Quali rischi nel p2p lending?

Ho pensato di scrivere questo articolo per chi non è ancora attivo, o si è appena avvicinato, al mondo degli investimenti in p2p lending.

Quali rischi si possono incontrare, quando decido di mettere soldi in questa tipologia di investimento?

E’ una domanda che chiunque abbia investito, o abbia intenzione di investire, nelle piattaforme di p2p lending, si è posto. Quali sono i reali rischi che si devono conoscere quando valuto di investire qualche soldo qui? Come fanno gli interessi offerti ad essere così alti, il rischio intrinseco è veramente così elevato? Mi ritroverò senza soldi?

Il p2p è effettivamente così rischioso? La risposta è.. sì, ma in parte, lo si può in gran parte gestire!.

Questi di seguito elenco quelli che secondo me sono i principali rischi, suddivisi per natura che un investitore in p2p lending si troverà ad affrontare, inserisco a parte quelle che sono a mio avviso le azioni migliori per limitarli al minimo o gestirli nel modo più profittevole possibile. Li ordino in ordine decrescente (dal più importante al meno):

1- RISCHIO DEL RICHIEDENTE

E’ il primo, forse non il principale, ma quello che più di tutti influenza le nostre aspettative di ritorno. I richiedenti dei prestiti p2p pagano regolarmente? Sì: allora le cose andranno in gran parte bene. No: allora occorre attivarsi per valutare l’effettiva convenienza della specifica scelta di investimento. Azioni per limitarlo: diversificare il più possibile i propri investimenti su più richiedenti o, nei casi dove c’è il buyback garantito dall’intermediario o dalla piattaforma, diversificare su più intermediari o su più piattaforme. Inoltre, non investire una quota troppo alta su un singolo prestito: facendo così sarebbe più “comodo” operativamente, ma ci si affida troppo al suo risultato per definire il nostro rendimento atteso. Più si spalmano i nostri investimenti su più prestiti, meno variabilità avrà il nostro rendimento, rispetto alle aspettative. I default ci saranno; quando li prenderemo, meglio prenderne un po’ di più ma che influiscano su una piccola parte del nostro patrimonio, rispetto a prenderne di meno ma che quando li prendiamo perdiamo anche una quota superiore del nostro capitale.

2 – RISCHIO DELL’INTERMEDIARIO

In tutti i casi in cui il buyback guarantee sia a carico dell’intermediario, è importanti riferirsi direttamente a quest’ultimo per valutare l’effettiva capacità futura di coprire i nostri investimenti nel caso in cui il richiedente originario non sia in grado di pagare. L’intermediario in questi casi si riferisce a colui che contrattualmente si impegna a tale copertura di buyback. Per esempio, su Mintos sono da considerare direttamente i loan originator che offrono i prestiti sulla piattaforma, su FastInvest è direttamente la piattaforma che in prima persona copre i ritardi. Azioni per limitarlo: la principale informazione che dobbiamo ricercare è il bilancio dell’intermediario. Valutare il rapporto fra le riserve disponibili a copertura (in prima battuta) e i profitti annuali (in seconda) rispetto ai debiti in carico verso i richiedenti. Più tale rapporto è alto, più l’intermediario merita fiducia nella capacità di coprire il buyback. Un intermediario che non mette a disposizione tali informazioni è da considerarsi meno affidabile. In secondo luogo, e solo in secondo, valutare lo storico dei pagamenti dei crediti messi sul mercato dall’intermediario: ovviamente, più la quota in ritardo è alta, più rischioso è l’investimento tramite di esso.

3 – RISCHIO PAESE

E’ indirettamente collegato al rischio del richiedente: quando un paese è economicamente in crescita, in linea generale, potremo aspettarci che anche i nostri investimenti lì posizionati saranno dati a persone con più capacità (teorica) futura di rimborsare il nostro prestito, rispetto ad un paese in crisi, o in depressione. Le persone hanno maggiori possibilità di avere un reddito sufficiente ad onorare il prestito? se sì potremo valutare il nostro rimborso di medio-lungo termine come meno rischioso, altrimenti l’esatto contrario Azioni per limitarlo: Ottenere le informazioni macroeconomiche su di un paese per capire se ha tendenza in crescita o in decrescita è abbastanza semplice. Privilegiare investimenti su paesi con relativa tranquillità sarà una naturale conseguenza.

4 – RISCHIO CAMBIAMENTO NORMATIVE

E’ un rischio specifico del rischio paese. Il cambiamento di alcune normative in una determinata nazione può influenzare non poco l’operatività sia vostra, sia delle eventuali piattaforme che hanno sede in quel paese. Le cause possono essere molteplici, oggi sono principalmente legate alla volontà di dare:

– dei vincoli operativi allo scopo di tutelare i risparmi degli investitori

– l’adattamento fiscale alla nuova realtà del p2p lending.

Questa realtà di investimenti è un mercato sostanzialmente nuovo e la sua regolamentazione normativa deve ancora consolidarsi, sia in Italia sia nel resto dell’europa, fatte salve alcune eccezioni. Ciò vuol dire la possibilità teorica per il futuro per le piattaforme e/o per gli intermediari di obblighi minimi di informazione e di costituzione nel loro bilancio di adeguate riserve di copertura. L’adeguamento in questi casi sarà per loro obbligatorio e a seconda dell’onerosità di questi vincoli si possono ipotizzare che non tutti riusciranno a soddisfarli, creando quindi tensioni nella loro operatività, che si ripercuoteranno sui nostri investimenti. Azioni per limitarlo: Questo è uno dei rischi più rari ma allo stesso tempo meno gestibili dagli investitori. Comunque, avere un’informazione costante sull’andamento del quadro generale del paese (ci sono molti siti web dedicati a questo) e investire il più possibile in prestiti a breve durata (per poter essere sufficientemente liquidi nel caso si avvertisse la necessità di spostare i propri investimenti da una piattaforma) vi permetterà di avere la reattività necessaria per spostare i vostri investimenti qualora ci siano novità non positive sul tema per qualche piattaforma e/o intermediario.

5 – RISCHIO VALUTA

Nei casi in cui si decida di investire in valute diverse dall’euro, ci portiamo in casa il rischio di svalutazione dei nostri investimenti se la valuta in cui li si indebolisce rispetto all’euro. Azioni per limitarlo: l’azione più semplice, ed efficace, è….. investire solo in euro :). In ogni caso, di investire in valuta solo se abbiamo sufficiente confidenza che, anche prevedendo una naturale svalutazione (utile qui osservare lo storico e i dati macroecnomici dei paesi) e le commissioni da pagare per il cambio moneta, i profitti che otterremo saranno migliori dei corrispondenti prestiti in euro.

6 – RISCHIO DI LIQUIDITA’

Questo rischio riguarda la possibilità in cui la piattaforma sulla quale state investendo non ha prestiti a sufficienza per permettervi di investire tutto il vostro capitale versato. In questo caso, i vostri soldi rimarranno giacenti sul conto senza rendervi nessun interesse, abbassando quello che dovrebbe essere il vostro profitto atteso, come qualsiasi altro rischio precedentemente considerato; in questo caso si profila una perdita per mancato guadagno. Azioni per limitarlo: monitorare sempre, prima di versare sul conto di una piattaforma, quali e quanti sono i prestiti disponibili in offerta. Se quelli che ritenete soddisfacenti per le vostre aspettative non sono sufficienti a coprire il vostro capitale, e questa situazione perdura per un lungo periodo di tempo, l’opzione migliore sarebbe quella di diminuire la vostra quota nella piattaforma per ridirigere i vostri investimenti in altri lidi più efficienti.

Finita questa carrellata, pensate ci siano poi altri rischi da inserire che non ho considerato in questo articolo? Scrivete pure nei commenti, se me ne sono scordato li aggiungerò molto volentieri 🙂

9 commenti
  1. antiprivilegio
    antiprivilegio dice:

    Il rischio che più mi preoccupa è di cadere in un sistema ponzi mascherato da fallimento piattaforma. Ad esempio di fastinvest e robocash non trovo gatanzie( bilanci o rapporti di enti certificatori)

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  2. p40l0m4r
    p40l0m4r dice:

    Penso che a lungo andare il sentimento dell’investitore, che acquisirà sempre più coscienza di questo mercato, sarà quello di privilegiare piattaforme con gradi di informazione più alti, come stai facendo tu. Questa cosa porterà pian piano, suppongo, le piattaforme a riempire le mancanze informative, pena il rischio di vedersi “tagliate fuori”. Ma ad oggi è ancora, ahimè, troppo presto.

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  3. p40l0m4r
    p40l0m4r dice:

    Penso che a lungo andare il sentimento dell’investitore, che acquisirà sempre più coscienza di questo mercato, sarà quello di privilegiare piattaforme con gradi di informazione più alti, come stai facendo tu. Questa cosa porterà pian piano, suppongo, le piattaforme a riempire le mancanze informative, pena il rischio di vedersi “tagliate fuori”. Ma ad oggi è ancora, ahimè, troppo presto.

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  4. Michele
    Michele dice:

    Ciao , anche io cerco di diversificare tra varie piattaforme di P2P….ma alla fine sono per la maggior parte residenti in Estonia o Lituania . Non credi che esista un rischio legato al paese? Io credo e spero di no, ma se tra un anno ad esempio lo stato Estone decide di “oscurare” tutti i siti di P2P, per un qualsivoglia motivo, la mia diversificazione non sarebbe molto efficace, essendo il 70 % delle piattaforme residenti nello stesso stato.
    Che ne pensi ?

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  5. p40l0m4r
    p40l0m4r dice:

    Ciao Michele!
    Confermo che il rischio paese esiste (e, nello specifico per riprendere quello che ho scritto, fa esattamente parte del rischio di cambiamento di normative), ma è concretamente meno impellente di quello che ti preoccupa.
    Il fatto di “oscurare” tutte le piattaforme p2p di punto in bianco dall’oggi e il domani è intuibile che è poco probabile, per non dire quasi impossibile. Capisco nel Venezuela di oggi, ma in Europa situazioni governative di quel genere ad oggi non ce ne sono. E se anche ci fosse il dubbio nascano, non operano dall’oggi al domani. Infatti, non a caso, come metodo per ridurre al minimo questo rischio specifico ho scritto quello di investire quanto più possibile a breve termine, in modo da essere quanto più reattivi possibile. Ma prima che ne nascano di questo genere, il grosso delle piattaforme potrebbe già aver traslocato (casi già ce ne sono).

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  6. p40l0m4r
    p40l0m4r dice:

    Ciao Michele!
    Confermo che il rischio paese esiste (e, nello specifico per riprendere quello che ho scritto, fa esattamente parte del rischio di cambiamento di normative), ma è concretamente meno impellente di quello che ti preoccupa.
    Il fatto di “oscurare” tutte le piattaforme p2p di punto in bianco dall’oggi e il domani è intuibile che è poco probabile, per non dire quasi impossibile. Capisco nel Venezuela di oggi, ma in Europa situazioni governative di quel genere ad oggi non ce ne sono. E se anche ci fosse il dubbio nascano, non operano dall’oggi al domani. Infatti, non a caso, come metodo per ridurre al minimo questo rischio specifico ho scritto quello di investire quanto più possibile a breve termine, in modo da essere quanto più reattivi possibile. Ma prima che ne nascano di questo genere, il grosso delle piattaforme potrebbe già aver traslocato (casi già ce ne sono).

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  7. luisLuis79
    luisLuis79 dice:

    Intanto grazie le questo blog.
    Un possibile rischio é quello del panic sellining su piattaforme che hanno profili di investimento automatici e servizi di liquiditá garantita.
    Ad esempio Mintos con invest access permette di ritirare l’intera quota investita (tranne quella in ritardo). In una malaugurata ipotesi che tutti vogliano ritirare tali quote come si comporterebbe la piattaforma? Andrebbe in default? Capisco che è un rischio remoto ma con un forte impatto.

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  8. p40l0m4r
    p40l0m4r dice:

    Ciao Luis! Grazie dello spunto, molto interessante. A mio avviso, in quel caso, occorre ricordare che Mintos presenta Invest Access come un metodo a liquidità immediata, ma la cosa è comunque subordinata al ritrovamento di un acquirente per la liquidazione della quota. Se tutti volessero ritirare istantaneamente, senza quindi nessuno che acquisti, semplicemente non potrebbero, ma non andrebbe in default la piattaforma. La conseguenza a mio avviso sarebbe che ciascun investitore dovrebbe attendere il termine naturale dei prestiti in cui ha investito e dopo potrebbe tranquillamente prelevare.

    Rispondi
  9. p40l0m4r
    p40l0m4r dice:

    Ciao Luis! Grazie dello spunto, molto interessante. A mio avviso, in quel caso, occorre ricordare che Mintos presenta Invest Access come un metodo a liquidità immediata, ma la cosa è comunque subordinata al ritrovamento di un acquirente per la liquidazione della quota. Se tutti volessero ritirare istantaneamente, senza quindi nessuno che acquisti, semplicemente non potrebbero, ma non andrebbe in default la piattaforma. La conseguenza a mio avviso sarebbe che ciascun investitore dovrebbe attendere il termine naturale dei prestiti in cui ha investito e dopo potrebbe tranquillamente prelevare.

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