazierò in anticipo! Oltre che andare anche a vantaggio vostro in molti casi…

E… pensate ci siano altre questioni che non ho trattato? Scrivetemi nei commenti, o in privato, che nel caso le aggiungo all’articolo!